Francesco Nullo: differenze tra le versioni

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== La famiglia ==
Figlio di Arcangelo e Angelina Magno, personaggio di grande coraggio, visse nel [[XIX secolo]] e legò il suo nome a numerose imprese patriottiche italianein maItalia anchee polacchePolonia. Di famiglia agiata, era commerciante di tele di lino e possedeva una fabbrica di tessuti. Ciò nonostante lo troviamoPartecipò, coi suoi due fratelli, a fianco della popolazione milanese nelle barricate delle [[cinque giornate di Milano]], durante i moti del [[1848]], fatto che gli causò numerosi problemi con la polizia austriaca. Arruolatosi nei [[Corpi Volontari Lombardi]] del generale [[Michele Allemandi]] nel mese di aprile prese parte alla sfortunata [[invasione del Trentino (1848)|invasione del Trentino]].
 
== Il patriota ==
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Animato da profondo spirito patriottico, si unì nel [[1859]] a [[Garibaldi]] nelle file dei [[Cacciatori delle Alpi]] per combattere contro gli austriaci. Ma l'impresa per la quale passò alla storia fu la [[spedizione dei Mille]]. Nullo si occupò personalmente dell'arruolamento dei volontari nella [[Bergamo|propria città]] che, visto il grande numero di adesioni, si poté fregiare dell'appellativo di ''Città dei Mille''.
 
Inoltre si dice che, grazie alla sua attività nel campo dei tessuti, fornì le camicie rosse utilizzate dai garibaldini nella suddetta spedizione.
 
La spedizione dei Mille lo vide protagonista di atti di valore, tanto che fu lui a piantare il primo [[tricolore]] a [[Palermo]], il [[27 maggio]] [[1860]].
Scrisse sul ''Libro d'Onore'' dei volontari bergamaschi {{quote|Io sono superbo di appartenere alla valorosa schiera dei figli di Bergamo che fregiano i fogli di questo libro d'onore e di vedere il mio nome accanto a quelli di tanti compagni d'armi|Bortolo Belotti, ''Storia di Bergamo e dei bergamaschi'', Bergamo, Bolis, 1989}}
 
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[[Immagine:PL Francesco Nullo.jpg|thumb|Busto di Francesco Nullo a [[Varsavia]]]]
Dopo la caduta del governo [[Governo Rattazzi I|governo Rattazzi]], a causa della generale indignazione per i fatti d'Aspromonte, il nuovo primo ministro [[Luigi Carlo Farini|Farini]] incoraggiò Nullo a formare una legione di volontari per intervenire al fianco degli [[Rivolta di Gennaio|insorti polacchi contro la dominazione russa]], assicurando il proprio intervento presso il [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Re]], affinché dichiarasse guerra all'[[Impero russo]].
Malgrado la caduta di Farini venne(che aveva minacciato il re con un coltello durante un consiglio dei ministri consideratomanifestando pazzoi esegni costrettodi alleun dimissioni,disturbo mapsichico) Nullo riuscì a partire per la [[Polonia]], alla testa di una formazione raccogliticcia di circa 600 volontari italiani e francesi, tra i quali una sessantina di [[garibaldini|camicie rosse]]. Durante il viaggio di trasferimento, si aggregarono alla legione franco-italiana anche piccoli gruppi di cacciatori polacchi in esilio e gli ''[[Zuavi#Zuavi della Morte|Zuavi della Morte]]'', guidati dal tenente François Rochebrune.
 
Farini venne considerato pazzo e costretto alle dimissioni, ma Nullo riuscì a partire per la [[Polonia]], alla testa di una formazione raccogliticcia di circa 600 volontari italiani e francesi, tra i quali una sessantina di [[garibaldini|camicie rosse]]. Durante il viaggio di trasferimento, si aggregarono alla legione franco-italiana anche piccoli gruppi di cacciatori polacchi in esilio e gli ''[[Zuavi#Zuavi della Morte|Zuavi della Morte]]'', guidati dal tenente François Rochebrune.
 
La Legione varcò i confini della [[Polonia del Congresso]] il 3 maggio 1863 presso [[Krzeszowice]]. Quel giorno venne ingaggiata la prima battaglia del gruppo in Polonia a [[Podłęże]], dove sconfisse una pattuglia [[Russia zarista|zarista]].
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Successivamente, il 5 maggio 1863 la Legione prese parte nella [[battaglia di Krzykawka]], dove insieme agli ''Zuavi della Morte'' subì pesanti perdite; Nullo cadde in battaglia trafitto da un proiettile [[cosacco]], avendo solo il tempo di sussurrare, in [[dialetto bergamasco]]: ''Sò mòrt!'' ("sono morto").
 
Nonostante l'inesperienza degli insorti polacchi, si batté con un coraggio tale da creare attorno a sé un alone di invulnerabilità e procurarsiguadagnarsi l'ammirazione di tutti. DiversiNello altri italiani furono uccisi in questostesso scontro, tra gli altri un altro garibaldino bergamasco, [[Stefano Elia Marchetti]] ed alcuniitaliani furono fatti prigionieri e deportati in [[Siberia]], tra cui il cornigliese [[Giovanni Rustici]].
Con Nullo fu ferito conanche Stefano Elia Marchetti nella città [[polonia|polacca]] di [[Olkusz]] e fu trasportato a casa di un capitano austriaco, vicino al confine della Polonia austriaca, a [[Chrzanów (Piccola Polonia)|Chrzanów]], dove Marchetti morì sei giorni dopo a causa delle ferite riportate<ref>[http://books.google.it/books?id=EDMOAAAAQAAJ&pg=PA246&dq=Marchetti+Stefano+Elia&hl=it&ei=jM9wTc7FMYG38QOVj5mvCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCkQ6AEwAA#v=onepage&q=Marchetti%20Stefano%20Elia&f=false Stefano Elia Marchetti in ''Vite degl'italiani benemeriti della libertà e della patria'']</ref>. È stato sepolto a [[Olkusz]], in [[Polonia]].
 
Nullo fu ferito con Stefano Elia Marchetti nella città [[polonia|polacca]] di [[Olkusz]] e fu trasportato a casa di un capitano austriaco, vicino al confine della Polonia austriaca, a [[Chrzanów (Piccola Polonia)|Chrzanów]], dove Marchetti morì sei giorni dopo a causa delle ferite riportate<ref>[http://books.google.it/books?id=EDMOAAAAQAAJ&pg=PA246&dq=Marchetti+Stefano+Elia&hl=it&ei=jM9wTc7FMYG38QOVj5mvCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCkQ6AEwAA#v=onepage&q=Marchetti%20Stefano%20Elia&f=false Stefano Elia Marchetti in ''Vite degl'italiani benemeriti della libertà e della patria'']</ref>. È stato sepolto a [[Olkusz]], in [[Polonia]].
 
== Ricordo ==