Diritto all'acqua: differenze tra le versioni
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{{quote|"È ormai tempo di considerare l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari nel novero dei diritti umani, definito come il diritto uguale per tutti, senza discriminazioni, all'accesso ad una sufficiente quantità di acqua potabile per uso personale e domestico - per bere, lavarsi, lavare i vestiti, cucinare e pulire se stessi e la casa - allo scopo di migliorare la qualità della vita e la salute.<br />
Gli Stati nazionali dovrebbero dare priorità all'uso personale e domestico dell'acqua al di sopra di ogni altro uso e dovrebbero fare i passi necessari per assicurare che questo quantità sufficiente di acqua sia di buona qualità, accessibile economicamente a tutti e che ciascuno la possa raccogliere ad una distanza ragionevole dalla propria casa.
La Risoluzione ONU del
La Risoluzione sottolinea ripetutamente che l'acqua potabile e per uso igienico, oltre ad essere un diritto di ogni uomo, più degli altri diritti umani, concerne la dignità della persona, è essenziale al pieno godimento della vita, è fondamentale per tutti gli altri diritti umani
La Risoluzione non è vincolante, ovvero afferma un principio che ancora raccomanda (non obbliga) gli Stati ad attuare iniziative per garantire a tutti un'acqua potabile di qualità, accessibile, a prezzi economici. È stata approvata dall'Assemblea Generale con 122 voti favorevoli, 41 astensioni e nessun contrario. Altri documenti dell'ONU avevano affermato il diritto all'acqua come diritto di alcune categorie di persone (minorenni, disabili), mai come diritto universale.
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[[File:Drought.jpg|thumb|right|Suolo arido per mancanza di acqua]]
A causa della crescita delle attività umane dovuta ad un modello di sviluppo non sostenibile, la disponibilità di acqua potabile per persona sta diminuendo. All’inizio del terzo millennio si calcolava che oltre un miliardo di persone non avesse accesso all’acqua potabile
Inoltre il [http://www.unesco.org/water/wwap/wwdr1/table_contents/index.shtml ''World Water Development Report''] dell'[[UNESCO]] nel [[2003]] indica chiaramente che nei prossimi vent'anni la quantità d'acqua disponibile per ogni persona diminuirà del 30%. Per questo l'acqua è una risorsa strategica per molti Paesi.
[[Ismail Serageldin]], vicepresidente della Banca mondiale, nel 1995 affermò: “Se le guerre del Ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del Ventunesimo avranno come oggetto del contendere l’acqua”.
== La rivendicazione del diritto all'acqua ==
[[File:Mwamongu water source.jpg|thumb|Approvvigionamento dell'acqua in un villaggio della Tanzania]]
La gestione pubblica del servizio idrico ha spesso incontrato difficoltà pratiche per una cronica tendenza a non fare necessari investimenti e a non eseguire le necessarie manutenzioni (ad esempio la ricerca delle perdite degli acquedotti e la loro riparazione); molti paesi hanno quindi affidato la gestione del servizio a grandi società private (come le francesi Vivendi Environment, Suez Lyonnaise des Eaux e Saur o la tedesca Rwe/Thames water).
IL finanziamento degli investimenti decisi contrattualmente fra governo e gestore è ottenuto in genere tramite considerevoli aumenti delle tariffe di vendita dell'acqua, che gli utenti hanno ritenuto sproporzionati e insostenibili, determinando una forte conflittualità fra la società civile e le compagnie private e spesso una vera e propria rivolta contro la privatizzazione delle risorse idriche e per rivendicare il diritto all'acqua come uno dei fondamentali [[diritti umani]].
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La trasformazione dell’acqua in merce è la strategia strenuamente perseguita da organismi sovranazionali come il WTO ([[World Trade Organization]]), la [[Banca mondiale]] e il [[Fondo Monetario Internazionale]] che da tempo legano la concessione dei prestiti alla deregulation e alla privatizzazione dei servizi, tra cui anche la fornitura dell'acqua.
Durante il round di negoziati del WTO a Doha nel 2001 si parlò esplicitamente di eliminazione delle “barriere tariffarie e non tariffarie sui beni e servizi ambientali”, comprendendo tra di essi l’acqua. Un esplicito riferimento alle risorse idriche come bene commerciabile è contenuto anche nel [[NAFTA]] (North American Free Trade Agreement).
Nel [[1998]] il "Comitato internazionale per il contratto mondiale sull’acqua" si è riunito a [[Lisbona]] e ha proclamato il ''[[Manifesto dell'acqua]]''
Il [[Parlamento Europeo]] già nel [[2002]] aveva recepito queste sollecitazioni, ribadendole nel [[2003]]<ref>[http://www.abruzzosocialforum.org/forum-acqua/articoli/2004/1332004430840.html Risoluzioni del Parlamento Europeo sul diritto all'acqua] sul sito dell'AbbruzzoSocialForum]</ref>. Il 15 marzo [[2006]] è stata approvata una risoluzione<ref>[http://www.ors.regione.lombardia.it/publish_bin/C_2_ContenutoInformativo_1458_ListaAllegati_Allegato_1_All_Allegato.doc ORS Regione Lombardia] (documento in programma "Word")</ref> in vista del quarto "Forum mondiale dell'acqua", organizzato ogni tre anni dal [[Consiglio Mondiale sull'Acqua]], affermando che "''l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso all'acqua costituisce un diritto fondamentale della persona umana''".
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* [[Gabriele Carapezza Figlia]], "Oggettivazione e godimento delle risorse idriche. Contributo a una teoria dei beni comuni", Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2008
* [[Gabriele Carapezza Figlia]], "Premesse ricostruttive del concetto di beni comuni nella civilistica italiana degli anni Settanta", Rassegna di diritto civile, 2011, 4
* [[Alberto Maria Gambino]], ''Beni extra mercato'', Giuffrè, Milano, 2004
* [[Laboratorio per la polis]] (a cura di), [http://www.laboratorioperlapolis.it/diritto_umano_allacqua%0D%0A%28da.htm Il diritto umano all'acqua], 2004
* Riccardo Petrella, ''Il Manifesto dell'Acqua'', Egalibri, 2001.
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