Anastasio di Costantinopoli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Di origini siriache, sembra che il suo vero nome di battesimo fosse Eirenaios:<ref>''Vita Steph. Sugd. Armen.'' 868</ref> una fonte lo definisce infatti "di nome Eirenaios, soprannominato Anastasio". Discepolo e sincello del patriarca di Costantinopoli [[Germano I]], secondo il resoconto di parte del cronista [[Teofane Confessore]], Anastasio ricevette dall'Imperatore [[Leone III di BisanzioIsaurico|Leone III]] la promessa che sarebbe diventato patriarca nel caso Germano I non avesse accettato l'[[iconoclastia]].<ref name=Teo6221>Teofane, AM 6221.</ref> Secondo un resoconto non credibile di Teofane, Germano "alluse, con dolcezza, al tradimento", trattandolo come se fosse il "nuovo [[Giuda Iscariota|Iscariota]]"; ma "vedendolo persistere ineluttabilmente nel suo errore", un giorno gli disse, mentre si recava all'Imperatore e nel momento in cui Anastasio gli aveva calpestato le stola, «Non aver fretta, Anastasio: passerai certo in tempo per il ''Dihippion''»; Teofane aggiunge che la profezia poi si avverò: infatti nel 743 Anastasio sarebbe stato punito da [[Costantino V di Bisanzio|Costantino V]] passando proprio per il ''Dihippion''.<ref name=Teo6221/>
 
Il 22 gennaio 730, in seguito alle dimissioni del patriarca Germano I per non aver voluto accettare la politica iconoclasta dell'Imperatore, Anastasio fu nominato patriarca di Costantinopoli;<ref name=Teo6221/> poiché appoggiava l'iconoclastia, la sua lettera sinodica a [[Papa Gregorio II]] venne respinta dal Pontefice, che gli intimò di abbandonare l'eresia.<ref>''Liber Pontificalis'', 91.24.</ref> Il successivo pontefice, [[Papa Gregorio III]], scrisse ad Anastasio e all'Imperatore, attaccando la loro politica iconoclasta: a dire del pontefice, era «invasor sedis Constantinopolitanae» (cioè, non era un patriarca legittimo, che aveva occupato illegalmente il proprio seggio).<ref>''Liber Pontificalis'', 92.4.</ref> Lo stesso papa lo anatemizzò.<ref>Leone Grammatico, 177.21.</ref> Secondo la ''Vita di Stefano'', fu durante il patriarcato di Anastasio che avvenne la rimozione della ''Chalke''; secondo Teofane, ciò avvenne invece nel 726, durante il patriarcato di Germano I.
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Nel 741 Leone III perì; gli succedette il figlio Costantino V, che nel 742 dovette però affrontare una seria usurpazione: [[Artabasdus di Bisanzio|Artavasde]], suo cognato, infatti, diffuse il rumour che Costantino V fosse stato ucciso in battaglia dagli Arabi; il Patriarca Anastasio, credendogli, pare abbia accolto la notizia con gioia e abbia anatemizzato Costantino V, per poi incoronare imperatore Artavasde; l'anno successivo (743) Anastasio incoronò imperatore anche il figlio di Artavasde, Niceforo.<ref>Teofane, AM 6233 e AM 6234.</ref> Costantino V, in realtà, era ancora vivo e, con il supporto di alcuni temi, riuscì a sconfiggere l'usurpatore e a rientrare nella capitale; Anastasio fu punito abbastanza duramente dall'Imperatore per l'appoggio dato all'usurpatore: fu picchiato e umiliato, costretto a passare per il ''Dihippion'' all'indietro a dorso di un asino, ma mantenne comunque la carica perché sostenitore della politica iconoclasta dell'Imperatore.<ref>Teofane, AM 6221, AM 6235.</ref>
 
Secondo Teofane (ma probabilmente è una distorsione storica), Anastasio sarebbe stato costretto da Costantino V a giurare sulla reliquia della [[Vera Croce]] che avrebbe rifiutato l'idea secondo cui [[Gesù Cristo]], figlio di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], era figlio di [[Dio]].<ref>Teofane, AM 6233</ref> Il 6 giugno 751 incoronò il figlio di Costantino V, [[Leone IV diil BisanzioCazaro|Leone]], imperatore il giorno di [[Pentecoste]].<ref>Teofane, AM 6241</ref>
 
==Note==