Lancia Dilambda: differenze tra le versioni

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==Il contesto==
[[ImmagineFile:Dilambda torpedo.jpg|200px|left|thumb|La Dilambda in versione "torpedo"]]
Il progetto ''Dilambda'' prese l’avvio nel [[1926]] quando [[Vincenzo Lancia]], che di certo non era tipo da vivere sugli allori, decise di riproporre al pubblico una erede della [[Lancia Trikappa|Trikappa]] da equipaggiare sempre con un grosso [[motore]] ad 8 cilindri.
 
Inizialmente, il modello previsto (con denominazione d’officina 220), di chiara ispirazione [[Lancia Lambda|Lambda]], avrebbe dovuto contenere la [[cilindrata]] attorno ai 3 litri-3 litri e mezzo.
 
In quel periodo, destino volle che alla [[Lancia (azienda)|Lancia]] facesse visita un americano, tale Flocker, che non impiegò molto a convincere Vincenzo circa gli ampi orizzonti che si potevano aprire per la [[case automobilistiche|Casa]] [[Torino|torinese]] entrando nell’enorme mercato automobilistico [[Stati Uniti d'America|statunitense]].
 
Senza neppure avvertire i suoi più stretti collaboratori, Vincenzo fece subito abbandonare il progetto in corso per dirottare gli studi verso una vettura più grande.
 
==Le basi progettuali==
[[ImmagineFile:Dilambda berlina.jpg|200px|right|thumb|La Dilambda in versione "berlina" 4 porte-6 luci]]
Convinto (a ragion veduta) che la struttura portante non si addica ad un modello grosso e pesante, monsù Lancia affida all'ufficio tecnico il compito di progettare un telaio che sia il più robusto e rigido possibile, al quale applicare comunque la [[sospensione (meccanica)|sospensione]] anteriore a [[ruota|ruote]] indipendenti secondo lo schema della sorella minore Lambda.
Il primo telaio costruito, costituito da longheroni scatolati e [[brevetto|brevettato]] nel [[giugno]] del [[1927]], viene successivamente modificato e nel [[gennaio]] [[1928]] un ulteriore brevetto descrive quello che alla fine corrisponderà al telaio della Dilambda: telaio a longheroni scatolati, con crociera ad “X” (anch’essa in lamiera scatolata e con fori atti al passaggio dell'[[albero di trasmissione]]) e con serbatoio posteriore del [[carburante]] avente funzione di traversa di irrigidimento.
 
==I prototipi==
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==Le caratteristiche==
[[ImmagineFile:Lancia Dilambda 2Serie1930.jpg|thumb|right|Lancia Dilambda 2ª Serie del 1931]]
Tra le molte particolarità della Dilambda vanno citate la applicazione di particolari [[cuscinetto (meccanica)|cuscinetti]] (detti “silentbloc”) alle articolazioni, una particolare [[pompa]] di lubrificazione del motore, il [[termostato]] per la regolazione della [[temperatura]] dell'acqua di raffreddamento, la lubrificazione “centralizzata” del telaio. Di serie, la Dilambda viene prodotta in versione [[berlina]] e [[Torpedo (automobile)|torpedo]], ma è in un certo senso l'autotelaio a recitare la parte del leone: non si contano, infatti, le realizzazioni dei maggiori carrozzieri (italiani e stranieri) su base meccanica della Dilambda. Una interessante curiosità: è [[Pininfarina]] – che ancora non ha aperto la sua carrozzeria – a suggerire a Vincenzo Lancia l'adozione, in sintonia con lo [[stemma]] posto sul radiatore, dei singolari ed originali fari a forma di scudo.
 
