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==Storia==
{{Vedi anche|Storia della Valle Camonica}}
Il [[5 febbraio]] [[1350]] il [[vescovo di Brescia]] [[Bernardo Tricardo]] investe [[iure feudi]] dei diritti di decima nei territori di Cevo il Comune ([[vicinia]]) e gli uomini di Cevo.<ref name="celli19">{{cita libro|cognome=Celli |nome=Roberto |titolo= Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica|anno= [[1984]]|editore=Tipolitografia Queriniana |città= [[Brescia]]|id=ISBN 88-343-0333-4 |pagine=106}}</ref>
 
Alla [[pace di Breno]] del [[31 dicembre]] [[1397]] i rappresentanti della comunità di Cevo, Antonio Cucco e il notaio Torello di Domenico, si schierarono sulla sponda [[ghibellina]].<ref>{{cita libro
|cognome=Brunelli
|nome=Gregorio
|curatore=Oliviero Franzoni
|titolo= Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni
|annooriginale=1698
|anno= [[1998]]
|editore=Tipografia Camuna
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}}</ref>
 
Il [[17 settembre]] [[1423]] il [[vescovo di Brescia]] [[Francesco Marerio]] investe [[iure feudi]] dei diritti di decima nei territori di [[Monno]], Cevo, [[Andrista]], [[Grumello]], [[Saviore]], [[Cemmo]], [[Ono San Pietro|Ono]], [[Sonico]], [[Astrio]], [[Malegno]], [[Cortenedolo]], [[Vione]], [[Incudine (Italia)|Incudine]] e [[Berzo Demo]] a Bertolino [[della Torre]] di [[Cemmo]] .<ref name="celli19">{{cita libro|cognome=Celli |nome=Roberto |titolo= Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica|anno= [[1984]]|editore=Tipolitografia Queriniana |città= [[Brescia]]|id=ISBN 88-343-0333-4 |pagine=206}}</ref>
,
Gregorio Brunelli dice che nel [[XVII secolo]] gli abitanti di Cevo erano talmente poveri da emigrare d'inverno presso [[Soncino]] o nel [[Cremona|Cremonese]]<ref>{{cita libro | cognome= Ricardi| nome= Marcello |coautori=Giacomo Pedersoli | titolo= Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve| editore= Toroselle| città= [[Cividate Camuno]] | anno= [[1992]]|pagine=309}}</ref>
 
Il [[22 aprile]] [[1644]] Il paese di Cevo fu quasi completamente incendiato per la caduta di un fulmine.<ref>{{cita libro | cognome= Ricardi| nome= Marcello |coautori=Giacomo Pedersoli | titolo= Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve| editore= Toroselle| città= [[Cividate Camuno]] | anno= [[1992]]|pagine=310}}</ref>
 
Nel [[1927]] il comune di Cevo venne unito a quello di [[Saviore]] formando il comune di [[Valsaviore (comune)|Valsaviore]]; i due centri si separarono nuovamente nel [[1954]].
 
Dopo l'armistizio dell'[[8 settembre]] [[1943]], il nord Italia venne aggregato alla [[repubblica di Salò]].
 
Ai giovani delle classi 1923-1925 vennero chiamati alla leva obbligatoria, ma nessuno si presentò.
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{{Citazione necessaria|Durante il mese di [[giugno]] viene catturato Pozuolo Giuseppe Pezzati, comandante repubblichino di [[Cedegolo|Isola]]; pochi giorni dopo viene attaccata dai partigiani una pattuglia tedesca presso Isola, con il ferimento di un sottufficiale.}}
 
{{Citazione necessaria|Il [[1º luglio]] i garibaldini attaccano la centrale di Isola: lo scontro dura mezz'ora. Due fascisti vengono uccisi e due feriti: il comandante fu fucilato. Tra i partigiani vi furono un morto e due feriti.}}
 
{{Citazione necessaria|In seguito a questi fatti venne stabilito l'assalto dei fascisti del paese.}}
 
