Io, l'erede: differenze tra le versioni

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Il fratello Peppino molto sensibile ai gusti del [[pubblico]] avrebbe voluto che la commedia non fosse rappresentata ed infatti l'accoglienza degli spettatori fiorentini del [[Teatro La Pergola]] fu piuttosto tiepida. Eduardo tradusse in italiano e rivide profondamente il testo nel [[1972]] che in questa nuova versione ebbe successo ma egli non recitò più alcun ruolo nella commedia.
 
Il tema apparentemente stravagante della commedia che cioè la [[beneficenza]] è qualcosa di vantaggioso sia per chi la fa, soddisfacendo il proprio spirito di [[altruismo]], sia per chi la riceve è qui mescolato alla [[critica]] di una certa [[società (sociologia)|società]] [[borghese]] che con gli avanzi della propria ricchezza soddisfa il proprio ipocrita buonismo.
Altrettanto [[paradosso|paradossale]] e pirandelliana è la figura di Ludovico Ribera che ragiona con una logica tipica delle [[maschera|maschere]] di Pirandello: è lui, l'erede, in fondo che benefica la famiglia perché le dà la possibilità di presentarsi agli occhi del mondo con l'ipocrita facciata di benefattori.