Gaio Celio Caldo: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Contemporaneo di [[Lucio Licinio Crasso]], il maggiore oratore dell'epoca, Caldo fu il primo membro della sua [[gens]] a raggiungere posizioni di prestigio,
Dopo aver invano tentato di diventare [[Questore (storia romana)|questore]], nel [[107 a.C.]] fu eletto [[tribuno della plebe]]. Il suo tribunato viene ricordato per la ''lex tabellaria'', diretta contro il legato ''Gaio Popilio'', che imponeva nelle corti di giustizia l'uso di schede (''tabellae'') in casi di alto tradimento. [[Cicerone]] riferisce che Caldo per il resto della sua vita si pentì di aver proposto questa legge, perché era stata mal applicata ed non aveva fatto il bene della Repubblica.
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Nell'[[83 a.C.]], durante la guerra civile tra [[Gaio Mario|Mario]] e [[Silla]], Caldo appoggiò con forza il primo; con Carrina e con Bruto cercò di impedire che le legioni di Pompeo potessero portare aiuto a Silla. Ma i tre non operarono in maniera coordinata, per cui quando Pompeo attaccò Bruto, le cui truppe si sbandarono, vanificando il piano di Caldo.
== Note ==
<references/>
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|immagine=Consul et lictores.png
|precedente = [[Lucio Licinio Crasso]]<br>e<br>[[Quinto Mucio Scevola (console 95 a.C.)|Quinto Mucio Scevola]]<br>
|periodo = ([[94 a.C.]])<br>con [[
|successivo = [[Gaio Valerio Flacco (console 93 a.C.)|Gaio Valerio Flacco]]<br>e<br>[[Marco Erennio]]
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