Robert Lefèvre: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Robert Lefèvre fu destinato dal padre alla carriera giuridica e, da ragazzo, fu inserito come segretario nello studio di un procuratore. Non era questa però la sua strada ed egli cominciò a disegnare proprio sulle pratiche dello stesso procuratore. La sua vocazione artistica alla fine ebbe la meglio sui desideri dei genitori ed egli abbandonò per sempre la congrega dei legulei e se ne andò a piedi da [[Caen]] fino a [[Parigi]]. Nella capitale Lefèvre si fece ben presto accogliere come allievo da [[Jean-Baptiste Regnault]] e studiò a fondo la pittura di [[Jacques-Louis David]]. <br />
Già nel [[1791]] espose al ''Salon'' il quadro "La dama in velluto nero" che fu il punto di partenza della sua carriera.
In seguito, i ritratti di [[Napoleone I]], di [[Giuseppina di Beauharnais]], della madre di Bonaparte [[Maria Letizia Ramolino]],
Quando tornò al potere la dinastia dei [[Borbone]], Lefèvre fece il ritratto di [[Luigi XVIII]] per la Camera dei Pari e per questo ricevette la croce della [[Legion d'Onore]] con il titolo di Primo pittore del re. Quest'ultima onorificenza non durò a lungo poiché fu annullata in occasione della [[Rivoluzione di Luglio]].
Lefèvre dipinse moltissimi ritratti e numerosi quadri storici e mitologici. I più noti ritratti sono quelli del poeta [[François de Malherbe]] (oggi alla biblioteca pubblica di Caen), di [[Charles-François Lebrun]] (al Museo di Coutances) e dello scrittore [[Vivan Denon]], uomo di cultura
e incisore, direttore del Museo di [[Versailles]].<br />
Due suoi quadri mitologici, "Amore affila le sue frecce" e "Amore disarmato da Venere"<ref>Secondo il "Catalogo sommario illustrato dei quadri del Museo del Louvre e del Museo d'Orsay", redatto da Isabelle Compin e da Anne Roquebert; "Elenco dei quadri dismessi dal Louvre" di Elisabetta-Foucart-Walter, Parigi, [[1986]], quest'opera è stata spostata nel 1872 nel Museo di [[Verzy]]. </ref> furono copiati e trasferiti in incisione da Auguste Desnoyers.<br />
Nel genere storico le opere "Focione pronto a bere la cicuta", "Ruggero libera Angelica", "Eloisa e Abelardo" e un "Calvario", dipinto per il Mont Valérien, sono le sue più celebri composizioni.
Colpito da un male crudele e incurabile Lefèvre terminò a Parigi il suo ultimo lavoro: "Apoteosi di S. Luigi", per la Cattedrale de La Rochelle. Poi, vinto dalle forti sofferenze, si abbandonò alla disperazione e, si dice, mise fine volontariamente ai suoi giorni.
Sulla sua arte, in verità piuttosto convenzionale, pesò notevolmente l'influenza di [[Jacques-Louis David|David]], ma lo stile ormai sorpassato non mancò mai di una grande eleganza e di una palese abilità del tocco pittorico e del gusto compositivo, anche se esso resta comunque freddo e prosciugato.
==Galleria==
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File:
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==Fonti e riferimenti==
==Note==
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==Altri progetti==
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