Rustichello da Pisa: differenze tra le versioni
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Dopo aver appreso la [[lingua francese]] a Pisa ed averne probabilmente perfezionato la conoscenza durante soggiorni in Inghilterra o in Terra Santa, Rustichello scrisse una compilazione in prosa di romanzi arturiani preesistenti ([[Tristano e Isotta (mito)|''Tristano'']] in prosa e [[Lancillotto in prosa|''Lancelot-Graal'']]). La fonte fu probabilmente un libro in possesso del re [[Edoardo I d'Inghilterra]], che consegnò il volume a Rustichello durante il suo passaggio dall'Inghilterra alla Terra Santa per partecipare alla [[ottava crociata]] guidata dal re di Francia [[Luigi IX di Francia|Luigi IX il Santo]]. La redazione più vicina all'originale è tramandata dal manoscritto fr. 1463 della [[Bibliothèque Nationale di Parigi]], copiato a [[Genova]] alla fine del [[XIII secolo]]. In altri manoscritti più tardi, il romanzo è stato interpolato col ''[[Guiron le Courtois]]'', e diviso in due sezioni, intitolate ''Meliadus'' e ''Guiron le Courtois''.
Rustichello, prigioniero a
{{q|Benché in mezzo a continue nodosità, i suoi colleghi sapevano riuscire freschi; Rustichello appare soltanto noioso. E distratto, con scarsa o punta logica, e addirittura scervellato: un industre artigiano della penna, col solo scopo di salvaguardare la cosiddetta morale. Se fu lui ad accogliere la dettatura del Polo, due collaboratori letterari non furono mai così male assortiti.| Ettore Camesasca, Il milione, Istituto Geografico DeAgostini 1965, p.16}}
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