Fractional Orbital Bombardment System: differenze tra le versioni

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Il momento ideale per il lancio era il tardo pomeriggio: in questo modo, infatti, i sovietici avrebbero potuto seguire tutto il “viaggio” della testata. Questa avrebbe dovuto essere posta in un’orbita bassa ellittica, vicina al polo. Dopo il lancio, l’unità manovrabile orientava la navetta spaziale nell’orbita e determinava in modo autonomo il momento ideale per interrompere le manovre e far rientrare il veicolo sulla [[Terra]], verso l’obiettivo. Per evitare di violare i trattati internazionali, i veicoli rientravano sempre prima di completare l’orbita: da qui il nome di “orbita frazionata”.<br/>
I pregi di questo sistema erano evidenti. Infatti, con il sistema delle “testate orbitanti”, era possibile non solo attaccare qualunque obiettivo, ma anche farlo di sorpresa. Infatti, i sovietici erano in grado di colpire gli Stati Uniti continentali senza che le loro testate fossero intercettate dai radar d’allerta. In particolare, era possibile distruggere tutte le principali installazioni di comando americane, nonché i radar [[ABM]] con i relativi impianti di difesa antimissile.<br/>
Tuttavia, i limiti erano molteplici. Intanto, si trattava di un sistema molto complesso. Inoltre, le esigenze “orbitali” ridussero il playloadpayload massimo caricabile, e quindi le testate erano relativamente poco potenti in confronto a quelle dei normali ICBM. Vi era poi il problema della scarsa precisione, tanto che alcuni esperti americani misero in dubbio la reale efficacia del sistema, visto il CEP molto elevato. A questo occorre infine aggiungere che il vantaggio della sorpresa venne completamente annullato negli [[anni 1970|anni settanta]], quando gli americani misero in orbita dei [[satellite artificiale|satelliti]] d’allerta all’infrarosso<ref name="OGCh">[http://www.astronautix.com/craft/ogch.htm OGCh]</ref>.
 
==Utilizzo==