Project Nim: differenze tra le versioni

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==Trama==
Il film è tratto dal saggio di Elizabeth Hess nel quale si ricostruiscono le vicende di un esperimento condotto negli [[anni 1970|anni settanta]] da [[Herbert S. Terrace]] della [[Columbia University]] di [[New York]] volto a indagare l'acquisizione del linguaggio in uno [[Pan troglodytes|scimpanzé]] chiamato [[Nim Chimpsky]]<ref>{{cita libro | cognome= Hess | nome= Elizabeth |titolo=Nim Chimpsky: the chimp who would be human |editore=Bantam Books |anno=2008 |id=ISBN 0553382772 , 9780553803839 | città= New York |url=http://books.google.it/books?id=46zFWSUBzocC&hl=it&source=gbs_similarbooks}}</ref>. Sottratto alla propria madre all'età di due mesisettimane e affidato a degli esseri umani, i quali lo trattarono come un piccolo essere umano, col tempo lo scimpanzé manifestò dei comportamenti giudicati violenti per cui, all'età di quattro anni, venne rimandato indietro con conseguenze devastanti. Il documentario di Marsh è costituito in gran parte da filmati dell'epoca e da interviste ai protagonisti della vicenda.
 
Nim nacque in un centro di ricerca sui primati a [[Norman (Oklahoma)|Norman]], nell'[[Oklahoma]]. Sua madre Caroline veniva trattata esclusivamente come una fattrice: tutti i suoi figli erano stati sottratti poco dopo la nascita per essere utilizzati in esperimenti scientifici. Terrace intendeva vagliare l'ipotesi che gli scimpanzé potessero apprendere il [[linguaggio dei segni]] e comunicare con gli esseri umani. Il piccolo Nim fu pertanto affidato da Terrace a Stephanie LaFarge, una sua ex allieva un po' hippie che abitava con la famiglia in un appartamento dell'[[Upper West Side]]. Nim fu accolto in famiglia come un piccolo essere umano: gli facevano indossare vestiti umani, mangiava gli stessi alimenti della famiglia e, soprattutto, veniva vezzeggiato e circondato di affetto come un vero bambino. I componenti della famiglia LaFarge avrebbero dovuto usare esclusivamente il linguaggio dei segni in presenza di Nim. Tuttavia ciò non si verificava perché, come testimonia Jennie LaFarge, figlia di Stephanie, in famiglia nessuno era in grado di utilizzare speditamente quel linguaggio. Stephanie LaFarge, inoltre, cominciò l'addestramento di Nim al linguaggio dei segni solo dopo che il cucciolo ebbe compiuto i tre mesi, un'età giudicata da Terrace troppo avanzata in quanto i cuccioli degli scimpanzé si sviluppano più rapidamente degli esseri umani.