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|Panorama=Tallacano.jpg
|Didascalia=Tallacano vista da Venamartello
|Stemma=
|Stato=ITA
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|Longitudine secondi=20.7
|Longitudine EW=E
|Altitudine=660
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|Note superficie=
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'''Tallacano''' (''Tallacà'' nel [[dialetto ascolano]]) è una frazione del comune di [[Acquasanta Terme]] in [[provincia di Ascoli Piceno]] nella regione [[Marche]].
 
Il paese è noto soprattutto per l'abbondante raccolta di [[Castanea sativa|castagne]] e [[marroni]] e per la notevole presenza di piante che ne producono i frutti e che ricoprono per centinaia di [[ettaro|ettari]] il gruppo montuoso dell'[[Appennino umbro-marchigiano|Appennino umbro marchigiano]] dove sorge il piccolo borgo.
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Tallacano, inserito nel comprensorio del [[Parco Nazionale dei Monti Sibillini]], sorge a 660 m. [[livello del mare|s.l.m.]] su di un crinale nel cuore degli Appennini. Il suo centro abitato si compone di case costruite in pietra locale ([[Tufo (roccia)|tufo]]) edificate in epoca [[rinascimento|rinascimantale]], databili intorno al [[1500]]. <ref>M. Stipa, ''Itinerari dell'ascolano. Venamartello - Tallacano'', art. cit. pag. 12.</ref> Le montagne che circondano il borgo sono sono: [[monte Ceresa]] (1.494 metri), monte Savucco (1.205 metri), monte Monterone (1.420 metri), monte Scaloni (1.340 metri), colle Cese Novele (1.057 metri), monte Vicito (1.041 metri), monte Pianomonte (1.279 metri). Questi rilievi sono ricoperti da boschi di castagni, [[quercia|querce]], [[abies|abeti]], [[faggio|faggi]] e popolati da molte specie di animali tipiche dell'appennino centrale, quali: [[cinghiale|cinghiali]], [[vulpes|volpi]], [[meles meles|tassi]], [[scoiattolo|scoiattoli]], [[glis glis|ghiri]], [[asio otus|gufi]], [[picidae|picchi]], [[Falco peregrinus|falchi pellegrini]], [[Athene noctua|civette]] e più raramente il [[lupo]]. Nelle aree boschive vi sono: [[fungo|funghi]], [[tartufo nero|tartufi neri]], [[Asparagus acutifolius|asparagi selvatici]], ciliegie, fichi, noci, lamponi e more.
 
Il territorio è caratterizzato dalla presenza di [[grotta|grotte]] tufacee e pareti montane che si gettano a strapiombo lungo il corso del vicino torrente con altezze che superano spesso i 30 metri. A pochi chilometri dal centro abitato antichi sentieri conducono ai vicini [[monti della Laga]], ai [[Monti Sibillini|Sibillini]] ed ai paesi di: Agore, Poggio, Rocchetta e Peracchia.
 
La frazione si trova a circa 25&nbsp;km dal [[Ascoli Piceno|capoluogo di provincia]] e si raggiunge percorrendo la [[via Salaria]] fino alla località di Centrale di Acquasanta Terme, qui un incrocio indica la strada che conduce al paese (che dista circa 9&nbsp;km.) e termina a Tallacano. Con i borghi di Venamartello, Cocoscia, Forcella, Falciano, Colle Falciano, Rocchetta e Agore, fa parte del gruppo di centri abitati che sorgono al di là di una piccola porzione della catena montuosa che corre parallela al fiume Tronto. Più verso [[nord]] ci sono: Piandelloro, ad [[ovest]] Peracchia, Capo di Rigo ed altri piccole contrade.
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== Storia ==
[[ImmagineFile:Tagliacane ovvero Tallacano nel 1527 - Musei Vaticani.jpg|thumb|right|250px|Tallacano, nel 1527, con il nome di Tagliacane, Musei Vaticani]]
L'origine della fondazione del paese è piuttosto controversa, alcuni storici la attribuiscono ai [[Grecia|greci]] che qui stabilitisi, forse in ritirata o forse fruendo della posizione strategica del luogo durante la guerra contro [[Roma]], dettero vita all'insediamento. (I nomi di molti luoghi delle vicine [[Vallata|vallate]] e delle montagne derivano da parole greche). Altre fonti riferiscono le origini del borgo alla nobile famiglia ascolana dei Tagliacane. In alcune mappe, risalenti al [[1527]], custodite presso i [[Musei Vaticani]], il nome di Tallacano è riportato come Tagliacane, che, in seguito, è mutato in Tallacano.
 
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Per i rapporti con Ascoli, rimane ai documenti una nota dei Massari di Talacano, del [[1513]], che ''con occhi lacremoni recorrono'' perché vengano ridotti a 46 i molti [[fiorini]] di debito contratti ''a causa dei turbamenti in questa Magnifica Ciptà et contado''.
 
