Maggioranza: differenze tra le versioni

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Il ''principio di maggioranza'', in base al quale, nell'assunzione di una [[decisione]] da parte di un gruppo, prevale l'opzione che ha raccolto la maggioranza di consensi, è uno dei capisaldi della [[democrazia rappresentativa]] e di alcune forme della [[democrazia diretta]], anche se, come fa notare [[Norberto Bobbio]], non sono solo i sistemi democratici ad utilizzarlo e, di converso, anche nei sistemi democratici non tutte le decisioni collettive vengono prese in questo modo.
 
Il principio di maggioranza è adottato da [[collegio (diritto)|collegi]] di ogni tipo, comprese le [[parlamento|assemblee parlamentari]], e per l'[[elezione]] di rappresentanti o l'assunzione diretta di decisioni da parte del [[corpo elettorale]] o di altre [[collettività (sociologia)|collettività]] (ad esempio, i membri di un'associazione). In tutti questi casi, secondo il criterio adottato delle norme che regolano la votazione o l'elezione per stabilire quando la proposta risulta approvata o il canditatocandidato eletto, si possono avere diversi tipi di maggioranza: relativa, semplice, assoluta o qualificata. Al riguardo, va evidenziato che la terminologia presenta delle oscillazioni, per cui è possibile trovare in certi testi "maggioranza semplice" e "maggioranza relativa" usati come sinonimi o, addirittura, con significato invertito rispetto a quello qui esposto, così come "maggioranza qualificata" usato in senso più ampio, ricomprendendovi anche la maggioranza assoluta.
 
===Maggioranza relativa===