Gilgameš: differenze tra le versioni

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Nella seconda metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] [[George Smith (assiriologo)|George Smith]], un incisore di banconote [[Inghilterra|britannico]], venne assunto alla sezione assira del [[British Museum]] di [[Londra]], grazie all'interessamento di sir [[Henry Rawlinson]]. Nel [[1872]] Smith trascrisse e tradusse l'''[[Epopea di Gilgamesh]]'' grazie alle tavolette trovate nei magazzini del museo. Nella trascrizione tuttavia mancava una parte, corrispondente a 17 righe. La notizia arrivò al giornale ''Daily Telegraph'', il quale sovvenzionò una spedizione per cercare le tavolette mancanti, mettendone a capo Smith stesso.
 
La spedizione ottenne i risultati sperati. Il [[14 maggio]] [[1873]] Smith rinvenne le tavolette mancanti: «''scesi ad esaminare il deposito di frammenti di iscrizioni cuneiformi provenienti dagli scavi del giorno, togliendo la terra e spazzandola per leggerne il contenuto. Pulendone una trovai con mia gioia e sorpresa che conteneva la maggior parte delle diciassette righe di un’iscrizione appartenente alla prima colonna del racconto caldeo del Diluvio, che si inserivano nell’unico punto dove c’era una grave lacuna nel racconto''».<ref>Citazione tratta da ''I detective dell'archeologia'' ([[1965]]), a cura di [[Kurt Wilhelm Marek|C.W. Ceram]]. Traduzione di [[Luciana Bonaca]].</ref>
 
==La storia di Gilgamesh==