Roberto Sanseverino: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|omonimo Roberto Sanseverino|[[Roberto_Sanseverino_d'Aragona]]}}
[[File:Artista napoletano del XV secolo, roberto di sanseverino, 1486 ca.JPG|thumb|Artista napoletano, medaglia di Roberto Sanseverino, 1486 circa]]
[[ImmagineFile:Stemma sanseverino grande.jpg|thumb|150px|Stemma dei Sanseverino]]
{{Bio
|Nome = Roberto
|Cognome = Sanseverino
|Sesso = M
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|AnnoNascita = [[1430]] circa
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 2 dicembre
|AnnoMorte = 1474
|Categorie = no
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==Biografia==
Alla morte del padre, Roberto aveva ereditato con i fratelli le contee di Marsico e di Sanseverino, la [[baronia di Cilento]] e i feudi di [[Agropoli]] e [[Castellabate]].
 
Nella guerra tra [[Aragonesi]] e [[Angioini]] per il [[Regno di Napoli]], Roberto Sanseverino partecipò a fianco del re [[Ferrante I]] nella battaglia di [[Sarno]]: nella notte tra il [[6 luglio|6]] e [[7 luglio]] [[1460]], guidato da villani pratici del luogo, salì verso i monti che sovrastano Sarno e con indicibile ferocia aggredì il nemico piegando quasi i soldati del [[Duca di Calabria]], [[Giovanni d'Angiò]]. Ma, attaccato sui fianchi, fu costretto a ritirarsi. Il conte Roberto, favorito dalla fortuna, benché coperto di ferite e ferito alla bocca, riuscì a riprendere la via del monte, tornò indietro, discese con i fanti verso la porta di Foce Sarno e marciò sollecito sulle tracce del re. La battaglia fu persa ed il re Ferrante fu costretto a fuggire, mentre il conte Roberto scese a patti con gli angioini.<!-- Eppure nelle cronache dell'epoca e nei cronisti successivi Roberto di Sanseverino conte di Marsico risulta fino al 1461 sempre fedele alla causa angioina... -->
Ma dopo il [[9 dicembre]] 1460, Roberto ritornò in fede al re di Napoli<ref>"Le condizioni chieste dal conte di Marsico in cambio della sua defezione furono: che il re gli concedesse Salerno con titolo di principe; che gli passasse un'annua provvigione di 25.000 ducati come soldo di 250 lancie; che gli desse il privilegio di battere moneta, purché l'impronto portasse da una parte l'arme o la testa del re; che gli fosse lecito per ogni parte del Regno far uccidere quelli di casa Capano, ch'erano stati suoi vassalli del Cilento; che tutti li beni dei vassalli suoi in caso che fossero ribelli al re, fossero devoluti non al fisco reale, ma al fisco del principe ecc." ([[Angelo di Costanzo]], f. XIX).</ref> e si recò in Calabria per contrastare gli angioini che avevano assediato [[Cosenza]]. Roberto con la sua discesa verso la Calabria fu uno dei protagonisti della riscossa di re Ferrante. Dopo la vittoriosa campagna di Calabria, ritornò in Campania e strinse d'assedio la città di [[Salerno]] che capitolò poco dopo la metà del mese di settembre del [[1462]]: la città di Salerno, ormai senza speranza di ricevere soccorso dagli angioini, si arrese a Roberto Sanseverino che ottenne dal re un indulto generale per la cittadinanza. Il [[30 gennaio]] [[1463]], Roberto Sanseverino conte di Marsico ottenne l’investitura ufficiale del [[Principato di Salerno]]<ref name="test1">Buchicchio, ''La guerra tra Aragonesi e Angioini nel Regno di Napoli.</ref>.
 
Il [[re Ferrante]] concesse poi al Principe Roberto Sanseverino anche il privilegio di battere moneta, con diploma emesso da [[Terlizzi]] il [[27 novembre]] [[1463]]. Fu poi nominato grande Ammiraglio del Regno e, il [[7 luglio]] [[1465]], al comando della flotta aragonese, fu con [[Alessandro Sforza]] uno dei vincitori della [[battaglia di Ischia]] contro [[Giovanni d'Angiò]] che aveva occupato l'isola.
 
Nel 1470 intraprese la costruzione del magnifico [[Chiesa del Gesù Nuovo|palazzo Sanseverino]] in stile rinascimentale con facciata a bugnato. Il palazzo fu progettato da [[Novello da San Lucano]]:
{{quote|Novello da San Lucano, architetto egregio, più per ossequio che per mercede innalzò questo palazzo al Principe di Salerno, suo signore e precipuo benefattore, l'anno 1470.||NOVELLUS DE SANCTO LUCANO ARCHITECTOR EGREGIUS OBSEQUIO MAGISQUAM SALARIO PRINCIPI SALERNITANO SUO ET DOMINO ET BENEFACTORI PRECIPUO HAS AEDES EDITIT ANNO MCDLXX|lingua=la}}
Da Roberto passò al figlio [[Antonello Sanseverino|Antonello]] che, per contrasti con la Corte [[Aragona|Aragonese]], subì la confisca dei beni e fu costretto a fuggire da [[Napoli]].