Imatinib: differenze tra le versioni
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La sentenza secondo fonti indiane porta ad una maggiore chiarezza sul parametro con cui i medicinali devono essere misurati, prima che vengano rilasciati brevetti.
Il brevetto della forma cristallina-beta dell'imatinib mesilato, commercializzato con il marchio Glivec, era stata respinta dall'Ufficio Brevetti indiano nel 2006. Questo rifiuto nasceva dal fatto che, secondo le norme indiane, il prodotto mancava di [[Brevetto#La_novit.C3.A0|novità e inventiva brevettuale]], e non è riuscito a mostrare una maggiore efficacia sulla sostanza conosciuta. Al centro del caso Glivec è l'interpretazione della sezione 3 (d) della legge indiana sui brevetti che non riconosce l'innovazione incrementale, una pratica conosciuta dalle case farmaceutiche come "evergreening" (sempre verde).
La legge in questione, permette la protezione brevettuale solo su un farmaco completamente nuovo o migliore. Secondo questa noma, una casa farmaceutica non sarebbe in grado di modificare un farmaco già esistente o scientificamente noto e pretendere una nuova rivendicazione esclusiva brevettabile su una eventuale molecola modificata del farmaco già noto.<ref name="www.thehindubusinessline.com">{{Cita web | autore = | titolo = http://www.thehindubusinessline.com/companies/judgment-day-gavel-set-to-fall-on-novartis-glivec-case/article4567308.ece | url = http://www.thehindubusinessline.com/companies/judgment-day-gavel-set-to-fall-on-novartis-glivec-case/article4567308.ece | editore = | data = | accesso=1º aprile 2013 }}</ref>
La Novartis ha contestato questa posizione ritenendo che la diversa salificazione <!-- ([[mesilato]]) --> del principio attivo (imatinib) modifica in modo significativo, migliorandole, le caratteristiche [[farmacocinetica|farmacocinetiche]] dello stesso rendendolo per questo originale.
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