Bisenti: differenze tra le versioni

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Già dal Sette-Ottocento Bisenti aveva affermato la sua importanza e la sua centralità rispetto agli altri centri della valle del Fino; nel periodo tra le due guerre mondiali essa raggiunse il picco massimo. Il paese infatti, nonostante la guerra e soprattutto l'[[Influenza spagnola|epidemia spagnola]] che aveva mietuto tante vittime, contava più di quattromila persone, aveva la pretura e varie piccole industrie nel ramo tessile ed agroalimentare. Nel 1932 l'[[AGIP]] installò un cantiere per la trivellazione del terreno, ma nel 1934 un incendio si propagò nell'impianto distruggendo gran parte delle attrezzature.
 
Durante il ventennio fascista si ricorda il discorso dell'onorevole [[Giacomo Acerbo]] tenuto in piazza nel novembre del [[1923]] e la benedizione del gagliardetto del fascio. La campana grande, che dà sulla piazza, venne rifusa in modo tale che fossero impressi i caduti della Grande guerra. Da segnalare ancora la partecipazione di vari bisentini alle guerre d'[[Abissinia]] (alla quale fece seguito la proclamazione dell'Impero d'Italia) e di [[Spagna]].
 
La seconda parte della [[Seconda guerra mondiale]] è stata vissuta dai bisentini come un momento altamente drammatico. Un bombardamento americano venne compiuto nel [[1944]] con l'intento di colpire il presidio tedesco, situato nei pressi dell'"incrocio", ma le bombe caddero in località San Savino ed il paese ne uscì immune. I tedeschi generalmente non tennero un comportamento ostile nei confronti della popolazione, ma chiamavano a sé vari ragazzi del luogo affinché compissero varie mansioni. Il loro atteggiamento poi mutò in seguito a due episodi. Nei pressi di Piedifinati due cecchini partigiani ammazzarono dei soldati tedeschi in ritirata; si rischiò la [[rappresaglia]], ma fortunatamente questa non avvenne; inoltre, a [[Colle Marmo]], fu ammazzato un soldato tedesco in seguito ad una colluttazione. Questa volta la rappresaglia avvenne e furono uccisi in tutto dieci persone del luogo, tra cui una donna incinta. In contrada Scipione essi fecero decine di prigionieri, a cui fecero scavare una fossa. In questa venne seppellita il soldato ucciso e risparmiarono i civili, tranne tre (infatti fino a quel momento erano state uccise sette persone) i cui corpi furono rinvenuti nella località ''la castillàne''. La guerra terminò per Bisenti il 13 giugno 1944, dopo che i tedeschi avevano fatto saltare il ponte sul fiume Fino presso [[Bivio Castelli]]; questo fu ricostruito nel [[1946]] ad opera dell'impresa "Amerigo Crudeli".
 
Dopo la costituzione della Repubblica italiana, il paese era in gran fermento alla vigilia delle votazioni del [[1948]]: lo schieramento locale della [[Democrazia Cristiana]] era guidato dall'avvocato Riccardo De Carolis, mentre il [[Fronte popolare]] era sostenuto da Alessandro Catitti e la lista "Stella e corona" che raccoglieva i monarchici era guidata da Giovanni Pensieri. La vittoria della DC a Bisenti fu schiacciante rispetto agli altri partiti; le giunte del dopoguerra saranno pressoché tutte democristiane.
Le votazioni del [[1948]] videro vincente in Italia la [[Democrazia Cristiana]]. La vittoria della DC a Bisenti fu schiacciante rispetto agli altri partiti. La realtà - in Italia come negli altri paesi occidentali - cominciava a cambiare radicalmente anche per i ceti più bassi della popolazione. Il progresso, l'emancipazione, il consumismo si radicarono progressivamente nell'italiano medio, che però perdeva sempre più il senso della tradizione e quei valori che erano stati vivi per secoli. Un piccolo paese come Bisenti non poteva dare ciò che la nuova società ormai richiedeva, mentre i vecchi mestieri venivano soppressi dalla meccanizzazione e soppiantati da nuove occupazioni che Bisenti non offriva. Così, a partire dagli [[Anni 1950|anni cinquanta]], un numero sempre crescente di persone abbandonava il paese, la cui realtà cominciava ad essere troppo piccola e poco promettente per il futuro. L'esodo di massa è dovuto anche alla lontananza del paese dai grandi centri abruzzesi, dal suo isolamento a causa di una viabilità non agevole, dal fatto che l'alta valle del Fino è tagliata fuori dalla [[provincia di Teramo]], nonché dallo scarseggiare di industrie e di attività lavorative. Anche la progressiva soppressione delle carceri, della pretura, delle scuole superiori nonché la chiusura di punti di riferimento come le ''cantine'', dove la gente del paese si riuniva per fare due chiacchiere o una partita a ''Tajacocce'' (Assopigliatutto), segnavano la continua decadenza del paese. Ad oggi la popolazione di Bisenti si aggira a circa 1950 persone, come i più piccoli paesi della provincia, mentre solo sessanta-settanta anni fa era considerato uno dei centri più importanti dell'entroterra teramano.
 
LeNel votazioni del [[1948]] videro vincente in Italiafrattempo, la [[Democrazia Cristiana]]. La vittoria della DC a Bisenti fu schiacciante rispetto agli altri partiti. La realtà - in Italia come negli altri paesi occidentali - cominciava a cambiare radicalmente anche per i ceti più bassi della popolazione. Il progresso, l'emancipazione, il consumismo si radicarono progressivamente nell'italiano medio, che però perdeva sempre più il senso della tradizione e quei valori che erano stati vivi per secoli. Un piccolo paese come Bisenti non poteva dare ciò che la nuova società ormai richiedeva, mentre i vecchi mestieri venivano soppressi dalla meccanizzazione e soppiantati da nuove occupazioni che Bisenti non offriva. Così, a partire dagli [[Anni 1950|anni cinquanta]], un numero sempre crescente di persone abbandonava il paese, la cui realtà cominciava ad essere troppo piccola e poco promettente per il futuro. L'esodo di massa è dovuto anche alla lontananza del paese dai grandi centri abruzzesi, dal suo isolamento a causa di una viabilità non agevole, dal fatto che l'alta valle del Fino è tagliata fuori dalla [[provincia di Teramo]], nonché dallo scarseggiare di industrie e di attività lavorative. Anche la progressiva soppressione delle carceri, della pretura, delle scuole superiori nonché la chiusura di punti di riferimento come le ''cantine'', dove la gente del paese si riuniva per fare due chiacchiere o una partita a ''Tajacocce'' (Assopigliatutto), segnavano la continua decadenza del paese. Ad oggi la popolazione di Bisenti si aggira a circa 1950 persone, come i più piccoli paesi della provincia, mentre solo sessanta-settanta anni fa era considerato uno dei centri più importanti dell'entroterra teramano.
 
=== Eventi contemporanei ===