Giulio Andreotti: differenze tra le versioni

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Andreotti è stato sottoposto a giudizio a [[Palermo]] per [[associazione per delinquere]]. Mentre la sentenza di primo grado, emessa il [[23 ottobre]] [[1999]], lo aveva assolto perché il fatto non sussiste, la sentenza di appello, emessa il [[2 maggio]] [[2003]], distinguendo il giudizio tra i fatti fino al [[1980]] e quelli successivi, stabilì che Andreotti aveva «commesso» il «reato di partecipazione all'[[associazione per delinquere]]» ([[Cosa Nostra]]), «concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980», reato però «estinto per [[prescrizione]]». Per i fatti successivi alla primavera del [[1980]] Andreotti è stato invece assolto.
 
L<nowiki>'</nowiki>''[[obiter dictum]]'' dellaLa sentenza della Corte di Appello di Palermo del [[2 maggio]] [[2003]], in estrema sintesi, parla di «...ununa ''autentica, stabile ed amichevole disponibilità dell'imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980»''<ref>
{{Cita news
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|url = http://www.repubblica.it/2003/g/sezioni/politica/motiva/motiva/motiva.html
|titolo = AndreottiI assoltogiudici: in"Fino appelloal "Non1980 Andreotti ètrattò uncon bossla mafiosomafia"
|pubblicazione = [[La Repubblica]]
|giorno = 25
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|accesso = 26-05-2013
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}}</ref><ref>[http://www.avvisopubblico.it/categorie/pubblicazioni/allegati/sentenza_cassazione_assoluzione_andreotti_2005.pdf Testo integrale della sentenza di assoluzione in Corte di Cassazione]</ref>.
}}</ref>.
 
Interrogato dalla [[procura di Palermo]] il [[19 maggio]] [[1993]], il sovraintendente capo della polizia [[Francesco Stramandino]], dichiarò di aver assistito il [[19 agosto]] [[1985]], in qualità di responsabile della sicurezza dell'allora [[ministro degli Esteri]] Andreotti, ad un incontro tra lo stesso politico e quello che solo successivamente sarà identificato come boss [[Andrea Manciaracina]], all'epoca sorvegliato speciale e uomo di fiducia di [[Totò Riina]].