Joe Adonis: differenze tra le versioni

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{{F|criminali italiani|data=febbraio 2009|commento=nelle altre versioni linguistiche sono presenti}}
[[File:Joe Adonis (mugshot, 1937).jpg|thumb|right|Foto segnaletica di Joe Adonis]]
{{Bio
|Nome = Joe
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|Nazionalità = italiano
|Categorie = no
|PostNazionalità = , potente mafioso italo-americano della [[famigliaFamiglia Genovese]]
|Immagine =
}}
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Nel [[1953]] venne espulso in Italia in seguito alla scoperta che non era un cittadino americano naturalizzato, e si stabilì in una villa fuori [[Napoli]], da dove continuò a mantenere stretti contatti con Luciano. Nel febbraio del [[1958]] si trasferì a [[Milano]], in un appartamento al settimo piano di via Albricci. Li visse da gran signore, frequentando i locali alla moda ed i night clubs, mostrando maniere raffinate e vestendo con eleganza.
 
Venne convocato in questura il 1 giugno [[1963]] per essere sentito in merito all'imboscata tesa ad [[Angelo La Barbera]] che Adonis conosceva e col quale aveva avuto qualche contatto. Indagini condotte tra il [[1970]] e il [[1971]] rivelarono come Adonis avesse ancora funzioni di "capo" mafioso e che la scelta di Milano come sua residenza fosse stata determinata da precise esigenze strategiche: la direzione del traffico internazionale di preziosi, soprattutto brillanti, con ramificazioni in Francia ed in Svizzera ed il coordinamento del contrabbando di stupefacenti verso il Nord Europa.
 
Nel maggio 1971 Adonis fu arrestato e mandato in soggiorno obbligato a [[Serra de' Conti]], un piccolo comune in [[provincia di Ancona]]: malgrado la rigorosa sorveglianza riuscì a ricevere un suo uomo di fiducia, che probabilmente continuava a riferirgli degli affari in corso. Intratteneva rapporti con il sindaco e con il parroco del luogo, ostentando signorilità e generosità.
(Il relatore della Commissione antimafia della VI legislatura, doc. XXIII, fu l'on. Michele Zuccalà, socialista, il cui nome è stato trovato nella lista della loggia massonica P2).
 
La passione di Adonis per il mondo musicale non fu mai un mistero. A parte night-club e cantanti, nei primi anni ‘60 girò anche voce su un suo tentativo di scalzare il Festival di Sanremo con una manifestazione in concorrenza.