Teramene: differenze tra le versioni

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[[Plutarco]]<ref>Plutarco, ''Vita di Cicerone'', 39.</ref> ci testimonia invece come [[Caio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] espresse nei suoi scritti la sua stima verso Teramene, paragonandolo a [[Pericle]] e a [[Cicerone]], mentre secondo [[Aristotele]]<ref>Aristotele, ''Costituzione degli Ateniesi'', 28,5.</ref>, Teramene fu, assieme a [[Nicia]] e a[[Tucidide]] uno dei tre soli ateniesi di nobili origini che abbiano nutrito affetto e benevolenza verso il popolo.
 
==OriginiBiografia==
===Origini===
Le fonti antiche non ci hanno riportato molto sulle origini di Teramene. [[Plutarco]]<ref>Plutarco, ''Vita di Nicia'', 2.</ref> ci tramanda che nacque a [[Cos]] ma che era cittadino [[Atene|ateniese]] perché figlio di [[Agnone (Anfipoli)|Agnone]], il capo del gruppo di coloni che nel [[437 a.C.|437]]-[[436 a.C.]] fondarono [[Anfipoli]]<ref>Tucidide, ''La Guerra del Peloponneso'', 4,106.</ref>. Sappiamo da [[Tucidide]]<ref>Tucidide, ''La Guerra del Peloponneso'', 1,117.</ref><ref>Tucidide, ''La Guerra del Peloponneso'', 2,58.</ref><ref>Tucidide, ''La Guerra del Peloponneso'', 2,95.</ref>che Agnone militò nell'esercito ateniese come generale e che fu tra i firmatari della [[pace di Nicia]]<ref>Tucidide, ''La Guerra del Peloponneso'', 5,19.</ref>.
 
Secondo quanto ci riporta [[Lisia]]<ref>Lisia, ''Contro Eratostene'', 65.</ref>, la carriera politica di Agnone si incrociò con quella del figlio quando nel [[411 a.C.]], assieme ad altri nove commissari, fu incaricato dal governo oligarchico dei [[Boulé dei Quattrocento|Quattrocento]], del quale Teramene faceva parte, di redigere la nuova costituzione ateniese.
 
===Il colpo di stato oligarchico del 411 a.C.===
{{vedi anche|Boulé dei Quattrocento}}
[[Immagine:Bust Alcibiades Musei Capitolini MC1160.jpg|thumb|right|[[Alcibiade]] fu l'ispiratore del colpo di stato del 411 a.C.]]
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Costoro convocarono l'assemblea ed annunciarono una serie di misure, tra le quali la formale abolizione della democrazia, che sarebbe stata sostituita dalla [[Boulé dei Quattrocento]]<ref name=Tucidide8-67/>, composta da quattrocento ateniesi scelti da una lista più ampia di cinquemila cittadini. Successivamente, abrogarono le leggi in vigore e promulgarono una nuova costituzione di stampo oligarchico<ref>Tucidide, ''La Guerra del Peloponneso'', 8,69-70.</ref>.
 
===La restaurazione democratica dell'Assemblea dei Cinquemila===
[[Immagine:Eetioneia Gate (Piraeus)2.JPG|thumb|right|L'[[Eezioneia]], il molo del [[Pireo]]dove i Quattrocento eressero la fortificazione che Teramene fece abbattere.]]
Il governo oligarchico non durò però a lungo. Innanzitutto, il colpo di stato a Samo fallì<ref>Tucidide, ''La Guerra del Peloponneso'', 8,73.</ref>, e l'esercito di stanza nell'isola, una volta giunte le notizie, forse esagerate, delle intimidazioni e degli eccidi che venivano perpetrati ad Atene, giurò fedeltà alla democrazia<ref>Tucidide, ''La Guerra del Peloponneso'', 8,74-76.</ref>.
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Nei giorni successivi, la Boulé dei Quattrocento fu formalmente sciolta e fu istituito un nuovo governo sostenuto dai moderati e guidato da un'assemblea di cinquemila cittadini<ref name=Tucidide8-97-98/>.
 
===Strategia e battaglia di Cizico===
==Teramene stratego==
{{vedi anche|Battaglia di Cizico (410 a.C.)}}
[[Image:Battle of Cyzicus.svg|thumb|right|La strategia di Alcibiade nella [[Battaglia di Cizico (410 a.C.)|Battaglia navale di Cizico]]: attirata la flotta spartana in mare aperto, la chiuse fra tre fuochi con l'intervento delle flotte di Trasibulo e di Teramene.]]
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Nel [[408 a.C.]] partecipò, ancora al comando di [[Alcibiade]], all'assedio di [[Bisanzio]], vincendo l'esercito peloponnesiaco di [[Beozia]] e [[Megara (Attica)|Megara]] presente nella città. Teramene guidò dell'ala sinistra dell'esercito ateniese, mentre Alcibiade comandava quella destra<ref>Plutarco, ''Vita di Alcibiade'', 31.</ref>.
 
===La battaglia delle Arginuse e il conseguente processo===
{{vedi anche|Battaglia delle Arginuse|Processo delle Arginuse}}
[[Immagine:Trireme.jpg|thumb|right|Un'antica [[trireme]]. Circa 25 triremi ateniesi affondarono o non erano in grado di navigare in seguito alla [[battaglia delle Arginuse]]. Teramene e Trasibulo furono incaricati dagli strateghi di soccorrere i naufraghi.]]
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Teramene e Trasibulo furono assolti, mentre gli otto strateghi, nonostante l'opposizione di [[Socrate]], che in quell'occasione era stato sorteggiato come [[pritano]], furono tutti condannati a morte e alla confisca dei beni<ref name=Senofonte7-1-34/>.
 
===La resa di Atene===
{{vedi anche|Guerra del Peloponneso#La fase Deceleica (413-404 a.C.) }}
Nel [[405 a.C.]], ad [[battaglia di Egospotami|Egospotami]], la flotta ateniese fu duramente sconfitta e definitivamente e distrutta dalla flotta peloponnesiaca, al comando dell'ammiraglio spartano [[Lisandro]].
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Messe ai voti le condizioni di resa, l'assemblea accettò, e le Lunghe Mura furono abbattute. La guerra del Peloponneso era dunque terminata con la vittoria di Sparta ([[404 a.C.]])<ref>Senofonte, ''Elleniche'', 2, 2,21-23.</ref>.
 
===I Trenta tiranni e la morte di Teramene===
{{vedi anche|Trenta tiranni}}
Pur mantenendo formalmente la costituzione democratica, i politici ateniesi fautori del'oligarchia, tornati ad Atene dall'esilio ed appoggiati dagli spartani, imposero alla città il governo di trenta [[arconte (storia)|arconti]], detti i "[[trenta tiranni]]". Teramene inizialmente aveva avversato questa decisione<ref name=Diodoro-13-98-100>Diodoro, ''Bibliotheca historica'', XIV, 3,6-7.</ref>, ma poi fu convinto da Lisandro. Dieci dei trenta tiranni furono scelti dai cittadini oligarchi, dieci da Lisandro e dieci da Teramene, che incluse se stesso nel gruppo<ref>Lisia,''Contro Eratostene'', 6</ref>.