Cellula presentante l'antigene: differenze tra le versioni
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Le '''cellule APC''' (cellule che presentano l'antigene, dall'inglese Antigen-Presenting Cell) sono una classe di [[cellule]] del [[sistema immunitario]] in grado di esporre [[antigeni]] sulla propria superficie di membrana attraverso l'[[Complesso maggiore di istocompatibilità|MHC]] di [[MHC-II|classe II]].
Teoricamente, qualsiasi cellula è in grado di esporre antigeni sulla propria membrana utilizzando l'MHC di [[MHC-I|classe I]], e dunque stimolare le cellule
Le cellule dendritiche, i macrofagi e i linfociti B sono tutte cellule che esprimono MCH di classe II e possono presentare l'antigene ai linfociti T CD4<sup>+</sup>. Per questo motivo sono anche dette ''APC professionali''. Tra tutte le cellule, le cellule dendritiche sono le più efficaci nell'attivare i linfociti T naive dal momento che macrofagi e linfociti B espongono l'antigene prevalentemente a linfociti T già attivati. Le ''APC non professionali'' non esprimono di norma l'MHC-II, ma possono farlo in seguito alla stimolazione di alcune [[citochine]].
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==== Molecole MHC di classe I ====
{{vedi anche|MHC-I#Struttura}}
Si legheranno alle MHC di classe I i peptidi presenti nel citosol. Questi possono essere prodotti di virus o microbi che hanno infettato la cellula, da geni mutati nelle cellule tumorali oppure proteine di microbi o virus fagocitati ma che sono finiti nel citoplasma. E' questo il caso di microbi che si sono evoluti per evitare di morire per fagocitosi e hanno sviluppato metodi (come la costruzioni di pori nelle vescicole) per riversarsi e riversare prodotti nel citosol. Ne è un esempio la [[Listeria monocytogenes]] che produce una proteina, la ''listeriolisina'', capace di far uscire i batteri dalle vescicole. In altri casi, alcune DC possono utilizzare antigeni presenti nelle vescicole (e quindi destinati alle MHC di classe II) in un fenomeno conosciuto come ''[[#
Una volta nel citoplasma le proteine vengono degradate (dal [[proteasoma]], da proteasi specifiche, con il reticolo endoplasmatico) in peptidi più piccoli di grandezza ideale per i legame con le MHC di classe I (una lunghezza di 8-11 amminoacidi). La tappa successiva è il trasporto nel reticolo endoplasmatico dove sono presenti le molecole MHC tramite il ''trasportatore associato con la processazione dell'antigene'' '''TAP''' (Transporter Associated with Antigen Processing) che è specializzato nel trasportare peptidi di 8-16 amminoacidi. Nel lume del RE TAP è associato con la '''tapasina''' che lo avvicina alle molecole MHC di classe I vuote permettendo il legame con il peptide che nel frattempo è stato ulteriormente adattato da '''ERAP''' (''Endoplasmic Reticulum Amino-Peptidase''). Una volta avvenuto il legame peptide-MHC si perde l'affinità con la tapasina e il complesso MHC può essere trasportato sulla superficie cellulare (attraverso il Golgi e il sistema di esocitosi). Il peptide è essenziale per la riuscita di quest'ultimo passaggio perché le due sole catene che costiuiscono la molecola MHC di classe I (vedi [[MHC di classe I#Struttura|struttura delle MHC di classe I]]) sono instabili e non riescono ad essere trasportati finendo per essere degrati del citosol.
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I peptidi che si legano con le molecole MHC di classe II provengono da antigeni endocitati e quindi contenuti in vescicole. La prima tappa è il legame dell'antigene con la APC che ne determina la fagocitosi. Le APC presentano sulla superficie cellulare svariati recettori (per lo più facenti parte dell'[[immunità adattativa]] come i [[Toll-Like Receptors]]) che legano e provocano l'internalizzazione dell'antigene. All'interno delle vescicole il [[pH]] acido attiva le ''catepsine'' delle proteasi che degradano gli antigeni. Molte proteine vengono prima legate alle molecole MHC e poi tagliate in peptidi. Esistono all'interno dei macrofagi e dei linfociti B delle vescicole ricche di MHC di classe II denominate ''compartimenti MHC di classe II''' o ''MIIC'' che hanno un ruolo essenziale nella presentazione dell'antigene.
Le molecole MHC di classe II sono sintetizzate nel reticolo endoplasmatico dove le catene α e β vi appaiano. Siccome solo il legame con il peptide stabilizza le due catene per permettere che le MHC possano arrivare agli [[endosomi]] vengono legate con una particolare proteina detta '''catena invariante (I<sub>i</sub>)''' che occupa lo spazio riservato all'antigene. In questo modo le MHC non possono legare peptidi nel reticolo endoplasmatico che rimangono liberi per le MHC di classe I. Il passaggio successivo è il trasporto in vescicole esocitotiche che si fondono con quelle contenenti i peptidi (dove I<sub>i</sub> viene degradata) con il conseguente legame peptide-MHC.
Nel particolare, I<sub>i</sub> viene degradata per azione delle stesse catepsine presenti nelle vescicole che ospitavano gli antigene, riducendolo ad una sequenza di 24 amminoacidi dett '''peptide invariante associato alla classe II CLIP''' (CLass II-associated Invariant chain Peptide). Il CLIP viene a sua volta rimosso da '''HLA-DM''' di struttura simile aglle molecole MHC e presente nel MIIC. HLA-DM aiuta anche i legame con i peptidi e il loro eventuale taglio una volta complessati con MHC.
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== Presentazione degli antigeni non proteici ==
Alcune popolazioni di linfociti T sono in grado di riconoscere antigeni non proteici e senza la restrizione dell'MHC. Ne sono esempi i [[Linfociti T#
I linfociti NKT legano i lipidi complessati con '''CD1''', una molecola simile alle MHC. Le CD1 espresse sulla membrana legano i lipidi, vengono endocitate e poi ritornano ad essere espresse sulla superficie cellulare apparentemente senza processare i lipidi.
Le cellule T γδ possono riconoscere una grande varietà di antigeni, fra cui proteine e lipidi, senza bisogno che siano legati a MHC.
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