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Più tardi, tra il XII e il XIV secolo, si diffonde in Europa il catarismo: la convinzione che tutto il mondo materiale fosse opera del Male comportava la negazione dell'atto sessuale – considerato come un errore, soprattutto in quanto responsabile della procreazione, cioè della creazione di una nuova prigionia per un altro spirito – e pertanto i catari rifiutavano ogni alimento originato da un atto sessuale (carne e uova – ma non il pesce, in quanto in epoca medievale non era ancora nota la genesi per riproduzione sessuale degli animali acquatici)<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 39.
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La Gran Bretagna è considerata la patria del vegetarianismo moderno. Il primo paladino del vegetarianismo dell'isola britannica a suscitare l'attenzione è il cappellaio Roger Crab (1621-1680), che emerge sulla scena inglese durante la rivoluzione degli anni quaranta del Seicento. Roger Crab, che aderì ad una forma di vegetarianismo stretto (ovvero seguiva, come venne definita in seguito, una dieta vegana), considerava il consumo di carne un lusso e causa di rialzo dei prezzi e di aggravamento della povertà<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pag. 56.
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In questo periodo Voltaire (1694-1778) torna sulla questione della crudeltà verso gli animali e del vegetarianismo in numerose opere.
* L'inglese John Frank Newton (1770-1825?) pubblica nel 1811 ''The Return to Nature'', una difesa basata su testimonianze di tipico medico ed etnologico del regime vegetariano, adottato in quegli anni insieme al naturismo non solo da lui (che riusciva così a tenere a bada l'asma), ma dalla moglie, dai figli ancora bambini e da altri amici, tra cui il dottor William Lambe (1765-1847), docente all'università di Cambridge e fautore del vegetarianismo terapeutico, che applicò a molti suoi pazienti, e Percy Shelley (1792-1822), che in ''Vindication of Natural Diet'' indica la dieta carnea come un simbolo del lusso che, insieme ad altri falsi bisogni indotti tra i poveri, ritiene all'origine dello sfruttamento del lavoro e delle disuguaglianze sociali<ref>▼
Nel 1791 a Londra esce un pamphlet intitolato ''The Cry of Nature'', di John Oswald (1760?-1793). Per questo autore la scelta vegetariana rappresentava un sistema di vita che il semplice sentimento naturale bastava a giustificare, ma anche una presa di posizione morale e politica, in quanto considerava il mutamento radicale del rapporto con gli animali e la natura un nodo politico essenziale per giungere alla fondazione di una società egualitaria. Per Oswald la tirannia sugli animali è un prodotto della civiltà della disuguaglianza, una civiltà divisa tra ricchi e poveri e fondata sul potere e, a un livello ancora più profondo, sul dominio sulla natura<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 86-87.
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Nel 1802, sempre a Londra, viene pubblicato ''An Essay on Abstinence from Animal Food, as a Moral Duty'', di Joseph Ritson (1752-1803), convertitosi fin da giovane al vegetarianismo vegano. La sua opera è un attacco frontale all'antropocentrismo, che raccoglie tutte le fonti del vegetarianismo antiche e moderne, riconsiderando le conseguenze delle loro argomentazioni. Nel dileggiare l'idea che Dio abbia creato tutte le creature per l'uomo, Ritson ricorre all'esempio dei parassiti, che la natura ha concepito a perpetuo tormento e distruzione dell'essere umano, affermando, con ironia: «Se un uomo vuole avere un'idea corretta e perspicua dei doni della natura, dovrebbe visitare gli ospedali, non le chiese»<ref>
Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 90-92.
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Erica Joy Mannucci, ''La cena di Pitagora'', Carocci Editore, 2008, pagg. 94-95.
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In Inghilterra, questo fermento del vegetarianismo nel panorama culturale del paese porterà, nella prima metà dell'Ottocento, alla nascita di un movimento vegetariano inglese e alla costituzione della Vegetarian Society, fondata il 30 settembre 1847 a Ramsgate, nel Kent. Alla sua prima assemblea annuale, tenutasi a Manchester, la società contava già 478 membri, l'anno dopo, all'incontro tenutosi a Londra, si decise di lanciare il primo periodico, ''The Vegetarian Messenger'', e negli anni cinquanta dell'Ottocento il movimento si ampliò ulteriormente, creando una rete di sezioni<ref>
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