Fall Rot: differenze tra le versioni

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|Parte_di=della [[seconda guerra mondiale]]
|Luogo=[[Francia]]
|Data=[[5 giugno|5]] - [[22 giugno]] [[1940]]
|Esito=Vittoria tedesca
|Schieramento1={{DEU 1933-1945}}
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{{Campagnabox Campagna Francia 1940}}
 
La seconda fase dell'[[Campagna di Francia|invasione tedesca della Francia]] iniziò il [[5 giugno]] [[1940]] e si concluse pochi giorni dopo (il [[22 giugno]]) con la firma del [[secondo armistizio di Compiègne]]. Il nome in codice che il [[Oberkommando des Heeres|Comando dell'Esercito tedesco (OKH)]] scelse per quest'operazione fu '''Fall Rot''' ([[lingua italiana|italiano]]: ''Caso Rosso''), in coerenza con il nome in codice attribuito alla prima fase della campagna: '''[[Fall Gelb]]''' ([[lingua italiana|italiano]]: ''Caso Giallo'').
 
== Premessa ==
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Nella prima parte della [[Campagna di Francia]] l'esercito francese aveva già perso trenta delle sue divisioni; [[Maxime Weygand|Weygand]] dispose ciò che rimaneva delle unità sotto il suo comando a difesa della nuova linea difensiva: nel settore Somme-[[Aisne (fiume)|Aisne]] operavano adesso solo 49 divisioni, mentre altre 17 divisioni restavano a difesa della [[linea Maginot]]<ref name="Basil H 2004">[[Basil Liddell Hart|Basil H. Liddell Hart]], ''Storia militare della seconda guerra mondiale'', Mondadori, Milano 2004, pag. 117</ref>. Oltretutto le riserve a disposizione dell'Esercito francese, a differenza di quello tedesco, erano ormai scarsissime, impedendo così una sostituzione delle truppe impegnate in prima linea.<br />
[[Maxime Weygand|Weygand]] si trovò così a disporre di pochi uomini nel settore del fronte che si estendeva da [[Sedan]] alla Manica, dove presumibilmente i tedeschi avrebbero concentrato il loro attacco; lo stesso governo francese oltretutto iniziava ormai a perdere fiducia nelle possibilità di vittoria contro i tedeschi, specialmente dopo l'[[Operazione Dinamo|evacuazione del BEF da Dunkerque]].<br />
Il [[4 giugno]] [[1940]] le forze francesi operanti sul fronte contro i tedeschi erano organizzate in tre principali [[gruppo d'armate|gruppi d'armate]]: il 2º operante sul fianco destro del fronte a difesa delle posizioni lungo la [[linea Maginot]], il 3º operante sul fianco sinistro del fronte e il 4º che difendeva il settore centrale.<br />
Questo era l'ordine di battaglia dell'Esercito francese durante l'operazione ''Fall Rot'':
 
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[[File:4June-12June1940-Fall Rot.jpg|thumb|left|300px|L'offensiva tedesca sulla Somme tra il 5 e il 12 giugno 1940]]
 
L'offensiva della [[Wehrmacht]] sulla Somme iniziò il [[5 giugno]] [[1940]], a poco meno di un mese dall'avvio delle ostilità a occidente. Le deboli difese francesi opposero una resistenza accanita all'inizio degli scontri, ma già il [[7 giugno]] i primi reparti corazzati tedeschi sfondarono presso [[Rouen]]. Il fronte iniziò così a crollare rapidamente sotto il peso dell'attacco tedesco: già il [[9 giugno]] gli attaccanti avevano attraversato la [[Senna]] ed entro il [[12 giugno]] avevano costituito ampie teste di ponte oltre questo fiume e l'[[Oise (fiume)|Oise]], dalle quali minacciavano ormai [[Parigi]] da vicino.<br />
Travolti dall'attacco tedesco, alcuni elementi della X Armata francese e del [[Corpo di Spedizione Britannico|Corpo di Spedizione Britannico (BEF)]] si rifugiarono a [[Saint-Valery-en-Caux]] per poter essere evacuati dalla marina britannica. La 7. Panzer-division, al comando del generale [[Erwin Rommel]], prese però possesso delle alture attorno al porto per impedire tale evacuazione; alle forze alleate ormai sopraffatte e circondate non rimase che arrendersi il [[12 giugno]].<br />
Maggiore successo ebbe invece un secondo tentativo di evacuazione realizzato da truppe inglesi e francesi presso [[Le Havre]]. Il nome in codice di quest'operazione fu [[Operazione Cycle]] e fu realizzata il [[10 giugno]] [[1940]]: circa 11.000 soldati alleati riuscirono a essere evacuati dalla marina inglese, che li mise in salvo dall'accerchiamento tedesco.<br />
Nel tentativo di risparmiare [[Parigi]] dalle distruzioni della guerra, il governo francese dichiarò la capitale francese [[città aperta]] il [[10 giugno]], trasferendosi a [[Bordeaux]]. Il [[14 giugno]] truppe d'invasione tedesche marciarono su [[Parigi]].
 
