Giuseppe Fenocchio: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Dopo aver frequentato gli studi liceali, filosofici e teologici presso il [[Seminario vescovile di Albenga|seminario]] della sua diocesi d'origine, in [[Albenga]], fu ordinato sacerdote il
Dopo un periodo di insegnamento delle materie letterarie classiche presso il seminario minore diocesano, fu designato parroco di [[Diano Castello]] ([[1932]]-[[1949]]) e, nel frattempo, conseguì il dottorato in teologia presso la [[Pontificia Università Gregoriana]] in [[Roma]].
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Nell'anno [[1947]], mons. [[Raffaele De Giuli]], vescovo di Albenga, lo designò suo [[vicario generale]], docente di teologia dogmatica nel corso teologico del seminario, assistente diocesano dell'[[Azione Cattolica]] e [[canonico]] teologo.
Eletto da [[papa Pio XII]] vescovo di [[diocesi di Massa Carrara-Pontremoli|Pontremoli]] il
A [[Pontremoli]], favorì l'accesso all'istruzione, in particolare potenziando il [[liceo classico]] vescovile, aperto agli alunni esterni e fu vicino ai problemi della popolazione che numerosa, in quegli anni, emigrò dalla [[Lunigiana]] alla ricerca di migliori condizioni di vita, portando in un trentennio la diocesi da oltre 70.000 a circa 37.000 abitanti, che egli visitò assiduamente, anche con viaggi all'estero. Partecipò al [[Concilio Vaticano II]] e ne curò la prudente attuazione nella vita ecclesiale diocesana. Numerose le lettere pastorali, specialmente su temi spirituali cristiani. Il
Ritornò ad abitare ad Albenga: il vescovo, mons. [[Alessandro Piazza]], lo designò suo vicario episcopale per la formazione permanente del clero e lo incaricò di numerosi impegni pastorali. Dopo la morte, fu sepolto nella [[Duomo di Pontremoli|chiesa cattedrale di Pontremoli]], per sua volontà: "ai piedi della Madonna del Popolo".
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