Ray tracing: differenze tra le versioni

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Nella progettazione delle lenti acquistano importanza due casi particolari. Nel primo caso, i raggi provenienti da una sorgente luminosa si incontrano in un [[fuoco (ottica)|punto focale]] dove possono interferire in modo costruttivo e distruttivo gli uni con gli altri. Nella regione focale prossimale, i raggi possono essere approssimati convenientemente da [[onda piana|onde piane]] che ne ereditano la direzione. La lunghezza del percorso ottico (OPL) dalla sorgente viene utilizzata per determinare la [[Fase (segnali)|fase]] dell'onda. La [[derivata]] della posizione del raggio nella regione focale rispetto alla posizione della sorgente è usata per ottenere la larghezza del raggio e, da questa, l'[[ampiezza]] dell'onda piana. Il risultato è la [[funzione di diffusione del punto luminoso]] (''point spread function'' o PSF), la cui [[trasformata di Fourier]] corrisponde alla [[funzione di trasferimento della modulazione]] (MTF), da cui si può calcolare anche il [[rapporto di Strehl]].
 
Il secondo caso considera l'interferenza dei [[fronte d'onda|fronti d'onda]] (l'insieme dei punti che hanno la stessa fase) che sono approssimabili, come detto in precedenza, a delle superfici piane. Quando i raggi si avvicinano tra loro, o si intersecano, questa approssimazione viene meno.
 
Le interferenze di onde sferiche non hanno solitamente a che fare con il ray tracing dato che la [[diffrazione]], ad una determinata apertura, non può essere calcolata.