== La figura del condottiero nella Grecia classica ==
[[File:Bust Alcibiades Musei Capitolini MC1160.jpg|thumb|right|240px|Busto di Alcibiade ([[Musei Capitolini]])]]
Nella [[Grecia]] antica|Grecia classica]] la figura del condottiero aveva un ruolo assai influente nel popolo. I primi grandi personaggi spuntarono nella fine [[400 a.C.]] durante la [[Prima guerra persiana]]. Dalla Grecia i comandanti politici erano [[Milziade]] e [[Callimaco di Afidna]], mentre l'esercito persiano era diretto da [[Dario I di Persia|Dario I]]. Sebbene i persiani fossero assai superiori di numero, l'esercito greco, composto da [[opliti]], sbaragliò i nemici nel [[490 a.C.]] a [[Maratona]] dove colse una grande vittoria. Lo stesso avvenne una decina di anni più tardi quando il figlio di Dario, [[Serse I di Persia|Serse]], organizzò una nuova e più potente spedizione che contava decine di migliaia di uomini. Dato che la Grecia era divisa in varie parti in contrasto l'una con l'altra, solo il re spartano [[Leonida]] volle sacrificarsi con 300 uomini per ritardare di qualche giorno l'avanzata nemica. La battaglia si svolse nei pressi delle [[Termopili]] nel [[480 a.C.]], con la sconfitta e il massacro dell'esercito spartano, ma in seguito con la vittoria della flotta ateniese, condotta da [[Temistocle]], nell'isola di [[Salamina]] nel [[479 a.C.]] Successivamente si ricordano gli strateghi [[Pericle]] ed [[Alcibiade]], protagonisti della [[Guerra del Peloponneso]]. Il primo, instauratore della democrazia ad [[Atene]], morì a causa della peste nel [[429 a.C.]] e il comando dell'esercito contro gli spartani fu dato ad [[Alcibiade]]. Sebbene questi stesse per vincere i nemici nell'assedio di [[Siracusa]], fu costretto a rientrare in patria a causa della mutilazione di alcune statue dedicate ad [[Ermes]], il dio messaggero. Ripudiato dagli ateniesi, Alcibiade preferì schierarsi dalla parte opposta, al fianco degli spartani e gli ateniesi rimasti in [[Sicilia]] furono catturati e mandati a morire nella [[Latomia|Latomie]].<br>Ultimo grande condottiero della [[penisola balcanica]] fu [[Alessandro III di Macedonia]] (ovvero Alessandro Magno) i quale, dopo l'uccisione del padre [[Filippo II di Macedonia|Filippo]], fu costretto a reprimere la ribellione di [[Tebe (Grecia)|Tebe]]. Sconfitti i nemici, Alessandro bramava qualcosa di più grande dell'unione dell'intera Grecia con la [[Macedonia]]: la conquista dell'intera [[Persia]]. Il suo progetto era di deporre il sovrano attuale [[Dario III di Persia|Dario III]] e i suoi condottieri, affinché vi fosse un unico legame indistruttibile di cultura, scambi commerciali, letteratura e religione tra i due stati. La spedizione sembrava volgesse verso la rovina, ma Alessandro, grazie all'aiuto degli amici [[Efestione]], [[Parmenione]], [[Cassandro]], [[Clito il Nero]], [[Poliperconte]] e [[Nearco]], sconfisse nelle battaglie di [[Isso]], [[Gaugamela]] e del [[Granico]] distrusse l'armata persiana (Dario fu ucciso poi da dei congiurati persiani) ed ebbe il controllo della Persia intera, nominando come capitale [[Babilonia]].
== La figura del condottiero in età romana: Scipione, Cesare e Antonio ==
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