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La '''Dichiarazione di Zheleznovodsk''' (anche '''Comunicato di Zheleznovodsk''') fu una dichiarazione congiunta di pace redatta nella [[Železnovodsk|omonima città]] della Russia [[Ciscaucasia|ciscaucasica]] il [[23 settembre]] [[1991]], con le mediazione dei presidenti [[Boris Eltsin]] ([[Federazione Russa]]) e Ayaz Mutalibov ([[Azerbaigian]]),e tra i presidenti [[Nursultan Äbişulı Nazarbaev|Nursultan Nazarbayev]] ([[Kazakistan]] ) e [[Levon Ter-Petrossian]] ([[Armenia]]).
 
L'intenzione alla base di questa dichiarazione era quella di porre fine alla conflittualità etnica che contrapponeva dal [[1988]] armeni ed azeri per il controllo del [[Nagorno Karabakh]] e raggiungere un accordo di pace. Per quanto fosse stato raggiunto un consenso informale tra le parti, il trattato non fu mai ratificato.
 
==Antefatto==
Il contenzioso riguardante l'[[Oblast Autonomo del Nagorno Karabakh]] si era riacceso nel 1987 con la petizione popolare cui il Soviet locale richiedeva l'annessione della regione alla [[Repubblica Socialista Sovietica Armena]] svincolandosi così dalla [[Repubblica Socialista Sovietica Azera]]<ref>E.Aliprandi, ''Le ragioni del Karabakh'', AndMyBook, 2010, pagg. 31-34</ref> alla quale era stata attribuita da [[Stalin]] nel [[1921]] nonostante i pareri contrari dei [[Congresso del Karabakh|Congressi del popolo]] tra il [[1918]] ed il [[1920]].
Nel febbraio del [[1988]] il soviet del Nagorno Karabakh aveva votato il passaggio al soviet dell'Armenia.<ref>N.Hovhannisyan, ''Il problema del Karabakh'', Ed. Studio 12, 2011, pag. 56</ref> Pochi giorni dopo si era avuto il [[pogrom di Sumgait]], a novembre quello di [[pogrom di Kirovabad|Kirovabad]]. Negli anni a seguire la tensione tra armeni ed azeri aumentò ulteriormente. Dopo la secessione dell'Azerbaigian dall'[[Unione sovietica]] il [[30 agosto]] 1991, il soviet del Nagorno Karabakh in virtù della legislazione all'epoca vigente dichiarò la nascita della repubblica del Nagorno karabakh il [[2 settembre]], mentre il [[21 settembre]] anche l'Armenia lasciava ufficialmente l'Urss.<ref>E.Aliprandi, ''ibidem'', pagg. 64 e segg.</ref>
 
==Iniziative diplomatiche==
Con il consenso delle autorità in Azerbaigian e in Armenia Boris Yeltsin e Nursultan Nazarbayev condussero una missione di mediazione tra il 20 ed il 23 settembre visitando [[Baku]], [[Ganja]], [[Step'anakert|Stepanakert]] e [[Yerevan]].
Partendo dai principi di integrità territoriale, dalla non interferenza negli affari interni e dall'osservanza dei diritti civili, un passo avanti fu compiuto il 22 settembre allorché l'Armenia rinunciò a tutte le pretese sul territorio azero.<ref>[http://www.nytimes.com/1991/09/23/world/armenia-yielding-claim-on-enclave.html?scp=1&sq=Armenia%20Yielding%20Claim%20on%20Enclave&st=cse New York Times, 21.09.91]</ref>
 
==La dichiarazione congiunta==
Questo permise di concordare il giorno seguente una dichiarazione congiunta che impegnava entrambe le parti al disarmo ed al ritiro delle milizie, consentire il ritorno dei rifugiati e degli sfollati interni, ristabilire l'ordine amministrativo dell'epoca sovietica nell'oblast autonomo e spingere i contendenti a trovare una soluzione pacifica al conflitto.
L'[[armata sovietica]] e truppe interne sarebbero rimaste nella zona e l'intero processo sarebbe stato supervisionato da funzionari russi e kazaki.
Si legge nella dichiarazione che, in previsione di un auspicato accordo entro l'[[1 gennaio]] [[1992]] "''deve essere istituito un [[cessate il fuoco]], devono essere congelati tutti gli atti anticostituzionali riguardanti il Nagorno Karabakh compiuti da Azerbaigian e Armenia, devono essere riconosciuti gli organi legalmente costituiti e ogni gruppo deve essere allontanato dalla regione, fatta eccezione per le forze armate sovietiche, comprese quelle al servizio dell'allora Ministero dell'interno sovietico. Tutte le altre truppe devono venire ritirate e la loro presenza dopo la scadenza deve essere considerata illegale''.<ref>N.Hovhannisyan, ''ibidem'', pag.76</ref>
La dichiarazione di pace fu discussa con la partecipazione di Y. Shaposhnikov, V.Barannikov, S. Voskanyan, M. Gezalov, V. Dzhafarov, R. Kocharian, L. Petrosian, M. Radayev e fu firmata dai presidenti dei quattro stati.
 
