Open Gaming License: differenze tra le versioni

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La '''Open Gaming License''' (anche '''Open Game License''' o '''OGL''') è una licenza ''[[open content]]'' progettata per i [[Gioco di ruolo|giochi di ruolo]], valida in tutto il mondo. È stata pubblicata dalla [[Wizards of the Coast]] nel [[2000]] per rilasciare il suo gioco ''[[Dungeons & Dragons|Dungeons & Dragons Terza Edizione]]'' come [[System Reference Document]] (SRD), con una mossa d'avanguardia di [[Ryan Dancey]], vice presidente di Wizards of the Coast.<REF>[{{Cita web|url=http://www.wizards.com/dnd/article.asp?x=dnd/md/md20020228e|autore=Ryan Dancey|titolo=Open Gaming Interview Withwith Ryan Dancey]|editore=Wizards of the Coast|data=|accesso=27 agosto 2013|lingua=en|opera=The Most Dangerous Column in Gaming}}</REF> Comunemente è utilizzata con la [[d20 System#d20 License System / Open Game System|d20 License]] per consentire a professionisti, aziende, editori o anche semplici appassionati di pubblicare la SRD e le opere derivate con il marchio ''[[d20 System]]'', ma è anche usata per rilasciare contenuti non correlati al ''d20 System'' e/o alla SRD.
 
Qualche volta ci si riferisce al'insieme dei soggetti che rilasciano i propri lavori sotto OGL come "[[Open gaming|open gaming moviment]]".
 
== Termini di licenza ==
Il testo completo della OGL è fornito da Wizards of the Coast<REF name=SRD>[{{Cita web|url=http://www.wizards.com/d20/files/OGLv1.0a.rtf|autore=|titolo=Open TestoGame completoLicense dellaVersion Open1.0a|editore=Wizards Gamingof License]the (inCoast|data=2000|accesso=27 inglese,agosto 2013|formato RTF)=rtf|lingua=en}}</REF>. La traduzione ufficiale in lingua italiana della licenza non avviene per motivi legali<ref>[{{Cita web|url=http://d20.it/regole/licenza.php]|autore=|titolo=Notizie sulla licenza|editore=d20.it|data=|accesso=27 agosto 2013|urlachivio=http://web.archive.org/web/20080530210432/http://d20.it/regole/licenza.php|dataarchivio=30 maggio 2008}}</ref>. Da molti punti di vista, la OGL assomiglia alle altre licenze [[open source]]; questa sezione tratta principalmente delle differenze fra la OGL e le licenze open source standard.
 
La OGL descrive due forme di contenuti: l'''Open Gaming Content'' (OGC), ovvero il contenuto che rappresenta le [[Glossario dei giochi di ruolo#Meccanica di gioco|meccaniche di gioco]], che viene distinto dal contenuto non-OGC, definito "closed content" (in opposizione all'"[[open content]]"), protetto invece dalle normali norme sul [[copyright]]. La OGL permette di includere in una singola opera sia OGC – open content – che closed content, a condizione che l'editore o il soggetto che rilascia il materiale indichi chiaramente quali parti dell'opera siano OGC (ad esempio, ''«This material is Open Game Content, and is licensed for public use under the terms of the Open Game License v1.0a»''<ref>dalla{{Cita System Reference Document di ''Dungeons & Dragons''[web|url=http://www.wizards.com/default.asp?x=d20/article/srd35]|autore=|titolo=Revised (v.3.5) System Reference Document|editore=Wizards of the Coast|data=|accesso=27 agosto 2013|lingua=en}}</ref>).
 
Inoltre, la OGL definisce il concetto di ''Product Identity'' (PI), traducibile come "identità di prodotto". Il PI è definito come:
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== Critiche e controversie ==
{{F|Giochi|dicembre 2011|Tutta questa sezione pur esprimendo critiche nei confronti della OGL rimane sul vago su chi ha espresso le critiche e quando le avrebbe espresse}}
La OGL è stata criticata da vari giocatori e gruppi di gioco che dissentivano dal cosiddetto «Wotc-inspired open gaming movement» («movimento open game che si ispira a Wizards of the Coast») sulla base del fatto che la posizione predominante di Wizards of the Coast nel mercato dei giochi è negativa e che la OGL avrebbe continuato questa negatività espandendo l'influenza della compagnia sul mercato.
 
Le critiche iniziali non erano indirizzate contro la OGL, bensì contro la [[d20 System#d20 License System / Open Game System|d20 License]], che permette di usare il marchio d20 anche a chi non ne detiene la proprietà. Molti spesso confondono la d20 License con la OGL anche se sono due documenti legali differenti. Le critiche verso la OGL tendono a focalizzarsi su tre punti: la definizione della Product Identity, l'abilità di mischiare l'Open Gaming Content, o OGC, con il contenuto non-OGC, e la presenza di un requisito che rende obbligatorio tener traccia della fonte.
 
Il primo è probabilmente il più contestato. I critici considerano la PI, come definita nell'OGL, troppo onerosa e non [[fair use]], incrementando la copertura legale delle tradizionali leggi sulla proprietà intellettuale, come [[Marchio registrato|marchi registrati]] e [[copyright]].
 
I critici contestano la possibilità, anche se contro i termini di licenza, che il contenuto OGC e la PI possano essere combinati senza una chiara distinzione fra i due, cosa che impedirebbe il riutilizzo del materiale OGC, eliminando così lo scopo principale della OGL. Mentre la licenza impone che l'OGC e la PI debbano essere chiaramente distinti, non dà specifici meccanismi su come questo debba avvenire; i critici considerano i termini di licenza troppo vaghi su questa parte. Citano come esempio la pratica comune di molti editori che utilizzano la d20 License e la OGL di indicare quali parti del materiale sono OGC dichiarando semplicemente «tutte le regole sono Open Gaming Content, il resto è closed content», o qualcosa di simile. Questo genera una considerevole confusione nel capire quali parti dell'opera siano OGC e quali no, cosa che i critici additano come stratagemma per prevenire il riutilizzo del materiale. La Open Gaming License è spesso pubblicizzata come una forte licenza [[copyleft]]. Ma l'abilità di mischiare materiale OGC con quello non-OGC porta alla domanda se possa essere o no considerata una forte licenza copyleft, o se può essere anche solo considerata copyleft.