Shatt al-'Arab: differenze tra le versioni

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{{Infobox fiume
|nome = Shatt al-'Arab
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|nasce = Confluenza tra [[Tigri]] e [[Eufrate]] presso [[Al-Qurna]], in [[Irak]]
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Il controllo della via fluviale è stata oggetto di dispute già prima del conflitto Iraq-Iran sin dal trattato di pace del [[1639]] firmato tra [[Impero Ottomano]] e [[Impero Persiano]], che si divisero il territorio seguendo le varie appartenenze tribali degli abitanti della regione. Tuttavia proprio in base a questo criterio, l'Impero Ottomano reclamò il controllo totale della via d'acqua, proclamandosi rappresentante ufficiale e tutore delle popolazioni chiamate [[Arabi delle Paludi]] che abitano entrambe le rive del fiume (da qui il toponimo usato in arabo) lungo il suo corso inferiore. <br />
Le tensioni tra Impero Ottomano e Persia si protrassero e si intensificarono fino allo scoppio delle ostilità nel [[XIX secolo]] che ebbe termine solo con il ''Secondo Trattato di Erzurum'' del [[1847]], che vide la partecipazione di delegazioni britanniche e russe. Tuttavia anche in seguito continuarono le rivendicazioni da entrambe le parti e la tensione restò alta fino a quando [[Henry John Temple|Lord Palmerston]], Ministro degli Esteri britannico, non giunse a dichiarare la necessità nel [[1851]] di istituire un arbitrato tra Russia e Gran Bretagna per dipanare l'annosa questione. Fu così che nel [[1913]] venne siglato a [[Costantinopoli]] un protocollo tra [[Giovani Turchi]] e Impero Persiano che venne però del tutto vanificato con lo scoppio della [[Prima guerra mondiale]].
 
Durante il mandato britannico in Mesopotamia (1920-1932), per il controllo della via d'acqua fu applicato lo stesso principio che era allora in vigore in Europa per il [[Danubio]], cioè che la linea di confine correva lungo la linea di maggior profondità del corso del fiume.
 
Nel 1937 Iran e Irak firmarono un trattato che poneva fine alla disputa sul controllo dello Shatt al-Arab.<ref name="Karsh, Efraim page 7">Karsh, Efraim ''The Iran-Iraq War 1980–1988'', London: Osprey, 2002 page 7</ref> Il trattato stabiliva il confine lungo la linea di bassa marea sul lato orientale del fiume, tranne che a [[Abadan]] e [[Khorramshahr]] dove invece la frontiera coincideva con la linea di massima profondità; questo dava di fatto all'Irak il controllo dell'intera via d'acqua. L'Iran aveva il diritto di utilizzare il canale, purché le sue navi issassero la bandiera irachena, al comando messo un capitano iracheno e venisse pagato un pedaggio.<ref name="Karsh, Efraim page 8">Karsh, Efraim ''The Iran-Iraq War 1980–1988'', London: Osprey, 2002 page 8</ref> Verso la fine degli anni 1960, l'accresciuta potenza militare iraniana determinata dalla politica dello [[scià]] [[Mohammad Reza Pahlavi]], portò l'Iran ad assumere una posizione sempre più determinante nel Medio Oriente,<ref name="Karsh, Efraim page 7"/> che sfociò nell'aprile 1969 nell'abrogazione del trattato del 1937; l'Iran smise a questo punto di pagare il pedaggio all'Irak per il passaggio delle sue navi.<ref>Karsh, Efraim ''The Iran-Iraq War 1980–1988'', London: Osprey, 2002 pages 7–8</ref> Lo scià giustificò la sua decisione affermando che in tutto il mondo il confine corre lungo la linea di massima profondità del fiume; inoltre, poiché la maggioranza delle navi che solcavano lo Shatt al-Arab era iraniana, il trattato del 1937 non era equo.<ref>Bulloch, John and Morris, Harvey ''The Gulf War'', London: Methuen, 1989 page 37.</ref> L'Irak minacciò sanzioni militari, ma il 24 aprile 1969, quando una petroliera iraniana scortata da navi da guerra percorse il canale, l'Irak conscio di essere militarmente più debole non intervenne.<ref name="Karsh, Efraim page 8"/> L'abrogazione da parte iraniana del trattato del 1937 segnò l'inizio di un acuto periodo di tensione tra i due paesi, che perdurò fino agli accordi di Algeri del 1975.<ref name="Karsh, Efraim page 8"/>
 
Prima dell'accordo infatti il leader iracheno [[Saddam Hussein]] aveva reclamato per il suo paese il controllo dell'intera via d'acqua fino alle sponde iraniane; in risposta l'Iran dal 1970 cominciò a sostenere la lotta dei [[Curdi]] iracheni per l'indipendenza. Tutte le proposte di mediazione delle [[Nazioni Unite]] furono respinte da entrambi i contendenti fino al marzo 1975 quando i due paesi firmarono gli accordi di Algeri con cui l'Irak riconosceva come linea di frontiera la linea di massima profondità e in cambio l'Iran smetteva di sostenere le rivendicazioni curde.
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== Conflitti recenti ==
[[File:Basra-Shatt-Al-Arab.jpg|thumb|250px|right|Lo Shatt al-Arab nei pressi di [[Bàssora]], in Iraq.]]
Durante l'invasione dell'Iraq nel 2003, la via d'acqua era un obiettivo chiave militare per le forze della Coalizione. Dal momento che è l'unico sbocco al [[Golfo Persico]], la sua cattura è stata importante nel garantire gli aiuti umanitari al resto del paese, e anche per fermare il flusso di operazioni di contrabbando illegale. All'inizio del conflitto i Marines britannici pianificarono un assalto anfibio per catturare le importanti installazioni petrolifere e le piattaforme portuali situate a Umm Qasr, sulla penisola di al-Faw.
 
Dopo la fine della guerra, su mandato della risoluzione 1723 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Regno Unito è stata affidata la responsabilità di pattugliare la via d'acqua e la zona del Golfo Persico attorno alla foce del fiume, e di assicurarsi che le navi nella zona non vengono utilizzate per il trasporto di munizioni all'Iraq.
 
In due occasioni, le forze iraniane che operano sullo Shatt al-Arab hanno catturato marinai della Royal Navy accusandoli di aver sconfinato nel loro territorio.
 
== Note ==