Lecco: differenze tra le versioni

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* [[Ospedale Alessandro Manzoni]] che fa parte dell'Azienda Ospedaliera "Ospedale di Lecco" che comprende le altre due strutture situate a [[Merate]] con il "San Leopoldo Mandic" e a [[Bellano]] con il nosocomio "Umberto I" sempre in [[Provincia di Lecco]].
Questo ospedale, sorge nel quartiere di Germanedo dove il comune aveva acquistato nel 1949 Villa Eremo; provvista di vasta superficie agricola ha dato l'impulso per la costruzione del nuovo nosocomio cittadino. Nel 1989 infatti partono i lavori della grande opera inaugurata nel 2000 ed intitolata allo scrittore Alessandro Manzoni. Con i suoi 850 posti letto circa ed una struttura piuttosto moderna, eccelle soprattutto per le sue offerte sanitarie nei reparti di terapia intensiva neonatale; cardiologia abbinata alla cardiochirurgia e le diverse specialità per il trattamento integrato della patologia cardiovascolare; le neuroscienze e la ''stroke unit'' per la cura delle malattie cerebrovascolari; l’oncologia medica attestata sugli standard terapeutici più avanzati; l’approccio innovativo in chirurgia e in chirurgia ginecologica; i percorsi riabilitativi impegnativi e specializzati.
Nel 2004 l'ospedale ottiene la certificazione del proprio sistema di gestione per la qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001:2000. Esso appare in un contesto piuttosto limitato per un eventuale futuro ampliamento.<ref>http://www.ospedali.lecco.it/index.php/it/azienda-ospdaliera/profilo-aziendale/un-po-di-storia</ref><br />
Esistono inoltre diverse cliniche private tra cui quella fondata dal Dott. Giovanni Battista Mangioni ad esso denominata dal 1987 e la ''Casa di Cura Beato Luigi Talamoni'' che si trovano entrambe nel centro cittadino. In quest'ultima per anni è stata ricoverata [[Eluana Englaro]], la cui vicenda, a seguito dell'incidente che la costrinse in stato vegetativo, sollevò diverse polemiche mediatiche e politiche a seguito della sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione che la portarono alla morte per volontà della famiglia i quali consideravano le cure come accanimento terapeutico.