Secondo triumvirato: differenze tra le versioni

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<br> Il Senato usò anche un'altra arma contro il giovane generale: il figlio adottivo di Cesare, ossia '''[[Gaio Ottavio Turino]]'''. Questi al momento della congiura si trovava ad [[Apollonia]] per studio e in attesa del prozio per seguirlo nella spedizione partica. Tornato a Roma si fece apprezzare per le sue doti politiche e mostrò una freddezza e una sicurezza che gli procurarono numerose simpatie, tra queste anche quelle di Cicerone. Del pericolo rappresentato da Ottavio se ne rese conto lo stesso Antonio, anche perché questi sapeva che il giovane sarebbe stato un suo formidabile e pericoloso avversario, anche in virtù del fatto che era il figlio adottivo ed erede universale di Cesare. Per questo non mancò di dileggiarlo e di impedire la ratifica legale della sua adozione.
 
Abile e spregiudicato, il giovane figlio adottivo di Cesare seppe approfittare della situazione per imporsi sulla scena politica e non essendo rientrati i due consoli del 43 a.C. si candidò al consolato per l'anno successivo. Al diniego del senato (adotto per la sua giovane età), il futuro imperatore rispose marciando su Roma con le sue legioni (costituite da veterani cesariani e a lui fedeli in quanto figlio del dittatore).
Eletto dai [[comizi]], il nuovo console come primo atto revocò l'amnistia per i cesaricidi e istituì un tribunale per giudicare le loro colpe. Poi dopo aver fatto riconoscere la sua adozione (avvenuta nel 45) e mutato il nome in '''Gaio Giulio Cesare Ottaviano''', decise di riappacificarsi con Lepido ed Antonio<ref> AA.VV. La storia, vol. 3 Roma: dalle origini ad Augusto, La biblioteca di Repubblica, Roma, 2004, pp. 402-404 </ref>.