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Come narra la cronaca conservata all'interno del santuario, la chiesa nasce sul luogo dove già si trovava un’edicola fatta costruire un secolo prima. “Un uomo di Bevagna, soprannominato Pancascio, e residente temporaneamente a [[Roma]], assalito d’infermità gravissima dubitava morire. Raccomandatosi alla Vergine, gloriosissima salute degli infermi, la pregò che per sua misericordia gli concedesse grazia poter ritornare prima morisse alla disiata sua patria. Messosi in cammino e giunto dopo vari giorni sul luogo dove è oggi il santuario, non appena da quell’altura vide la cara e disiata sua patria, sentendosi perfettamente ristabilito, decise di ringraziare la Vergine costruendo un’edicola in suo onore, dove fece dipingere una bellissima e devotissima immagine della gloriosissima [[Vergine Maria]]; con Gesù nostro salvatore in braccio, che sta in atto di benedire e altre immagini di Santi”. Tutto questo avvenne nel 1462 (data che si leggeva sull’altare della piccola cappella)<ref>"Vicende narrate in una cronaca conservata all'interno del santuario" - Pinacoteca Comunale di Bevagna, Catalogo regionale dei beni culturali dell'Umbria, a cura di F.F.Mancini, Electa Editori Umbri Associati, Città di Castello,1999 p.65.</ref>. L’immagine, in breve tempo, divenne oggetto della devozione popolare per i suoi poteri miracolosi.
 
Il progetto del santuario fu affidato all’architetto perugino [[Valentino Martelli]] (Perugia 1550 circa – 1630), che prima di dare inizio ai lavori, consegnò alla [[Compagnia della Misericordia]], incaricata di raccogliere le offerte per la costruzione, un modello ligneo. Il modello prevedeva una pianta a croce latina a tre navate.
 
La costruzione, fedele al modello, venne realizzata in laterizio, travertino e arenaria. L’utilizzo del modello ligneo, prima dell’inizio dei lavori, è tipico dell’età rinascimentale, come raccomandava anche l’[[Leon Battista Alberti|Alberti]], a tutti i buoni architetti, nel suo “De re edificatoria”.