== L'Italia in guerra ==
A complicare ulteriormente la situazione per i francesi arrivò, il [[10 giugno]], la dichiarazione di guerra dell'[[Italia]]. Convinto infatti che la vittoria dei tedeschi sarebbe stata rapida, [[Benito Mussolini]] decise di superare la posizione italiana di ''non belligeranza'', schierandosi al fianco del [[Terzo Reich]].<br />
Ne seguì uno [[Battaglia delle Alpi Occidentali|scontro sul confine italo-francese]] che non ebbe importanti ripercussioni militari sull'andamento di una campagna ormai segnata.
 
== L'aggiramento della linea Maginot ==
Nonostante la situazione militare fosse disperata, l'esercito francese continuò a battersi con valore. In particolare le divisioni poste a difesa della [[linea Maginot]] (forti di quasi 400.000 uomini) opposero una tenace resistenza agli attacchi tedeschi: soltanto una sezione di [[casamatta|casematte]] fu conquistata dai tedeschi, ma per il resto la linea di difesa francese non venne sfondata, rifiutandosi di arrendersi ai tedeschi.<br />
Per costringere alla resa i reparti posti a difesa della [[linea Maginot]], la [[Wehrmacht]] operò una manovra di aggiramento alle spalle, realizzata con l'utilizzo di reparti corazzati che sfondarono verso sud per poi convergere a est chiudendo le vie di fuga ai francesi. Un intero [[gruppo d'armate]] francese rimase quindi intrappolato in un'enorme sacca, dove venne costretto alla resa il [[22 giugno]].
 
== La guerra dei cieli ==
Anche in questo caso, la supremazia aerea raggiunta dalla [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] fece la differenza per il successo delle operazioni di terra dei tedeschi. L'[[Armée de l'air]] e la [[Royal Air Force]] si impegnarono a fondo per contrastare gli attaccanti, effettuando numerose sortite contro le posizioni tedesche specialmente tra il 5 e il 9 giugno. Proprio il [[9 giugno]] le residue forze dell'Armée de l'air cessarono virtualmente la loro resistenza, facendo ritirare alcuni aerei nel Nord Africa francese; la [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] ebbe così via libera per la prosecuzione della sua campagna di bombardamenti e di supporto alle unità terrestri.<br />
L'Armée de l'air e la Royal Air Force subirono perdite decisive in questa fase della campagna, che per poco non minacciarono le possibilità di difesa britanniche nella seguente [[Battaglia d'Inghilterra]].
 
== Evacuazione del BEF ==
Dopo la disfatta sulla Somme e la conquista di [[Parigi]] alle forze inglesi del ''secondo BEF'' non rimase altra scelta che ripiegare e prepararsi a una nuova evacuazione dal continente. Si diede pertanto avvio all'[[Operazione Ariel]], che tra il [[15 giugno|15]] e il [[25 giugno]] premise l'evacuazione di 200.000 uomini appartenenti all'esercito britannico e a quello francese.<br />
La Luftwaffe si impegnò a fondo per evitare una nuova evacuazione di massa dopo [[Operazione Dinamo|Dunkerque]]. Il I. Fliegerkorps bombardò incessantemente i porti di [[Cherbourg]] e [[Le Havre]], ma ciò non impedì la buona riuscita dell'operazione.
 
