Augusto Frassineti: differenze tra le versioni

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È quindi trasferito in [[Francia]], dove le sue condizioni migliorano al punto che, sul finire della guerra, partecipa attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], collaborando con le truppe degli Alleati. In virtù dell'attività svolta in questo periodo, nell'immediato [[secondo dopoguerra|dopoguerra]] il Ministro [[Emilio Lussu|Lussu]] gli affida la direzione del Servizio Reduci dell'appena costituito Ministero dell'Assistenza Postbellica. Si stabilisce dunque a [[Roma]], del tutto ignaro del nuovo terremoto che gli si prepara nella capitale. Sorgono presto, infatti, conflitti di competenza fra il Ministero in cui andava a ricoprire un ruolo dirigenziale e la pontificia opera di assistenza; conflitti che culminano di lì a breve nella soppressione del neonato organo istituzionale. Nonostante la legge vieti espressamente il declassamento, egli si ritrova trasferito in un altro Ministero, retrocesso al grado infimo della gerarchia burocratica: l'avventiziato. Questo fatto, con il drammatico corollario di disordini economici e morali che porta nella sua vita, costituisce il trauma definitivo, e al contempo la consacrazione alla sua "missione" di [[scrittore]] della Ministerialità, tutto votato alla ricerca e allo svelamento dell'[[irrazionalità]] disumana che sottende ai meccanismi della vita [[Stato|statale]].
 
Gli [[anni 1950|anni cinquanta]] segnano l'ingresso di Frassineti nel mondo delle lettere e della cultura del nostro paese. Al [[1952]] risale la prima edizione di ''[[Misteri dei Ministeri]]''. In questi anni Frassineti frequenta attivamente gli ambienti legati alla rivista letteraria «[[Il Caffè (Vicari)|Il Caffè]]» di [[Giambattista Vicari]] (1952-[[1977]]). Nella redazione di questa coraggiosa pubblicazione indipendente, situata in realtà nella stessa casa romana di Vicari, Frassineti si farà conoscere e apprezzare da molti intellettuali di punta di quell'epoca, stringendo a volte duraturi sodalizi: da [[Ennio Flaiano]] a [[Mario Soldati]], da [[Giorgio Manganelli]] a [[Luigi Malerba]], da [[Mino Maccari]] a [[Gianni Celati]], da [[Italo Calvino]] a [[Pier Paolo Pasolini]]. Molti di questi personaggi elogiarono nei loro scritti le opere dell'autore, e Calvino lo chiamerà un «satirico senza illusioni», ricollegando la sua opera alla nobile tradizione che da [[Aristofane]] arriva a [[Ionesco]], passando per [[Jonathan Swift|Swift]]. «Prosatore di singolare e riposata raffinatezza, maneggiatore impassibile ed impeccabile di una arguta [[sintassi]], delicato deliberatore di [[Sinonimia|sinonimi]] e contrari, [[lessicografia|lessicografo]] ghiotto e di molto palato» lo definirà invece Giorgio Manganelli nell'articolo "''Anche l'eden è burocrazia''" scritto nel [[1974]].
 
Ma il rapporto col mondo culturale di quegli anni non fu dei più facili, e l'autore si vide progressivamente emarginato, nonostante il plauso e i consensi che la sua opera da sempre suscita presso una limitata cerchia di lettori colti. Gli unici riconoscimenti pubblici gli verranno dalla sua attività di [[traduttore]]. La sua resa di ''[[Gargantua e Pantagruel]]'' di [[François Rabelais]] è unanimemente riconosciuta, negli ambienti specialistici, come la migliore e tuttora insuperata, e gli varrà il [[Premio Monselice]] [[1981]].
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== Opere ==
;Narrativa
* ''[[Misteri dei Ministeri]]'', unico "[[romanzo]]" di Frassineti, di cui si susseguirono nel tempo tre edizioni:
** la prima, con una ristampa, risale al [[1952]], e uscì per l'editore [[Guanda]] di [[Parma]];
** la seconda edizione apparve nel [[1959]] per i tipi di [[Longanesi]], con una ristampa nel [[1964]]
** la terza e definitiva edizione, edita nel [[1973]] dalla [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], con nota in sovracoperta di [[Italo Calvino]], è stata ristampata solo di recente, nel [[2004]], sotto una nuova veste grafica da una nuova casa editrice, la romana [[Kami]].
 
* Le altre opere [[narrativa|narrative]] pubblicate da Frassineti sono le raccolte di [[novella|novelle]]:
** ''L'unghia dell'asino'' ([[Garzanti]] [[1959]]);
** ''Un capitano a riposo'' ([[Feltrinelli]] [[1963]]), che contiene:
*** Atti della vita di un Capitano a riposo
*** Un Cesarino o due
*** Leggina Leggina Legge Regina
*** Lo Spirito delle Leggi
*** Relazione al Congresso
** ''Tre bestemmie uguali e distinte'' (Feltrinelli [[1969]]), che contiene:
*** Bambini da questa parte
*** Il Faro delle Genti
*** Il cittadino di Bellagio
** Una quarta, breve [[silloge]] di novelle apparve postuma, nel [[1989]], per le edizioni [[Il Mulino]] di [[Bologna]]. Intitolata ''Lo spirito delle leggi'', comprendeva in realtà, rielaborati e rivisti all'inizio degli anni ottanta, quattro racconti tratti dalle due precedenti raccolte (''L'unghia dell'asino'' e ''Un capitano a riposo''), cioè:
*** Leggina Leggina Legge Regina
*** Il futuro è già terminato
*** Celestino Calò
*** Relazione al Congresso
 