{{Citazione necessaria|Il [[3 luglio]] [[1944]], viene bruciato il paese di Cevo per rappresaglia contro i [[partigiani]]. 151 case vengono totalmente distrutte, altre 48 rovinate e 12 saccheggiate; furono uccise 6 persone: Cesare Monella, Francesco Biondi, Giacomo Monella, Giovanni Scolari, Rodella Domenico, Biondi Giacomina. Su una popolazione di circa 1200 abitanti rimasero ben 800 senza tetto.}}
 
I tedeschi si arrenderanno, infine, il [[18 aprile]] [[1945]] a [[Berzo Demo|Forno d'Allione]].
 
Nel secondo dopoguerra, la realtà sociale del paese e la ridotta economia interna si scontrano con l'affermazione della [[società dei consumi]] e delle correlate politiche economiche nazionali. Questo sistema socio-economico durò quasi fino alla fine del sec. XX ma negli ultimi decenni avvenne una crescente marginalizzazione nei confronti di una sempre più numerosa popolazione che fa propri i modelli di vita funzionali all'economia di mercato. Portatori di questo sistema sono gli impiegati nell'apparato statale, i piccoli imprenditori, gli occupati nell'industria idro-elettrica e nelle fabbriche della Valcamonica e gli emigrati con le loro "rimesse".
 
Agli inizi del XXI secolo l'attività agricola, in diverse forme, permane, fornendo una nuova possibilità per evitare lo spopolamento e il completo abbandono della campagna.
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====Dòs dell'Andròla (Dosso dell'Androla)====
{{F|storia|novembre 2011}}
La passeggiata all’''Andròla'' tra i verdi prati eccezionalmente in piano, tra i cespugli di biancospino e i fiori spontanei, il canto dei grilli; nella direzione di orizzonti interminabili e con la presenza della prospiciente e frastagliata Concarena; quando, dopo le ultime case della Via Androla, la strada diventa un sentiero tra l’erba, superati i campi e gli orti domestici, appariva sulla sommità del piccolo colle, gettante sull’imbocco della Valsaviore, il “tempietto rinascimentale dell’''Andròla'' con il pronao e la Cappella dedicata alla Madonna, allora in quel luogo si avvertiva un senso di serenità e leggerezza dovuti anche al suono provocato dal gioco dei folletti refoli di vento, fra i pilastri del tempietto.
 
Solo in questo luogo poteva "manifestarsi" la Madonna, forse anche per esorcizzare antiche leggende secondo le quali qui le streghe custodivano il “serpente dell’anello d’oro” la leggenda a cui si collega la maschera del ''Basilisc'' che fino a poco tempo fa, a gennaio, percorreva di notte le strade del paese.
Leggende forse causate dalla frequente caduta dei fulmini, fenomeno provocato dalla presenza nel colle di antiche miniere di rame, dette “ramice e di “misteriose” incisioni rupestri nella parete a strapiombo detta il ''Còran dè la Panéra'' o forse anche dalle forme “inconsuete” della Cappella. Un “sentiero etrusco-celtico” che parte da Monte e giunge a Fabrezza (Saviore) consente di visitare le ramine, le incisioni rupestri, e altri siti archeologici quali i dolmen a ''Mulinél''<ref>Silvano Danesi, ''Il sentiero etrusco celtico a cura degli amici del sent| anno= [[1992]]|pagine=310}}</rato dal Parco dell’Adamello, Comune di Cevo e dalla Pro Loco di Valsaviore</ref>.
 
===Architetture civili===
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====Sistema agro-pastorale tradizionale====
{{F|storia|novembre 2011}}
Il vissuto e la cultura della comunità "tradizionale" affonda le radici in secoli lontani; lo dimostrano i metodi e gli attrezzi da lavoro ancora utilizzati nel secondo dopoguerra. L’organizzazione, i valori e l’immaginario della popolazione erano connotati da aspetti di autonomia sia nei confronti di quelli espressi dagli apparati laici succedutisi nel tempo sia di quelli religiosi: il collante sociale era dato da un’organizzazione “comunitaria - consociativa”, probabilmente in parte tramandata dalle “vicinie”, riformata, dopo l’Unità d’Italia, dalle istituzioni nazionali (sistema democratico partecipativo, scuola, istituzioni di categoria, ecc.).
Il suo fluire si può suddividere in tre periodi di seguito descritti in modo schematico e per titoli di argomenti.
 
