Roberto Farinacci: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 117:
 
===Il ritorno in politica===
Con la nomina a segretario nazionale del [[PNF]] di [[Achille Starace]] Farinacci terminò la propria opposizione a Mussolini dedicandosi esclusivamente all'attività forense e allo sport come la [[scherma]] e le [[Mille Miglia]]<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 54}}</ref>. Con la [[battaglia del grano]] Cremona fu una delle provincie italiane ad ottenere i migliori risultati<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 54}}</ref>. Curiosamente in questo periodo Farinacci si caratterizzò per la propria opposizione al [[Nazionalsocialismo]] di [[Adolf Hitler]] che di lì a poco assunse in Germania il potere<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 54}}</ref>. Nel gennaio [[1935]] Mussolini decise di riportare Farinacci nella politica e lo reintegrò nel [[Gran Consiglio del Fascismo]]<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 54}}</ref>.
[[Immagine:Farinacci in Africa Orientale.jpg|thumb|200px|right|Il tenente Roberto Farinacci in Africa Orientale]]
 
Con la [[guerra d'Etiopia]], "il selvaggio Farinacci" (com'era affettuosamente chiamato dai suoi fedelissimi) partì volontario della [[MVSN|Milizia]] con la squadriglia ''"[[La Disperata]]"'' di [[Galeazzo Ciano]]. Durante un volo aereo perse la rotta e dovette atterrare in territorio nemico finchè non fu recuperato da [[Bruno Mussolini]]<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 54}}</ref>, fu decorato con la [[medaglia d'argento al valor militare]]<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 54}}</ref>. Raggiunse il grado di [[generale]]. Durante il lancio di una [[Bomba a mano|bomba a mano]] perse la mano destra, non si seppe mai se durante un'azione bellica o per un incidente occorsogli mentre pescava in un laghetto africano<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 54}}</ref> ma fu comunque considerata come ferita bellica e ne ottenne un vitalizio (devoluto però in opere di [[beneficenza]]). Fu comunque soprannominato da [[Ettore Muti]] "''martin pescatore''"<ref>Arrigo Petacco, "L'archivio segreto di Mussolini", Oscar storia Mondadori, pagina 19</ref> <ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 54}}</ref>.
 
Nel [[1937]] fu inviato presso [[Francisco Franco]] direttamente da Mussolini come osservatore militare in [[Spagna]] durante la [[guerra civile spagnola]], le sue relazioni furono tecnicamente assai lucide, delineando un quadro prospettico alquanto critico<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 55}}</ref>. Durante la guerra di spagna, venuto a contatto diretto con i tedeschi e l'ideologia nazionalsocialista e in parte aderì alle teorie razziste tanto che rientrato in [[Italia]] entrò in contatto con [[Giovanni Preziosi]] e la sua rivista "''La vita italiana''"<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 55}}</ref>. L'adesione alle teorie razziali tedesche da parte di Farinacci non è totale infatti nei tedeschi lui vede principalmente gli apportatori di una nuova ideologia più pura da contrapporre al fascismo italiano ormai imborghesito<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 114:Diventò poi il gerarca più filonazista e razzista (continuando a tenersi una fedelissima segretaria ebrea), quello che vedeva in Hitler un modello che Mussolini non avrebbe mai potuto raggiungere.}}</ref><ref>{{cita|Silvio Bertoldi|p. 48:Forse, pensava che Hitler possedesse tutto ciò che mancava al suo collega italiano}}</ref> e il razzismo diventa il pegno da pagare<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 55: Quello farinacciano diventa il solo fascismo italiano che si tinga di hitlerismo: logica esasperazione, fino agli ultimi corollari, della sua antitesi ventennale a Mussolini}}</ref>. Cionostante continuò a tenere al proprio fianco la sua segretaria Jole Foà che era [[ebrea]]<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 114}}</ref><ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 56}}</ref>.
La sottoscrizione del [[patto d'acciaio]] fu la vittoria di Farinacci ormai soprannominato "Il tedesco"<ref>{{cita|Guido Gerosa|p. 56}}</ref>.