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==La produzione==
I numeri di produzione di cui sopra, ancorché probabilmente sostanzialmente corretti nel loro insieme (anche se pare non includano i 12 esemplari di “pre-serie”) vanno però considerati con cautela allorché ci si riferisce ai dati delle singole versioni (ad esempio, pare che alcune [[autovettura|vetture]] della prima serie siano successivamente state modificate in seconda serie e così via).
Tra il 1929 ed il 1935 le Dilambda costruite risultano dunque quasi 1.700: il numero può sembrare modesto, ma occorre considerare che l'uscita della vettura va a coincidere con il difficile periodo economico seguito al crollo di [[Wall Street]] e che il suo prezzo di vendita è quasi proibitivo: nel 1931, un telaio Dilambda costa 58.000 [[lira italiana|lire]], mentre, per fare un raffronto, il telaio [[Lancia Artena|Artena]] costa meno della metà (24.500 lire) ed una [[Fiat 514|Fiat 514 spyder]], completa, si può comperare a 14.900 lire.
 
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<div class="NavHead" style="background:#f7f8ff; text-align:center; font-size:120%">Caratteristiche della Lancia Dilambda prima serie
</div><div class="NavContent" >
{| class="wikitable" style="width:100%; text-align:left; font-size:95%"
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|[[Motore]]|| '''tipo 81'''; anteriore, longitudinale, monoblocco; testa (riportata) in ghisa; albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio speciale con cuscinetti antifrizione riportati; pistoni in lega d’alluminio; cilindri in ghisa speciale fusi in blocco col basamento
|-
|Numero e posizione cilindri||8 cilindri a V di 24°
|-
|[[Cilindrata]]||cmc 3958,16 (alesaggio mm 79,37 – corsa mm 100)
|-
|[[Distribuzione (meccanica)|Distribuzione]]||valvole in testa, verticali (diametro mm 38) comandate da bilancere e rullo; albero a camme in testa centrale comandato da catena con doppio rinvio e due tenditori automatici
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|[[Impianto di raffreddamento|Raffreddamento]]||[[raffreddamento a liquido|ad acqua]], a circolazione forzata con pompa (montata sul coperchio dello spinterogeno ed azionato da catena) e termostato per regolazione temperatura; capacità circuito litri 24
|-
|Accensione||a [[spinterogeno]] Bosch (anticipo 18°, anticipo automatico 20°); ordine d’accensione:1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo M 145/1
|-
|Alimentazione||[[carburatore]] verticale Zenith 105 a doppio corpo e con pompa d’accelerazione
|-
|Impianto elettrico||a 12 Volt - 130 Watt – due batterie da 6 volts cad. e 75 Ah, collegate in serie
|-
|[[Trasmissione (meccanica)|Trasmissione]]||trazione sulle ruote posteriori
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|Scocca||[[telaio (meccanica)|telaio]] in acciaio scatolato, longheroni e traverse a crociera (a X)
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|[[Sospensione (meccanica)|Sospensioni]] ant.|| a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici Hatford
|-
|Sospensioni post.||ad assale rigido, con balestre longitudinali semiellittiche (estremità anteriori balestre montate su “Silentbloc” , estremità posteriori montate su biscottini) ed ammortizzatori meccanici a frizione
|-
|Impianto [[Freno|frenante]]|| freno meccanico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione e tamburi in alluminio; sistema brevettato di sicurezza che assicura la corretta ripartizione dulle 4 ruote dell’azione frenante; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori
|-
|[[Sterzo]]||a vite senza fine e ruota elicoidale; guida a destra (qualche autotelaio con guida a sinistra); diametro di sterzata nt 12,50 (mod 227 a passo lungo) e mt 12,00 (mod. 229 a passo corto)
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|Carreggiate anter-poster||cm 146,2-148,0 (mod. 227 a passo lungo) e cm 142,4-144,2 (mod. 229 a passo corto)
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|Lunghezza x larghezza||autotelaio mod.227 (passo lungo) cm 495 x cm 175,0
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|Peso a vuoto|| autotelaio (approssimativamente) : Kg 1.250 (mod. 227 a passo lungo) e Kg 1.200 (mod. 229 a passo corto)
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===Seconda serie===
'''Periodo di produzione''': dal 1931 alla fine del 1932
 
La seconda serie Dilambda (sempre in due modelli, il 227 a passo lungo ed il 229 a passo corto) inizia nel corso del 1931 e prosegue in pratica quasi due anni, sino alla fine del 1932.
 
