Max Stirner: differenze tra le versioni

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Stirner rimane ancor oggi al centro di un dibattito diffuso e animato: un'ampia letteratura secondaria compare in tedesco, italiano, francese e spagnolo, mentre in inglese vi sono solo interventi che sottolineano le interpretazioni [[Anarchia|anarchica]] ed [[Esistenzialismo|esistenzialista]] del suo pensiero.
 
== Pensiero politico ==
 
Stirner pone l’individuo al centro del mondo in quanto è già dotato di per se di una sua assolutezza: anche la libertà deve essere assoluta in se e per se, se non lo fosse non sarebbe più libertà, non dobbiamo cercare di limitarla.
Va da se, però, che un siffatto modello di libertà non è praticabile perché la libertà di un individuo non può coincidere con quella di un altro individuo. Sta, comunque, di fatto che la libertà può essere esclusivamente assoluta.
Il problema risiede nel trovare un compromesso tra libertà assoluta (impraticabile) e liberta determinata (che non è autentica libertà).
Stirner sceglie la libertà individuale: “si può perdere la libertà, ma la libertà spetta solo a noi”, è una scelta momentanea che si presenta all’individuo in ogni momento della sua vita.
L’individuo deve avere la proprietà della libertà, non basta dirsi liberi, io devo poter fare o non fare ciò che desidero; a S. non interessa realizzare l’ideale della libertà, quello a cui punta è di avere la libertà, l’uomo diventa libero se riesce a sottoporre la libertà al proprio volere (non basta l’ideale).
La libertà deve liberare l’unicità quale dimensione autentica dell’individuo, la libertà così posta è teoricamente infinita e senza confini, io individuo e solo io posso sottoporla a dei limiti.
La libertà così intesa si esplica al di fuori di ogni codificazione; è possibilità di essere, di avere, etc… Per sfruttare la mia libertà posso usare ogni mezzo, addirittura l’ipocrisia e l’inganno.
Dal punto di vista delle istituzioni politiche non vi può essere alcun rapporto tra istituzioni e libertà dell’individuo, il diritto, solo per il fatto di esserlo, si pone al di fuori della mia individualità (in quanto è stato elaborato con strumenti che esulano, appunto, dalla mia individualità).
I diritti mi sono stati concessi e non sono atto della mia libertà: basta ciò per considerarli un qualcosa che imbriglia la libertà; non sono io che mi approprio dei diritti, sono un qualcosa che gli altri mi concedono, importa poco se questa concessione avvenga ad opera di pochi, uno o molti.
Si tagliano, cos’, i ponti anche con una concezione politica ultrademocratica: è sempre un qualcosa di collettivo, a Stirner interessa invece l’individualità.
 
 
 
== Bibliografia ==