Giuseppe Mancino: differenze tra le versioni

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Conseguito il diploma magistrale a Palermo, fu insegnante di scuola elementare nella città di Naso in provincia di Messina.
 
Alla dichiarazione di guerra all'Austria ottenne di essere chiamato in servizio e dopo il corso di ufficiale di fanteria, alla scuola di applicazione di fanteria di [[Parma]], fu nominato sottotenente nella milizia territoriale nel marzo 1916 con il 3° reggimento fanteria Piemonte.
 
Successivamente fu trasferito nel 228° reggimento fanteria Rovigo, di nuova costituzione, con il quale prese parte nell'agosto 1916 alla battaglia di Gorizia e si distinse a Vertojba dove riportò una grave ferita al torace da una pallottola di fucile che gli si conficcò vicino al cuore.
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A Vertojba il 23 e 24 gennaio 1917 si meritò una Medaglia di Bronzo al Valor Militare per la riconquista al nemico di una importante trincea, precedentemente persa.
 
Dopo gli eventi tragici di [[Caporetto]], fu promosso Aiutante Maggiore in seconda e destinato al 111° fanteria Piacenza, inserita nella Terza armata.
 
Con la promozione fu però privato del comando diretto sulla sua compagnia, soffrendo questa nuova condizione chiese ed ottenne il comando della compagnia Arditi del reggimento.
 
Schierato in linea sul [[Piave]], nella zona di Nervesa ,ai piedi del [[Montello]], con i suoi Arditi si distinse nei combattimenti durante la [[battaglia del Solstizio]] (15 -22 giugno 1918).
 
Alla testa dei suoi Arditi combattè svariati giorni a [[Villa Berti]] (Nervesa)e il 19 giugno per permettere il ripiegamento del reggimento rimase di retroguardia con la sua compagnia, dopo un furioso scontro col nemico venne dichiarato disperso e il suo corpo non fu ritrovato sul campo di battaglia.
 
Gli venne concessa la Medaglia D'Oro al Valor Militare alla Memoria.
 
 
==Onorificenze==