Le modifiche che danno origine alla seconda serie (che si distingue esteriormente dalle “prima serie” per la [[Calandra (veicoli)|calandra]] anteriore, che qui è simile a quella delle ultime Lambda, con persiane verticali) possono così sintetizzarsi: migliorie all'impianto frenante (adozione servofreno Delawandre e tamburi freni più piccoli ma più larghi), variazioni al cambio (ora con la presa diretta per la III e la IV marcia) ed al [[differenziale (meccanica)|differenziale]], modifiche alla strumentazione, nuovi rapporti del cambio e del rinvio, adozione di gomme 16 x 45.
 
<div class="NavFrame" style="width:100%; ">
<div class="NavHead" style="background:#f7f8ff; text-align:center; font-size:120%">Caratteristiche della Lancia Dilambda seconda serie
</div><div class="NavContent" >
{| class="wikitable" style="width:100%; text-align:left; font-size:95%"
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|[[Motore]]||'''tipo 81A'''; anteriore, longitudinale, monoblocco; testa (riportata) in ghisa; albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio speciale con cuscinetti antifrizione riportati; pistoni in lega d’alluminio; cilindri in ghisa speciale fusi in blocco col basamento
|-
|Numero e posizione cilindri||8 cilindri a V di 24°
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|[[Cilindrata]]||cmc 3958,16 (alesaggio mm 79,37 – corsa mm 100)
|-
|[[Distribuzione (meccanica)|Distribuzione]]||valvole in testa, verticali (diametro mm 38) comandate da bilancere e rullo; albero a camme in testa centrale comandato da catena con doppio rinvio e due tenditori automatici
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|Raffreddamento||ad acqua, a circolazione forzata con pompa (montata sul coperchio dello spinterogeno ed azionato da catena) e termostato per regolazione temperatura; capacità circuito litri 26
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|Accensione||a spinterogeno Bosch (anticipo 18°, anticipo automatico 20°); ordine d’accensione:1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo M 145/1
|-
|Alimentazione||carburatore verticale Zenith 105 a doppio corpo e con pompa d’accelerazione
|-
|Impianto elettrico||a 12 Volt - 130 Watt – due batterie da 6 volts cad. e 75 Ah, collegate in serie
|-
|[[Trasmissione (meccanica)|Trasmissione]]||trazione sulle ruote posteriori
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|Scocca||telaio in acciaio scatolato, longheroni e traverse a crociera (a X)
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|[[Sospensione (meccanica)|Sospensioni]] ant.|| a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici Hatford
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|Sospensioni post.||ad assale rigido, con balestre longitudinali semiellittiche (estremità anteriori balestre montate su “Silentbloc” , estremità posteriori montate su biscottini) ed ammortizzatori meccanici a frizione
|-
|Impianto [[Freno|frenante]]|| freno meccanico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione e tamburi in alluminio; sistema brevettato di sicurezza che assicura la corretta ripartizione sulle 4 ruote dell’azione frenante; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori; adozione del servofreno “Delawandre”
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|Peso a vuoto|| autotelaio (approssimativamente) : Kg 1.300 (mod. 227 a passo lungo) e Kg 1.250 (mod. 229 a passo corto); le vetture carrozzate pesano attorno ai 2.000-2.100&nbsp;kg
|-
|[[Velocità]] massima||variabile tra 120 e 130&nbsp;km/h a seconda del rapporto finale di riduzione, del peso e dell’allestimento della carrozzeria)
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|Pendenza massima superabile|| in prima marcia, tra il 22% ed il 24%
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'''Periodo di produzione''': dal 1933 al 1935
 
Quella che può considerarsi come l'ultima serie Dilambda (definita peraltro come modello 232) ha una vita di circa tre anni (1933/35): si tratta in buona sostanza di un autotelaio - la cui misura del passo corrisponde a quella del precedente modello 227 (quindi di cm 347,5) – modificato per poter più agevolmente montare le carrozzerie fuori serie più basse e semi-aerodinamiche tipiche del periodo.
 