Agli albori del [[XX secolo]] il piccolo centro torna a far parlare di se per la presenza sul suo territorio di lupi che fanno strage di pecore. Gli abitanti ottengono dal [[Prefetto]] il consenso a spargere in giro carne avvelenata, con obbligo però di ritirarla ogni mattina all'alba (Regolamento anno [[1903]]) <ref>Da un libro del [[1948]] si legge un'intervista ad un vecchio del paese: «''(...) Il lupo ammazza le pecore e i tassi divorano il granturco appena seminato, ma il tasso non si può ammazzare è la legge. Il tasso è il padrone incostrastato del bosco lui può tutto, nessuno lo tocca. La volpe nella stagione ammazza le galline e di notte dobbiamo rinchiudere le povere bestiole altrimenti la "limana" ti ripulisce il pollaio (...)''»</ref>
 
Il [[1900]] è segnato dalle due guerre mondiali e non manca la chiamata alle armi per molti tallacanesi che svolsero a pieno il loro compito. Durante il massacro della guerra di Russia, avvenuto nel corso della [[seconda guerra mondiale]], partirono 229&nbsp;000 soldati, molti dei quali [[alpini]], ma solo 110&nbsp;000 di loro tornò a casa, tra cui un tallacanese che alla sua morte, avvenuta poco dopo l'anno [[2000]], aveva sulla bara l'antica bandiera usata in guerra dall'Italia come chiaro riferimento all'amore per la patria.
 
Con l'arrivo del benessere, nell'Italia del [[dopoguerra]], anche Tallacano visse sull'onda del rinnovo. Il paese fu raggiunto dalla strada, in precedenza si accedeva al borgo percorrendo un sentiero (detto ''strada romana'') ''vecchio di mille anni e più'' che si diramava dalla Salaria.
 
=== La palizzata difensiva medioevale ===
[[ImmagineFile:Tallacano incendio 2007.jpg|thumb|right|250px|Tallacano, incendio 2007]]
[[ImmagineFile:Tallacano incendio 2007 (02).jpg|thumb|right|250px|Tallacano, incendio 2007]]
Sul banco di roccia tufacea che sovrasta il centro abitato di Tallacano, come ricorda Luigi Girolami, durante il periodo [[medioevo|medioevale]], si ergeva una roccaforte, costruita in materiale ligneo, composta da tavole, pali e coppi, priva di fondazioni in muratura. A testimoniare l'esistenza della [[palizzata]] - [[fortificazione]] vi sono ancora oggi le buche, scavate nel tufo, utilizzate per conficcare l'innesto dei sostegni. Il complesso palificato, molto probabilmente, assolveva a funzioni militari di avvistamento e difesa. <ref>L. Girolami, art. cit. pag. 9.</ref>
 
===Cronologia storica essenziale degli anni dal 1956 al 2007===
* [[1956]] - La strada, un tempo sentiero di montagna, realizzata con il sostegno della [[Cassa del Mezzogiorno]] e del Consorzio Bonifica del Tronto, ha collegato il paese alla Salaria all'altezza di Corneto-Centrale di Acqusanta (8&nbsp;km di lunghezza). Dapprima fu solo brecciata e anni dopo asfaltata. Il primo ad arrivare a Tallacano con la strada brecciata fu il postino con la Moto [[Guzzi]].
* [[1958]] - Arrivo dell'energia elettrica.
* [[1956]]-[[1958]] - Vengono eseguite le opere dell'acquedotto di Pescara di Arquata <ref>[http://www.ciip.it/pianeta_ciip/pag_pianeta/doc_pdf/StoriaCIIP.pdf Storia dell'acquedotto di Pescara di Arquata]. URL consultato il 10 febbraio 2012.</ref> che rifornirà Ascoli Piceno tagliando le montagne di Tallacando e saltando di vallata in vallata. L'acquedotto, ancora oggi in funzione, rifornisce tutta la [[valle del Tronto|vallata del fiume Tronto]] comprese le città di Ascoli Piceno e [[San Benedetto del Tronto]]. Il ponte-acquedotto nei prssi di Tallacano venne costruito dall'impresa [[Ferrobeton]] del [[marchese]] Carlo Feltrinelli di [[Roma]]. Per trasportare il materiale venne approntata una piccola [[ferrovia]] fin sotto al ponte, una strada ferrata lunga diversi chilometri all'interno di zone impervie e inaccessibili, una vera e propria opera d'ingegneria, con gallerie nella montagna scavate con [[dinamite]], [[pala (attrezzo)|pala]] e [[piccone]].
* [[1960]] (data simbolica) - Inizio della forte emigrazione degli abitanti di Tallacano verso le città più grandi e i Paesi esteri.
* [[1962]] - Arrivo della linea telefonica pubblica quando vi era un solo telefono pubblico per tutto il paese.
* [[1968]] (data incerta) - L'acqua corrente entra nelle case di Tallacano.
* [[2007]] - Dal [[21 luglio|21]] al [[28 luglio]] un violento [[incendio]] ha distrutto gran parte dei boschi: circa 800 ettari. Il fuoco è stato spento dopo una settimana grazie all'intervento di 3 [[Canadair CL-415|Canadair]], 2 [[Elicottero|elicotteri]] militari, della [[Protezione Civile]], della [[Guardia forestale]], dei [[vigili del fuoco]] e dall'aiuto degli abitanti locali e dei paesi limitrofi.
* [[2007]] - Il [[28 dicembre]] avviene la rottura del ponte-[[acquedotto]], costruito nel 1956, situato nella valle del torrente Tallacano tra i paesi di Tallacano e Rocchetta. L'inconveniente ha causato la totale assenza di acqua per tutta la vallata del Tronto comprese parti dei centri di San Benedetto del Tronto e [[Grottammare]] per una decina di giorni. Il tubo superiore ai 60 centimetri, protetto all'interno del ponte scatolato in cemento, trasportava circa 650 litri di acqua al secondo.
 
