Augusto: differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Guerra di Perugia}}
Successivamente nacquero i primi contrasti: [[Lucio Antonio]], fratello di Antonio, nel [[41 a.C.]] si ribellò ad Ottaviano poiché pretendeva che anche ai veterani del fratello fossero distribuite terre in Italia (oltre ai 170.000 veterani di Ottaviano), ma fu [[battaglia di Perugia|sconfitto a Perugia]] nel [[40 a.C.]]. Svetonio racconta che durante l'assedio di Perugia, mentre stava facendo un sacrificio non molto distante dalle mura cittadine, per poco non fu ucciso da un gruppo di gladiatori che avevano compiuto una sortita dalla città.<ref name="SvetonioAugusto14">{{cita|Svetonio|''Augustus'', 14|Svetonio|harv=s}}.</ref> Non si può provare che Antonio fosse a conoscenza delle azioni del fratello ma, dopo la sconfitta di quest'ultimo,<ref name="SvetonioAugusto14"/> entrambi decisero di non dare troppo peso all'accaduto (Lucio Antonio fu risparmiato e perfino inviato in Spagna come governatore).<ref name="Colin M. Wells 1995"/> Contemporaneamente a questi fatti, il legato di Antonio in [[Gallia]], un certo [[Quinto Fufio Caleno]], morì e le sue [[legione romana|legioni]] passarono dalla parte di Ottaviano, che poté appropriarsi di nuove province del rivale. Svetonio aggiunge:
{{Quote|Dopo l'occupazione di Perugia, [Ottaviano] prese provvedimenti contro un gran numero di prigionieri e a chi chiedeva la grazia e di essere perdonato, rispose: «Si deve morire.» Altri dicono che, tra quelli che si erano arresi, ne scelse trecento tra i due ordini [senatorio e equestre] e mandò a morte per le [[idi di marzo]], di fronte ad un altare posto in onore del divo [[Gaio Giulio Cesare|Giulio]]. Altri ancora raccontano che Ottaviano prese le armi in accordo con Antonio, per smascherare gli avversari che si nascondevano, [...] Dopo averli sconfitti, confiscò i loro beni per poter mantenere le promesse di premi fatte ai [[veterano (storia romana)|veterani]].|{{cita|Svetonio|''Augustus'', 15|Svetonio|harv=s}}.}}
Ottaviano a questo punto cercò un'intesa con [[Sesto Pompeo]] e, per sancire l'alleanza, sposò [[Scribonia]], parente dello stesso Sesto: da questa donna, Ottaviano ebbe la sua unica figlia, [[Giulia maggiore (figlia di Augusto)|Giulia]].<ref name="Colin M. Wells 1995"/> In realtà, però, né l'intesa, né il matrimonio durarono a lungo. Nell'estate del [[40 a.C.]] Ottaviano e Antonio vennero ad aperte ostilità: Antonio cercò di sbarcare a [[Brindisi]] con l'aiuto di Sesto Pompeo, ma la città gli chiuse le porte. I soldati di ambedue le fazioni si rifiutarono di combattere e i triumviri, pertanto, misero da parte le discordie. Con il [[trattato di Brindisi]] (settembre del 40 a.C.) si venne ad una nuova divisione delle province: ad Antonio restò l'Oriente romano da [[Scutari]], compresa la [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]] e l'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]]; ad Ottaviano l'Occidente compreso l'[[Illiricum|Illirico]]; a Lepido, ormai fuori dai giochi di potere, l'[[Africa (provincia romana)|Africa]] e la [[Numidia]]; a [[Sesto Pompeo]] fu confermata la [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]] per metterlo a tacere, affinché non arrecasse problemi in Occidente.<ref name="Colin M. Wells 1995"/> Il patto fu sancito con il matrimonio tra Antonio, la cui moglie Fulva era morta da poco, e la sorella di Ottaviano, [[Ottavia minore]]. Dopo la [[pace di Brindisi]], Ottaviano ruppe inoltre l'alleanza con Sesto Pompeo, ripudiò Scribonia, e sposò [[Livia Drusilla]], madre di [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]] e in attesa di un secondo figlio.
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