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La '''Dichiarazione di ZheleznovodskTeheran''' (anche '''Comunicato di ZheleznovodskTeheran''') fu una dichiarazione congiunta di pace redatta nella [[ŽeleznovodskTeheran|omonima cittàcapitale]] della Russia dell'[[Ciscaucasia|ciscaucasicaIran]] il [[237 settembremaggio]] [[19911992]], con le mediazione deidel presidentipresident [[BorisAli Eltsin]]Akbar ([[FederazioneHāshemi RussaRafsanjāni]]) e [[Nursultan Äbişulı Nazarbaev|Nursultan Nazarbayev]] ([[Kazakistan]]), tra i presidenti AyazYagub MutalibovMammadov ([[Azerbaigian]]) e [[Levon Ter-Petrossian]] ([[Armenia]]).
L'intenzione alla base di questa dichiarazione era quella di porre fine alla conflittualità etnica che contrapponeva armeni ed azeri per il controllo del [[Nagorno Karabakh]] e raggiungere un accordo di pace. Per quanto fosse stato ottenuto un consenso informale tra le parti, il trattato non fu mai ratificato.
 
L'intenzione alla base di questa dichiarazione era quella di porre fine alla conflittualità etnica che contrapponeva armeni ed azeri per il controllo del [[Nagorno Karabakh]] e raggiungere un accordo di pace. Per quanto fosse stato ottenuto un consenso informale tra le parti, il trattato non fu mai ratificato.
 
==Antefatto==
Il contenzioso riguardante l'[[Oblast Autonomo del Nagorno Karabakh]] si era riacceso nel [[1987]] con la petizione popolare cui il Soviet locale richiedeva l'annessione della regione alla [[Repubblica Socialista Sovietica Armena]] svincolandosi così dalla [[Repubblica Socialista Sovietica Azera]]<ref>E.Aliprandi, ''Le ragioni del Karabakh'', AndMyBook, 2010, pagg. 31-34</ref> alla quale era stata attribuita da [[Stalin]] nel [[1921]] nonostante i pareri contrari dei [[Congresso del Karabakh|Congressi del popolo]] tra il [[1918]] ed il [[1920]].
Nel febbraio del [[1988]] il soviet del Nagorno Karabakh aveva votato il passaggio al soviet dell'Armenia.<ref>N.Hovhannisyan, ''Il problema del Karabakh'', Ed. Studio 12, 2011, pag. 56</ref> Pochi giorni dopo si era avuto il [[pogrom di Sumgait]], a novembre quello di [[pogrom di Kirovabad|Kirovabad]]. Negli anni a seguire la tensione tra armeni ed azeri aumentò ulteriormente. Dopo la secessione dell'Azerbaigian dall'[[Unione sovietica]] il [[30 agosto]] 1991, il soviet del Nagorno Karabakh in virtù della legislazione all'epoca vigente dichiarò la nascita della repubblica del Nagorno Karabakh il [[2 settembre]], mentre il [[21 settembre]] anche l'Armenia lasciava ufficialmente l'Urss.<ref>E.Aliprandi, ''ibidem'', pagg. 64 e segg.</ref>
Il [[31 gennaio]] 1992 inizia ufficialmente la guerra allorché migliaia di soldati azeri lasciano la città di [[Agdam]] ed entrano nel territorio del Nagorno Karabakh il cui capoluogo viene fatto oggetto di un incessante bombardamento.<ref>E.Aliprandi, ''ibidem'',pag. 68</ref>
I primi mesi di guerra registrano violenti combattimenti e stragi mentre migliaia di profughi abbandonano le aree dove più violento è lo scontro
 
==Iniziative diplomatiche==
L'Iran, vuoi per la vicinanza geografica, vuoi perché una parte dei profughi azeri preme sui suoi confini, vuoi per un interesse geopolitico, cerca di avviare una trattativa negoziale fra le parti.
Con il consenso delle autorità in Azerbaigian e in Armenia, Boris Yeltsin e Nursultan Nazarbayev condussero una missione di mediazione tra il 20 ed il 23 settembre visitando [[Baku]], [[Ganja]], [[Step'anakert|Stepanakert]] e [[Yerevan]].
Il [[20 marzo]] riesce a far entrare in vigore una tregua che però ha vita effimera, mentre l'inviato dell[[Onu]], [[Cyrus Vance]] arriva nella regione accolto a colpi di mortaio.<ref>E.Aliprandi, ''ibidem'', pag.74</ref>
Partendo dai principi di integrità territoriale, dalla non interferenza negli affari interni e dall'osservanza dei diritti civili, un passo avanti fu compiuto il 22 settembre allorché l'Armenia rinunciò a tutte le pretese sul territorio azero.<ref>[http://www.nytimes.com/1991/09/23/world/armenia-yielding-claim-on-enclave.html?scp=1&sq=Armenia%20Yielding%20Claim%20on%20Enclave&st=cse New York Times, 21.09.91]</ref>
L'inviato iraniano Mahmoud Vaezi porta avanti una diplomazia cosidetta "navetta", compiendo frequenti viaggi da una capitale ad un'altra al fine di riuscire ad organizzare l'incontro di maggio.
 