==Monumenti e luoghi d'interesse==
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa di San Pietro Apostolo ====
La chiesa di San Pietro Apostolo è sede della parrocchia del paese, si eleva al di fuori dal centro abitato sul monte a nord-ovest, in mezzo alla piccola zona pianeggiante interna al bosco. Si raggiunge attraverso un sentiero scavato nel tufo. L'assetto architettonico dell'edificio, a pianta rettangolare, si articola in un'unica navata, lunga e stretta. Sul portale d'ingresso si legge la data del [[1569]]. Sulle pareti interne dell'aula sacra sono ancora presenti tracce di due [[affresco|affreschi]] attribuiti alla scuola di [[Cola dell'Amatrice]], di questi: uno raffigura [[Pietro apostolo|san Pietro]], con in mano il [[Vangelo]], circondato da Angeli; l'altro, posto alle spalle dell'altare, [[Gesù]] crocifisso con la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] e le Pie donne. <ref>M. Stipa, ''Itinerari dell'ascolano. Venamartello - Tallacano'', art. cit. pag. 13.</ref> Nell'anno [[1621]] è stata la prima chiesa del comprensorio acquasantano a tornare sotto le dipendenze dell'[[Abbazia di Farfa]] (forse già precedentemente appartenuta all'abbazia reatina). L'[[Sebastiano Andreantonelli|Andreantonelli]] ne ricorda l'appartenenza alla Chiesa Ascolana e l'assegnazione al convento di Sant'Agostino nei periodi di papato di [[Innocenzo IV]] e [[Urbano IV]]. In questo arco di tempo fiorì la Confraternita del Santissimo Crocifisso che vi istituì un suo patronato.<ref> S. Andreantonelli, op. cit. pag. 286.</ref>
 
==== Chiesa di Sant'Antonio ====
La chiesa di Sant'Antonio è individuata anche con la denominazione di Santa Maria Annunziata. L'edificio religioso, risalente al XVI secolo, <ref>M. Stipa, ''Itinerari dell'ascolano. Venamartello - Tallacano'', art. cit. pag. 12.</ref> è stato costruito su di un masso, esposto verso [[sud]]-[[est]], che sovrasta alcune abitazioni del paese. Fu fondata dai Canonici Lateranensi, con l'obbligo per i fedeli di consegnare mezza [[libbra]] di cera, ogni anno, nel giorno di [[Pasqua]]. Nel [[1621]] anche questa seconda chiesa passerà sotto Farfa ed avrà, insieme con l'altra, un unico [[rettore]].
 
=== Architetture civili ===
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Lungo il torrente Tallacano si trovano due antichi [[mulino ad acqua|mulini ad acqua]].
 
*Mulino Cappelli Cipriani - Costruito in pietra e travi in legno è ubicato tra Tallacano ed il paese di Poggio, a circa 9 km dal centro di Acquasanta Terme. L'edificio, risalente al [[1650]], si sviluppa in diversi ambienti, tra i quali anche il deposito ed il forno.
 
*Mulino Pompili - Si trova lungo la strada che sale verso Tallacano, a circa 1&nbsp;km dall'incrocio con la statale [[Salaria]] inferiore, ai piedi della collina di Forcella nei pressi di una delle cascate del torrente Tallacano. La fabbrica del mulino attualmente ospita una casa-museo privata. L'edificio si compone di due piani e sull'architrave dell'ingresso si legge incisa la data [[1128]]. <ref>M. Rossi Spadea, art. cit. pag. 20.</ref>
 
=== Aree naturali ===
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=== Eventi ===
Nel [[giugno]] del [[2011]] la frazione di Tallacano è stata tappa del [[Festival dell'Appennino]]. Da qui i partecipanti partirono alla volta della grotta del Petrienno, nei pressi dell'omonimo fosso, dove è stata rappresentata, in notturna, una piece teatrale. <ref>[http://www.provincia.ap.it/novita/newsdett/newsdett.asp?codnew=7420 Festival dell'Appennino, cronaca di una notte speciale, tra orchi, grotte e lune rosse]</ref>
 
== Geografia antropica ==