''Periodo invernale'':
:La vita si svolgeva in paese; le mucche e gli animali da lavoro erano riparati nelle stalle vicino alle abitazioni o nei fienili poco lontani; si utilizzava il fieno stoccato nei ''tablat'' generalmente sopra le stalle; gli altri prodotti usati per l’alimentazione sia umana che animale (patate, granoturco, frumento, ecc.), conservati per tempo, erano prodotti negli appezzamenti di terreno vicino al paese; si macellava il maiale; si caseava nel caseificio comune; i greggi transumavano in pianura.
 
''Periodo delle stagioni intermedie'':
:La vita si svolgeva ancora in paese; gli animali venivano riparati nelle stalle dei fienili lontani dall’abitato, ma facilmente raggiungibili, in località dove era possibile produrre il fieno; si caseava nelle costruzioni rurali (nei ''baitel'').
*Alcuni toponimi dei luoghi sono: '''''Ragù''''', '''''Tö''''', '''''Canet''''', '''''Ėcia'''''
 
''Periodo della stagione estiva'':
:Le famiglie generalmente si dividevano: il marito e i figli più piccoli vivevano nell'alpeggio e la moglie rimaneva in paese con i figli più grandi per la fienagione (in alpeggio l'alloggio era il ''tablat''); si caseava nel ''baitel''; si tosavano le pecore; si eseguiva la fienagione, avveniva l’emigrazione stagionale.
*Località degli alpeggi: '''''Barzabàl''''', '''''Dosnùr''''', '''''Musna''''', '''''Ghisèla''''' (un’altitudine da 1300 a 1600&nbsp;m [[s.l.m.]])
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{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1945]]
|?
|Vigilio Casalini
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
| [[14 giugno]] [[2004]]
|[[8 giugno]] [[2009]]
|Mauro Giovanni Bazzana
|[[Lista civica]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[8 giugno]] [[2009]]
| in carica
|Silvio Marcello Citroni
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Cevo fa parte dell'''Unione Comuni della Valsaviore'', assieme ai comuni di [[Cedegolo]], [[Berzo Demo]], [[Saviore dell'Adamello]] e, dal [[2003]], [[Sellero]].
 
L'[[unione di comuni]] ha sede a [[Cedegolo]] ed è stata creata il [[20 agosto]] [[1999]]. Ha una superficie di circa 225&nbsp;km².<ref>{{cita web|url=http://pers.mininterno.it/unioni_comuni/scheda.php?id=125| titolo=Ministero dell'Interno - Unione Comuni della Valsaviore| accesso=26 luglio 2008}}</ref>
 
=== Gemellaggi ===
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File:Cevo ponte.jpg|<center>Ponte in centro al paese
File:Cevo chiesa.jpg|<center>Chiesa di sant'Antonio
File:Cevo - Piazza della memoria.jpg|<center>Piazza della memoria (Architetto Pirtro Giorgio Zendrini)
File:Cevo panorama.jpg|<center>Cevo panorama dalle vasche
File:Cevo - Abitazione privata.jpg|<center>Abitazione - 1983 (Architetto Pietro Giorgio Zendrini)
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*[http://www.lombardiabeniculturali.it/luoghi/schede/1209/?a=20341 Fotografie storiche - Lombardia Beni Culturali]
*[http://www.istitutonastroazzurro.it/ Sito dell'Istituto Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare]
*[http://www.francorino.interfree.it/Index.htm Sito francorino.interfree - Valsaviore ]
 
{{Provincia di Brescia}}