Rispetto alla seconda serie, variano dunque soltanto i dati dell'autotelaio (che risulta anche un po' più pesante)
 
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<div class="NavHead" style="background:#f7f8ff; text-align:center; font-size:120%">Caratteristiche della Lancia Dilambda terza serie
</div><div class="NavContent" >
{| class="wikitable" style="width:100%; text-align:left; font-size:95%"
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|-|[[Motore]]||'''tipo 81A'''; anteriore, longitudinale, monoblocco; testa (riportata) in ghisa; albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio specialecon cuscinetti antifrizione riportati; pistoni in lega d’alluminio; cilindri in ghisa speciale fusi in blocco col basamento
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|Numero e posizione cilindri||8 cilindri a V di 24°
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|[[Cilindrata]]||cmc 3958,16 (alesaggio mm 79,37 – corsa mm 100)
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|[[Distribuzione (meccanica)|Distribuzione]]||valvole in testa, verticali (diametro mm 38) comandate da bilancere e rullo; albero a camme in testa centrale comandato da catena con doppio rinvio e due tenditori automatici
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|Raffreddamento||ad acqua, a circolazione forzata con pompa (montata sul coperchio dello spinterogeno ed azionato da catena) e termostato per regolazione temperatura; capacità circuito litri 26
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|Accensione||a spinterogeno Bosch (anticipo 18°, anticipo automatico 20°); ordine d’accensione:1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo M 145/1
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|Alimentazione||carburatore verticale Zenith 105 a doppio corpo e con pompa d’accelerazione
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|Impianto elettrico||a 12 Volt - 130 Watt – due batterie da 6 volts cad. e 75 Ah, collegate in serie
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|[[Trasmissione (meccanica)|Trasmissione]]||trazione sulle ruote posteriori
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|Scocca||telaio in acciaio scatolato, longheroni e traverse a crociera (a X)
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|[[Sospensione (meccanica)|Sospensioni]] ant.|| a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici Hatford
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|Sospensioni post.||ad assale rigido, con balestre longitudinali semiellittiche (estremità anteriori balestre montate su “Silentbloc” , estremità posteriori montate su biscottini) ed ammortizzatori meccanici a frizione
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|Impianto [[Freno|frenante]]|| freno meccanico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione e tamburi in alluminio; sistema brevettato di sicurezza che assicura la corretta ripartizione dulle 4 ruote dell’azione frenante; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori; adozione del servofreno “Delawandre”
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|[[Pneumatico|Pneumatici]]||misure 16 x 50; pressioni gonfiaggio Kg/cm2 2,75 anteriormente, 3,00 posteriormente
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|Passo||cm 347,5
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|Altezza minima da terra|| cm 19,5
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|Carreggiate anter-poster||cm 142,4-144,2
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|Lunghezza x larghezza||autotelaio cm 505,2 x cm 171,0
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|Peso a vuoto|| l’autotelaio pesa Kg 1.350 circa mentre le vetture carrozzate pesano attorno ai 2.150&nbsp;kg
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|[[Velocità]] massima||circa 120&nbsp;km/h
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|Pendenza massima superabile|| in prima marcia, tra il 23% ed il 24%
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|colspan="2" bgcolor="#CCCCCC" align="center" | <big>'''Per anno'''</big>
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|-bgcolor="#CCCCCC"
! align="center" | '''Anno''' || align="center" |'''Esemplari'''
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|align="center" |1928 || align="right" | 6
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|colspan="2" bgcolor="#CCCCCC" align="center" | <big>'''Per modello'''</big>
|- bgcolor="#CCCCCC"
! align="center" | '''Modello''' || align="center" |'''Esemplari'''
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|227, prima serie (1928/31) || align="right" | 879