==Il fallimento del negoziato==
Gli sforzi di pace si fermarono a causa del perdurare dei bombardamenti e atrocità commesse dagli azeri [[OMON]] negli ultimi giorni di settembre sulla scia di quanto accaduto nei mesi precedenti con l'[[operazione Anello (1991)|operazione Anello]].
In seguito l'Azerbaigian motivò le sue azioni con l'abbattimento di un elicottero MI-8 azero che trasportava osservatori russi e kazaki nonchè alti funzionari azeri nei pressi del villaggio di Karavend avvenuto nel novembre successivo e con le violazioni della tregua da parte degli armeni<ref>[http://garabagh.net/content_308_en.html Garabagh.net]]</ref>
Invero, i negoziati di pace fallirono giacché nè il governo armeno né quello azero avevano più il controllo sulle forze locali che proseguirono gli scontri incuranti dei tentativi di composizione pacifica della questione.<ref>N.Miller, ''Nagorno Karabakh:a war without peace'', pag. 55 [http://books.google.it/books?id=tjcSb5Yw2_UC&pg=PA55&dq=November+20+Azerbaijan+helicopter&hl=en&ei=Ak-6S6C1KoWKlweHo4SWCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false Qui]</ref>
 
==Note==
<references/>
 
==Voci correlate==
 
*[[Guerra del Nagorno-Karabakh]]
 
*[[Principi di Madrid]]
With consent from the authorities in Azerbaijan and Armenia, Boris Yeltsin and Nursultan Nazarbayev led a mediating mission on September 20-23 visiting Baku, Ganja, Stepanakert (Khankendi) and Yerevan. Taking the principles of territorial integrity, non-interference in internal affairs of sovereign states, observance of civil rights as the starting point, breakthrough was achieved on September 22 when Armenia renounced all its claims to Azerbaijani territory.[3] This allowed the parties to agree to a joint communique the next day, committing both sides to disarm and withdraw militias, allow return of refugees and IDPs, re-establish Soviet-era administrative order of the Nagorno-Karabakh oblast and set up delegations to find a peaceful solution to the conflict. Soviet army and internal troops would still remain in the conflict zone and the process would be supervised by Russian and Kazakh officials. The peace communiqué was discussed with participation of Y. Shaposhnikov, V.Barannikov, S. Voskanyan, M. Gezalov, V. Dzhafarov, R. Kocharian, L. Petrosian, M. Radayev and was signed by Boris Yeltsin (Russian Federation), Ayaz Mutalibov (Azerbaijan), Nursultan Nazarbayev (Kazakhstan) and Levon Ter-Petrosian (Armenia).[4]
*[[Accordo di Bishkek]]
 
*[[Dichiarazione di Teheran]]
The peace efforts came to a halt due to continuing bombardment and atrocities by Azerbaijani OMON in Stepanakert and Chapar in late September.[5]
 
After, Azerbaijan motivated its actions by the crash of Azerbaijani MI-8 helicopter with Russian, Kazakh observers and Azerbaijani high-ranking state officials on-board when it was shot down over Karakend village of Khojavend district in uninvestigated circumstances in November 20.[6]
See also
 
Madrid Principles
Tehran Communiqué
Bishkek Protocol
 
References
 
^ " "The Transitional Justice Peace Agreements Database. Record 617". Retrieved April 14, 2010.
^ (Russian)"Карабах: хронология конфликта [Karabakh: Chronology of the conflict]". BBC News. 2005-08-29. Retrieved 2010-04-14.
^ Bill Keller (1991-09-23). "ARMENIA YIELDING CLAIM ON ENCLAVE". The New York Times. Retrieved 2010-04-14.
^ "Zheleznovodsk Declaration". September 23, 1991. Retrieved April 14, 2010.
^ Nuykin, Andrey. "Karabkhsky dnevnik". Izvestia. 1991-10-19.
^ Eichensehr, Kristen; Reisman, W.Michael (1998). Stopping Wars and Making Peace: Studies in International Intervention. Leiden, The Netherlands: Martinus Nijhoff Publishers. p. 54. ISBN 978-90-04-17855-7. Retrieved April 14, 2010.
 
External links
 
The unofficial translation of Zheleznovodsk Declaration