== Il secondo armistizio di Compiègne ==
Già prima dell'occupazione di [[Parigi]] numerosi ambienti politici e militari spinsero affinché il governo francese siglasse una pace separate con la [[Terzo Reich|Germania]]. Il [[7 giugno]] [[Maxime Weygand|Weygand]] consigliò al governo francese di firmare al più presto un armistizio, affermando che “''la battaglia della Somme è perduta''”<ref>[[Basil Liddell Hart|Basil H. Liddell Hart]], ''Storia militare della seconda guerra mondiale'', Mondadori, Milano 2004, pag. 119</ref>. Il primo ministro francese in carica, [[Paul Reynaud]], era però contrario a qualsiasi resa, dichiarandosi invece disposto a combattere senza sosta fino alla sconfitta dei tedeschi. L'evoluzione della [[Campagna di Francia]] e le pressioni degli ambienti militari fecero però emergere nei gruppi dirigenti francesi una tendenza sempre più favorevole a una resa.<br />
Per impedire tale resa, il primo ministro inglese [[Winston Churchill]] propose agli alleati la creazione di un'unione anglo-francese che avrebbe dovuto fronteggiare i tedeschi. Questa proposta irritò gli ambienti politici francesi, che sentivano il peso degli scontri sul loro territorio. Il gabinetto francese discusse l'idea di [[Winston Churchill|Churchill]] e la bocciò a maggioranza. Dopo questa bocciatura, [[Paul Reynaud]] fu costretto alle dimissioni, mentre iniziava a maturare la decisione definitiva della resa. Al suo posto venne nominato l'anziano [[Maresciallo di Francia|Maresciallo]] [[Philippe Pétain]], assai più incline a porre fine alla guerra.<br />
I negoziati per l'[[secondo armistizio di Compiègne|armistizio]] si svolsero a [[Compiègne]], nella stessa località dove si erano svolti quelli che posero fine alla [[prima guerra mondiale]]. Il [[22 giugno]] [[1940]] l'[[secondo armistizio di Compiègne|armistizio]] fu firmato dalle delegazioni francesi e tedesche. Nello stesso giorno le truppe del II Gruppo d'armate francese si arresero al nemico, mentre il cessate il fuoco entrò ufficialmente in vigore il [[25 giugno]] [[1940]].<br />
La [[Francia]] fu divisa in due zone: quella nord-occidentale (comprendente [[Parigi]]) fu occupata direttamente dai tedeschi; quella meridionale rimase invece formalmente territorio francese indipendente e sovrano. In questa seconda zona nacque la [[Repubblica di Vichy]], che ebbe a capo il [[Maresciallo di Francia|Maresciallo]] [[Philippe Pétain|Pétain]].<br />
[[Charles de Gaulle]] (e con lui altri uomini politici e militari che si opponevano al nuovo [[Repubblica di Vichy|regime]]) riparò a [[Londra]], da dove pronunciò il famoso [[appello del 18 giugno]]. Si rifiutò di riconoscere la legittimità del nuovo governo di [[Repubblica di Vichy|Vichy]] e l'armistizio con i tedeschi, organizzando le forze di combattimento della [[Francia libera]] al fianco dei britannici.
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== L'affondamento della flotta francese ==
{{Vedi anche|Distruzione della flotta francese a Mers-el-Kébir}}
Il comandante in capo della flotta francese ammiraglio [[François Darlan]] (nominato anche ministro della marina), aveva già dal [[20 giugno]] diramato istruzioni affinché per nessun motivo le navi francesi avrebbero dovuto essere consegnate al nemico: ciò in ossequio a un impegno assunto dallo stesso [[François Darlan|Darlan]] con il premier britanno [[Winston Churchill]].<br />
La risoluzione del comandante francese era netta, ma niente avrebbe potuto distogliere il governo britannico dal convincimento che, nel caso i tedeschi avessero tentato con un colpo di mano di impadronirsi della flotta francese, avrebbero ottenuto delle navi con cui rendere insostenibile la situazione britannica nel [[Mediterraneo]], e forse anche nell'[[Atlantico]]. Così la marina britannica ricevette l'ordine di affondare la flotta francese nei suoi porti europei e [[Distruzione della flotta francese a Mers-el-Kébir|africani]].