Nouhak Phoumsavanh: differenze tra le versioni
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|GiornoMeseMorte = 9 settembre
|AnnoMorte = 2008
|Attività =
|Attività2 = politico
|Attività3 = patriota
|Epoca =
|Nazionalità = laotiano
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== Biografia ==
Nouhak, di discendenza vietnamita, nacque a [[Ban Phalouka]] (secondo le fonti ufficiali nel [[1910]], ma altri fissano la data di nascita al [[1914]]). Ebbe due mogli, entrambe vietnamite:
Nel [[1945]] fu tra i fondatori del movimento di resistenza laotiano [[Lao Issara]], allineato ai [[Viet Minh]] di [[Ho Chi Minh]]; nel [[1949]] divenne presidente del comitato della resistenza per le regioni orientali, quindi nel [[1950]] ministro delle Finanze del "governo di resistenza" del [[Pathet Lao]]. Con la fondazione del [[Partito Rivoluzionario del Popolo Lao]] (allora Partito del Popolo Lao) nel [[1955]], Nouhak risultò il secondo eletto al suo Comitato Centrale e divenne segretario del Partito di [[Vientiane]].
Quando venne siglata una tregua fra governo e resistenza, nel [[1958]] entrò nell'Assemblea Nazionale, ma venne arrestato l'[[1959|anno successivo]], riuscendo a fuggire nel [[1960]] insieme a [[Souphanouvong]]. Riparò quindi a [[Khangkhay]], dove divenne segretario della locale Cellula del Partito. Al secondo Congresso del Partito (febbraio [[1972]]) venne eletto membro dell'[[Politburo|Ufficio Politico]], responsabile per gli affari economici.
Con la vittoria del [[1975]], Nouhak divenne vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro delle Finanze, considerato il numero due dell'allora ''leader'' del Paese, [[Kaysone Phomvihane]].
Dopo la morte di Kaysone, l'Assemblea Nazionale elesse Nouhak suo successore
Rimase membro dell'Ufficio Politico fino al [[1996]], quando divenne consigliere esecutivo del Comitato Centrale, carica che mantenne fino alla morte. Fino al [[2007]], inoltre, compiva frequenti visite nelle province laotiane per ispezionarle. Morì il 9 settembre [[2008]] (fonti laotiane riferirono per cause naturali); dal [[10 settembre|10]] al 14 settembre, giorno in cui fu cremato, fu proclamato il [[lutto nazionale]] e la commissione incaricata di organizzare i suoi funerali fu presieduta dal presidente della Repubblica [[Choummaly Sayasone]].
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