Jihād: differenze tra le versioni

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'''Jihād''', parola araba, ({{IPA|''&#487;ihād''}} {{arabo|&#1580;&#1607;&#1575;&#1583;}}) è una parola araba che deriva dalla radice <"{{IPA|''&#487;-h-d}}> che significa "esercitare il massimo sforzo". La parola connota un ampio spettro di significati, dalla lotta interiore spirituale per attingere una perfetta fede fino alla guerra come risposta in caso di attacco.
 
Il termine fa riferimento ad una delle [[istituzione|istituzioni]] fondamentali dell'[[Islam]]. In arabo il genere è maschile, e quindi {{chiarire|sembra opportuno mantenere questo genere grammaticale anche in italiano|a chi sembra opportuno?}} (''illo'' jihād), anche alla luce del suo primario significato letterale di "sforzo" o "impegno".<ref>Parlare del''la'' jihād sembra sottintendere, invece, un richiamo al''la'' "guerra santa", ma tutto sommato questa è solo una delle possibili interpretazioni del termine.</ref>
 
Durante il periodo della rivelazione coranica, allorché [[Muhammad]] si trovava alla [[La Mecca|Mecca]], lo ''jihād'' si riferiva essenzialmente alla lotta non violenta e personale, quindi a quello sforzo interiore necessario per la comprensione dei misteri divini. In seguito al trasferimento ([[Egira]]) dalla [[La Mecca|Mecca]] a [[Medina]] nel [[622]], e alla fondazione di uno Stato islamico, il [[Corano]] (22:39) autorizzò il combattimento difensivo. Il Corano iniziò a incorporare la parola ''qitāl'' (combattimento o stato di [[guerra]]), e due degli ultimi versi rivelati su questo argomento (9:5, 29) suggeriscono, secondo studiosi classici come [[Ibn Kathir|Ibn Kathīr]], una continua guerra di conquista contro i nemici non credenti.<br/>