Il codice di Perelà: differenze tra le versioni

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In ''Romanzi straordinari'', in AA.VV., ''Palazzeschi oggi. Atti del convegno Firenze 6-8 novembre 1976'', a cura di [[Lanfranco Caretti]], edito dal Saggiatore a Milano nel [[1978]], [[Marco Forti]] ha utilizzato strumenti interpretativi molto acuti sui vari tipi di scrittura che vengono utilizzati nel [[romanzo]]. Egli ha messo in evidenza soprattutto l'uso continuo del [[dialogo]], l'uso del [[monologo]], l'uso dei [[parlati teatrali]], i racconti all'interno del racconto, lo [[Stilistica|stile]] che anticipa soluzioni [[Surrealismo|surrealistiche]], il gusto particolare del [[Generi letterari|fantastico]] e un forte [[realismo]] [[Magia|magico]].
 
===Alberto Asor Rosa eed Edoardo Sanguineti===
In ''Palazzeschi oggi'', AA.VV., [[Alberto Asor Rosa]] eed [[Edoardo Sanguineti]], analizzando il romanzo fanno acute considerazioni sostenendo che Perelà non è altro se non l'espressione di quella [[utopia]] che si è venuta a creare dalla divaricazione tra [[letteratura]] e [[ideologia]] provocata dalla guerra.
 
In ''Palazzeschi oggi'', AA.VV., [[Alberto Asor Rosa]] e [[Edoardo Sanguineti]], analizzando il romanzo fanno acute considerazioni sostenendo che Perelà non è altro se non l'espressione di quella [[utopia]] che si è venuta a creare dalla divaricazione tra [[letteratura]] e [[ideologia]] provocata dalla guerra.
 
===Fausto Curi===
 
[[Fausto Curi]], sempre in ''Palazzeschi oggi'', ritiene che nell'opera analizzata vi siano suggestioni dovute a [[Friedrich Nietzsche]] e alla figura del principe Myskin di [[Fëdor Michajlovič Dostoevskij|Dostoevskij]] ma soprattutto sostiene che al libro è necessario dare una interpretazione [[Psicoanalisi|psicoanalitica]] e paragona Perelà alle fantasie dell'[[inconscio]].