«Autore di un solo libro (poiché i pochi altri sono in pratica corollari e annessi della sua "summa ministerialis")» è definito Frassineti dall'autore della nota in appendice a ''Lo spirito delle leggi''. Anche a un confronto poco approfondito, infatti, emerge chiaramente come tutti questi racconti mantengano inalterati lo stile e le tematiche di ''[[Misteri dei Ministeri]]'', e si presentino quali integrazioni e varianti del macrocosmo che si squaderna nell'opera maggiore.
;Poesia
* Frassineti è autore di due sillogi [[poesia|poetiche]].
** ''Vita! Vita! Vita!'': uscì nel [[1966]] per i tipi dell'editrice Alfa di Bologna, con veste grafica a cura dell'artista concettuale [[Gastone Novelli]]. In questa raccolta si apprezzano riprese dal [[futurismo]], soprattutto per quanto riguarda l'impostazione tipografica.
** La seconda, ''Tutto Sommato'', stampata dall'editrice [[Milano|milanese]] All'insegna del pesce d'oro nel [[1985]], anno della morte di Frassineti, raccoglie versi composti dal [[1959]] al [[1983]], una meditazione amara e realistica sulla vita in poesie di impianto tradizionale e di tono [[epigramma]]tico.
;Teatro
Il rapporto col [[teatro]] è stato molto importante per Frassineti. Egli vi profuse molta energia, non ottenendo sempre i riscontri sperati. Paradossalmente il suo più grande successo teatrale non gli derivò dall'impegno diretto, ma dalla sua narrativa: l'11 novembre [[1959]], infatti, [[Dario Fo]] e [[Franca Rame]] riportarono un buon risultato, sui [[palcoscenico|palcoscenici]] milanesi, con la pièce ''[[Gli arcangeli non giocano a flipper]]'', ispirata ad alcuni brani di ''Misteri dei Ministeri'' e delle raccolte di novelle.
I suoi primi lavori sono frutto di collaborazioni.
* ''Isabella comica gelosa', [[1955]], con lo scrittore [[Sardegna|sardo]] [[Giuseppe Dessì]]
* ''Teo, o L'acceleratore della storia. Ipotesi fantastiche ma probabili sui fasti e nefasti della cibernetica nella civiltà di massa'', nato dalla collaborazione con Manganelli, nel [[1966]]; il [[dramma]] umoristico che fu trasmesso in [[Radio (mass media)|radio]] dalla [[RAI Radiotelevisione Italiana|RAI]] il 18 aprile [[1967]].
 
* ''Il tubo e il cubo'', 1967 (primo testo teatrale scritto totalmente di suo pugno, a cui seguirono:
** ''Innamorati in trappola'' ([[1968]]),
** ''Tre bestemmie uguali e distinte, magari quattro'' ([[1969]])
** ''La farsa dei tre gobi'' ([[1974]]).
 
Compose anche il [[libretto]] per l'[[opera lirica]] ''Gargantua'' di [[Azio Corghi]], la cui prima andò in scena al [[Teatro Regio (Torino)|Teatro Regio]] di [[Torino]] la sera del 2 maggio [[1984]]. Fu infine coautore, intorno alla metà degli [[anni 1970|anni settanta]], insieme a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], [[Alberto Moravia|Moravia]], [[Carlo Levi]], [[Furio Colombo]] ed [[Enzo Siciliano]] tra gli altri, di un [[recital]] poetico e musicale scritto per l'attrice [[Laura Betti]], dal titolo ''Potentissima signora'', che non fu mai rappresentato.
;Sceneggiature cinematografiche
Frassineti collaborò anche ad alcune [[sceneggiatura|sceneggiature]] [[cinema]]tografiche: ricordiamo qui:
* la collaborazione per ''[[Lo svitato]]'' ([[1956]]) di e con [[Dario Fo]],
* e soprattutto ''[[Italiani brava gente]]'' ([[1966]]) di [[Giuseppe De Santis]], alla cui sceneggiatura lavorò in tandem con lo stesso [[regista]] e con [[Ennio De Concini]].
;Traduzioni
È la sua attività di traduttore a valergli, a tutt'oggi, i riconoscimenti più unanimi. Frassineti, assertore di una traduzione libera in grado di essere più fedele al testo proprio nel momento in cui se ne distacca, tradusse molto, dal [[lingua francese|francese]] e dall'[[lingua inglese|inglese]]. Ricordiamo, in ordine sparso:
* la già citata traduzione di ''Gargantua e Pantagruele''
* ''Il romanzo dei comici di campagna'' da [[Scarron]] (Firenze, Sansoni 1982),
* ''L'arte di fare fortuna'' da [[Béroalde de Verville]] (Torino, Einaudi, collana "[[I millenni]]", 1989),
* ''Il nipote di Rameau'' da [[Diderot]] (Torino, Einaudi, 1984; nuova edizione: Macerata, [[Casa editrice Quodlibet|Quodlibet]], 2010),
* la ''Pantagruelina prognosticazione'' ancora da [[Rabelais]].
 
Anche sul versante della traduzione poetica Frassineti si è cimentato con dei giganti: la sua traduzione dell'''Ode sopra un'urna greca'' di [[John Keats]], ad esempio, è considerata magistrale (A. Frassineti, ''Una traduzione da Keats'', edizione limitata con esemplari numerati; Roma, Marsia, 1959)
 
== Note ==
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.delteatro.it/dizionario_dello_spettacolo_del_900/f/frassineti.php Augusto Frassineti sull'Enciclopedia dello Spettacolo del '900]
 
{{Premio Monselice}}