==La dichiarazione congiunta==
Durante i colloqui tra i leader armeni ed azeri fu deciso che sarebbero stati organizzati incontri tra i rappresentanti di alto livello di entrambi i paesi, incluso il personale militare e che tutte le dispute tra le parti si sarebbero risolte con mezzi pacifici sulla base dei principi della [[Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa]] (CSCE, ora [[OSCE]] e del diritto internazionale.
Le parti si impegnarono ad attenersi alle norme del diritto internazionale e alla Carta delle [[Nazioni Unite]] per assicurare la pace e la stabilità dei confini come pure risolvere la crisi dei rifugiati.
Come risultato dei colloqui, le parti concordarono di aprire tutte le comunicazioni come conseguenza della visita dell'inviato iraniano Mahmoud Vaezi a [[Baku]], [[Step'anakert]] e [[Yerevan]] e coinvolgere la CSCE per la continuazione degli sforzi di mediazione.
 
==Il fallimentoFallimento del negoziato==
 
 
However, the peace efforts failed the next day, when Armenian troops attacked and captured the Azerbaijani town of Shusha on May 8, 1992 forcing 23,156 ethnic Azerbaijanis out,[1] in violation of the ceasefire agreement.[6][7][8] This significantly undermined the outcome of the peace efforts.[9] Official Baku relied on assurances from Tehran on keeping the ceasefire but with loss of Shusha, even before Yagub Mammadov returned to Baku, Iran was considered morally responsible by Azerbaijani authorities.[10] Final effort of Vaezi to mediate a ceasefire after fall of Shusha with his visit to Baku and Yerevan did not succeed due to escalation of conflict and capture of Lachin by Armenian troops on May 18, 1992.[11] As a result, Iranian authorities emphasized that Iran would not accept any border changes hinting at its disapproval of the Armenian approach of the conflict.[12]
==La dichiarazione congiunta==
Questo permise di concordare il giorno seguente una dichiarazione congiunta che impegnava entrambe le parti al disarmo ed al ritiro delle milizie, consentire il ritorno dei rifugiati e degli sfollati interni, ristabilire l'ordine amministrativo dell'epoca sovietica nell'oblast autonomo e spingere i contendenti a trovare una soluzione pacifica al conflitto.
L'[[armata sovietica]] e truppe interne sarebbero rimaste nella zona e l'intero processo sarebbe stato supervisionato da funzionari russi e kazaki.
Si legge nella dichiarazione che, in previsione di un auspicato accordo entro l'[[1 gennaio]] [[1992]] "''deve essere istituito un [[cessate il fuoco]], devono essere congelati tutti gli atti anticostituzionali riguardanti il Nagorno Karabakh compiuti da Azerbaigian e Armenia, devono essere riconosciuti gli organi legalmente costituiti e ogni gruppo deve essere allontanato dalla regione, fatta eccezione per le forze armate sovietiche, comprese quelle al servizio dell'allora Ministero dell'interno sovietico. Tutte le altre truppe devono venire ritirate e la loro presenza dopo la scadenza deve essere considerata illegale''.<ref>N.Hovhannisyan, ''ibidem'', pag.76</ref>
La dichiarazione di pace fu discussa con la partecipazione di Y. Shaposhnikov, V.Barannikov, S. Voskanyan, M. Gezalov, V. Dzhafarov, R. Kocharian, L. Petrosian, M. Radayev e fu firmata dai presidenti dei quattro stati.
 
==Il fallimento del negoziato==
Gli sforzi di pace si fermarono a causa del perdurare dei bombardamenti e atrocità commesse dagli azeri [[OMON]] negli ultimi giorni di settembre sulla scia di quanto accaduto nei mesi precedenti con l'[[operazione Anello (1991)|operazione Anello]].
In seguito l'Azerbaigian motivò le sue azioni con l'abbattimento nel novembre successivo nei pressi del villaggio di Karavend di un elicottero MI-8 azero che trasportava osservatori russi e kazaki nonchè alti funzionari azeri e con le violazioni della tregua da parte degli armeni<ref>[http://garabagh.net/content_308_en.html Garabagh.net]]</ref>
Invero, i negoziati di pace fallirono giacché nè il governo armeno né quello azero avevano più il controllo sulle forze locali che proseguirono gli scontri incuranti dei tentativi di composizione pacifica della questione.<ref>N.Miller, ''Nagorno Karabakh:a war without peace'', pag. 55 [http://books.google.it/books?id=tjcSb5Yw2_UC&pg=PA55&dq=November+20+Azerbaijan+helicopter&hl=en&ei=Ak-6S6C1KoWKlweHo4SWCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false Qui]</ref>
 
==Note==
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==Voci correlate==
*[[Guerra del Nagorno-Karabakh]]
*[[Principi di Madrid]]
*[[Accordo di Bishkek]]
*[[Dichiarazione di Teheran]]Zheleznovodsk