Ardashir I: differenze tra le versioni

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Alla morte di Papak, Ardašīr contese il potere al fratello Sapore che infine eliminò, assumendo il titolo di re nel [[208]]. Dopo aver domato una rivolta a Darabgerd, si lanciò alla conquista delle province di [[Isfahan]] e [[Kerman]] e stabilì la sua capitale a Guz (oggi [[Firuzabad]], Iran) chiamandola ''[[Ardašīr-Khurreh]]'', la ''gloria di Ardašīr'', una città a pianta perfettamente circolare del diametro di 1950 m i cui resti sono ancora visibili.
 
La sua attività espansionistica attirò l'attenzione di [[Artabano IV]], Gran Re dell'impero partico, che marciò contro di lui nel [[settembre]] del [[224]]<ref>Theodor Nöldeke, ''Geschichte der Perser und Araber zur Zeit der Sasaniden'', Leiden 1879.</ref> e si scontrò in battaglia a [[Hormizdeghan]].<ref>G.Widengren, ''The Establishment of the Sasanian Dynasty in the Light of New Evidence'', in ''La Persia nel Medioevo'', Roma 1971, pp. 767 ss.</ref> Artabano fu ucciso<ref>[[Erodiano]], ''Storia dell'impero dopo Marco Aurelio'', VI, 2.1.</ref> e la maggior parte dell'[[aristocrazia]] persiana passò allora a fianco di Ardašīr, che completò la conquista delle province occidentali dell'impero. Nel [[226]] entrò in [[Ctesifonte]] e si fece incoronare [[Shahanshah]] (''re dei re'') prendendo il nome di Dariardašīr (Dario Ardašīr), segnando l'inizio dell'Impero sasanide. Nel [[228]] sconfisse e uccise [[Vologase VI]], ponendo definitivamente fine all'impero dei Parti.
 
== Organizzazione del regno ==
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Nonostante una soluzione diplomatica offerta dall'[[imperatore romano]] [[Alessandro Severo]], i [[Persiani]] penetrarono in [[Mesopotamia]] cercando senza riuscirvi di conquistare [[Nisibi]], e forse compiendo anche brevi incursioni in [[Siria (provincia romana)|Siria]] e [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]]. I [[Impero romano|Romani]] [[campagna sasanide di Alessandro Severo|organizzarono allora una spedizione]], col supporto del [[regno d'Armenia]], e invasero la [[Medi]]a (oggi [[regione di Hamadan]], Iran) nel [[232]] puntando alla capitale Ctesifonte, già diverse volte catturata al tempo dei Parti. Ardašīr riuscì a respingere l'assalto a prezzo di numerose perdite, il che lo convinse a mettere da parte temporaneamente le sue mire sulla costa mediterranea, e a concentrarsi nel consolidamento del suo potere a oriente.
 
La guerra riprese nel [[238]], quando Ardašīr, approfittando della guerra civile scoppiata a Roma, invase ancora la Mesopotamia con l'aiuto del figlio [[Sapore I]]. Dopo la conquista di Nisibi e [[Carre]], Ardašīr associò al trono Sapore nominandolo ''re dei re''.
 
Nel [[240]] vinse e distrusse l'[[Impero Kusana]], recuperando tutti i territori corrispondenti alle antiche satrapie orientali acheminidi.