Boote: differenze tra le versioni

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== Caratteristiche ==
[[File:Bootes.jpg|250px|thumb|left|Le costellazioni del Boote e della Corona Boreale (invertite) illustrate da [[Johann Hevelius]].]]
Il Boote è una grande costellazione dell'emisfero boreale, estesa particolarmente in declinazione; individuarla in cielo è estremamente facile, grazie alle tre stelle della coda del [[Grande Carro]]: proseguendo infatti la curvatura suggerita dal timone verso sud, si arriva a individuare una stella di colore marcatamente arancione, una fra le più luminose del cielo. Questa stella è [[Arturo (astronomia)|Arturo]], la {{ST|Alfa|Boo}}; Arturo funge da base di un grande [[asterismo]] a forma di "Y", dove tutte le sue stelle ad eccezione di quella del vertice nordorientale fanno parte della costellazione del Boote. Un altro nome identificativo per la costellazione è "l'aquilone".
 
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== Mitologia ==
[[File:Bootes2.jpg|thumb|230px|left|Boote in piedi sul monte Menalo, una costellazione obsoleta. Oltre la sua testa c'è un'altra costellazione obsoleta, il Quadrante Murale. Da ''Uranographia'' di Johann Bode.]]Nella leggenda questa costellazione è strettamente legata a quella dell'[[Orsa Maggiore]], Ursa Major, poiché è posizionata dietro alla coda dell'orsa. Non è certa l'origine del nome Bootes, ma con ogni probabilità viene da una parola greca che significa «rumoroso» o «clamoroso», con riferimento alle urla che il pastore rivolge alle sue bestie. Una spiegazione alternativa è quella che fa derivare il nome dal greco antico dove significava «colui che spinge avanti il bue», per il fatto che qualche volta l'Orsa Maggiore era rappresentata come un carretto tirato da buoi. Ai [[Greci]] questa costellazione era anche nota come Arctophylax, tradotto sia come Sorvegliante dell'Orsa, che Custode dell'Orsa o Guardiano dell'Orsa.
 
Secondo una storia che risale a [[Eratostene]], la costellazione rappresenta [[Arcade (mitologia)|Arcas]], figlio del dio [[Zeus]] e di [[Callisto]], figlia del Re di [[Arcadia]], [[Licaone (Pelasgo)|Licaone]]. Un giorno Zeus andò a pranzare da suo suocero Licaone, cosa alquanto insolita per un dio. Per accertarsi che l'ospite fosse veramente il grande Zeus, Licaone fece a pezzi Arcas e glielo servì in mezzo alle altri carni di una grigliata mista. Zeus riconobbe facilmente la carne di suo figlio. Assalito da irrefrenabile collera, capovolse la tavola, spargendo dappertutto i cibi del banchetto, uccise i figli del re con una folgore e trasformò Licaone in lupo. Poi raccolse i pezzi di Arcas, li rimise insieme e lo affidò alla [[Pleiadi (mitologia)|Pleiade]] [[Maia (Atlante)|Maia]] perché lo allevasse.