Victor Serge: differenze tra le versioni

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Per via di un'occlusione intestinale rischia la vita, ma grazie alle cure di un medico amico riesce a salvarsi. Durante la convalescenza prende la decisione di dedicarsi alla letteratura, attività abbandonata nel '19 perché non la riteneva prioritaria. {{quote| Io concepivo, io concepisco ancora lo scritto come bisogno di una giustificazione più solida, come un mezzo di esprimere per gli uomini ciò che i più vivono senza saper esprimere, come un mezzo di comunione, come una testimonianza sulla vasta vita che fugge attraverso di noi e di cui dobbiamo tentare di fissare degli aspetti essenziali per coloro che verranno dopo di noi. | Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario pag 293 }}
Serge vive dal '28 al '33 cercando di non farsi distruggere dalle avversità e dalla miseria che lui e la sua famiglia, caduta in disgrazia, vivono. Rimane per molto tempo isolato, circondato da spie e provocatori, deluso dall'impossibilità di svolgere una politica di opposizione di sinistra che fosse efficace, viste le forzate condizioni di clandestinità cui era relegata. Nonostante gli venga preclusa ogni possibilità di avere un impiego regolare, sorte comune a gli altri oppositori, Serge resiste alla calunnia e alla lotta per la sopravvivenza quotidiana senza mai fare abiura.
Il suocero viene accusato di lavorare per la controrivoluzione e la moglie di Serge, provata dagli eventi si ammala, perdendo la ragione. Decide di scrivere su 3 punti essenziali il suo punto di vista: la difesa dell'uomo, la difesa della verità e la difesa del pensiero, datato Mosca, 1°º febbraio '33 e spedito a Parigi.
Pochi giorni dopo, mentre usciva a comprare le medicine per sua moglie, viene nuovamente arrestato, trasferito a Mosca e poi condannato a tre anni di deportazione in [[Siberia]].
Raggiunto dal figlio a [[Orenburg]], sul [[fiume Ural]], vivono circondati dalla miseria resistendo alla disperazione entrando in contatto con tanti deportati e con i siberiani. Scrisse due nuovi romanzi, "Gli uomini perduti" e "La tormenta", e preparando la prima stesura de "L'anno II della rivoluzione russa", che andarono persi al momento della sua liberazione.