Victor Serge: differenze tra le versioni

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{{quoteCitazione|Sin dall'infanzia, mi sembra d'aver sempre avuto, molto netto, il doppio sentimento che doveva dominarmi durante tutta la prima parte della mia vita: quello cioè di vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile|Victor Serge, incipit dell'autobiografia ''Memorie di un rivoluzionario''}}
 
{{Bio
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== Infanzia ==
Impara a leggere sulle edizioni economiche di [[Shakespeare]] e [[Cechov]], e comprende una legge non scritta: {{quoteCitazione|Mi sembra che se, a dodici anni, mi avessero domandato: cos'è la vita? (e me lo chiedevo spesso), avrei risposto: non lo so, ma vedo che vuol dire: penserai, lotterai, avrai fame.| Victor Serge, "Memorie di un rivoluzionario"}}
Primogenito, turbolento e sagace, ama il suo fratello minore Raoul, e insieme patiscono la fame, finché suo padre non ottenne la nomina all'Istituto di anatomia dell'[[Università di Bruxelles]], migliorando le condizioni economiche della famiglia; ma suo fratello già deperito, si ammala e muore. A quindici anni diventa apprendista fotografo, lavorando dodici ore e mezzo. Con un gruppo di suoi amici d'infanzia diventa socialista delle “Giovani guardie”, ma presto entra in conflitto con alcuni appartenenti al partito, per gli interessi opportunistici che inseguivano, e al [[Congresso del Partito Socialista]] Belga rompe con la socialdemocrazia per formare un gruppo rivoluzionario di ispirazione libertaria a [[Bruxelles]].
 
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Contemporaneamente un altro anarchico, Aleksand Sokolov, preparava un attentato, ma, scoperto, morì sparando contro la polizia.
{{quoteCitazione|Come avrebbe potuto un Sokolov rendersi conto che nessuno, in quel belgio fiorente dove la classe operaia diventava una potenza, con le sue cooperative, i suoi sindacati ricchi, i suoi rappresentanti eloquenti, potesse capire il linguaggio e gli atti degli idealisti esasperati formati dal dispotismo russo?| Victor Serge, "Memorie di un rivoluzionario" pag 21}}
Si trasferisce prima a [[Lille]] e poi a [[Parigi]] dove fonda un circolo di studi, “La libera ricerca”, e gli viene offerto di dirigere “L'Anarchie” rivista francese anarco-individualista, in cui perdurano conflitti legati all'illegalismo, con [[Octave Garnier]] e altri, che smettono di collaborare con la rivista e formano la [[Banda Bonnot]], compiendo rapine e sparando alla polizia.
La polizia fa irruzione nella sede del giornale, arresta Serge e lo interroga, ma lui si rifiuta di collaborare con le forze di polizia, e nonostante sia innocente viene condannato a cinque anni di prigione. Durante la sua detenzione comincia a maturare la sconfitta dell'anarchismo dicendo: {{quoteCitazione| Ho soltanto il rimpianto delle forze perdute in lotte che non potevano essere altro che sterili | Victor Serge, "Memorie di un rivoluzionario" pag 52}}
Della prigionia contesta il sistema carcerario che debilita, istupidisce, degrada, avvelena di un rancore senza nome, l'idea di castigo religioso che alimenta la promiscuità, sottoalimenta e priva i detenuti di esercizio intellettuale.
Mentre si trova ancora in carcere su un'isola della [[Senna]], scoppia la [[Prima Guerra mondiale]]. Nel 1917 viene scarcerato: dopo un breve soggiorno a Parigi, prende un treno espresso diretto a [[Barcellona]].
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=== Prima fase della rivoluzione russa ===
Rientra clandestinamente in [[Francia]] dove tenta di arruolarsi, ma viene mandato nel campo di concentramento [[Sarthe]], dove tutti i russi vengono qualificati come [[bolscevichi]]. Durante un armistizio riacquista la libertà per uno scambio di prigionieri e dopo un lungo girovagare per l'Europa, Serge riesce a raggiungere Pietrogrado nell'aprile del 1919. Si scontra con la povertà del popolo russo, e si confronta con alcuni anarchici che aspettano che la miseria distrugga la [[rivoluzione russa]], e con alcuni [[menscevichi]]. Decide di collaborare con i bolscevichi, scegliendo di non fare carriera come funzionario.
{{quoteCitazione| La mia decisione era presa; non sarei stato né contro i bolscevichi né neutrale, sarei stato con loro, ma liberamente, senza abdicare al pensiero né al senso critico…Sarei stato con i bolscevichi perché davano compimento con tenacia, senza scoraggiamenti, con ardore magnifico, con passione riflessa, alla necessità stessa; perché erano soli a darvi compimento, prendendo su di sé tutte le responsabilità e tutte le iniziative e dando prova di una stupefacente forza d’animo. Essi erravano certo su parecchi punti essenziali: con la loro intolleranza, con la loro fede nella statizzazione, con la loro tendenza alla centralizzazione e alle misure amministrative. Ma, se bisognava combatterli con libertà di spirito e in spirito di libertà, era con loro, tra loro. | Victor Serge, "Memorie di un rivoluzionario", pag 88}}
 
Diventa collaboratore della “[[Severnaja Kommuna]]” organo del [[soviet di Pietrogrado]] e ispettore e organizzatore delle scuole della II zona.
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Serge torna a lavorare sugli archivi dell'Ochrana, che rivelavano le identità di migliaia di agenti provocatori che erano stati attivi nel regime Zarista, e riteneva che tanti lo fossero ancora, ma rintracciarli era un'impresa ardua. Moltissimi si erano inseriti in impieghi “rivoluzionari”, addirittura alcuni finirono fra i dirigenti di [[Leningrado]].
Per Serge un momento critico per la rivoluzione è stato il 17 Gennaio 1920, data in cui la Ceka di [[Mosca]] e [[Leningrado]] fucilano 500 “sospetti” per anticipare la decisione del comitato centrale che dal giorno seguente avrebbe abolito la pena di morte.
{{quoteCitazione|Il socialismo non si deve solo difendere contro i suoi nemici, contro il vecchio mondo a cui si oppone: deve essere anche difeso, nel suo proprio seno, contro i suoi propri fermenti di reazione | Victor Serge, "Memorie di un rivoluzionario" ,pag 129}}
 
Serge, pur critico nei confronti de “[[il comunismo di guerra]]” ritiene necessarie alcune delle sue misure per non essere vinti dalla controrivoluzione.
In seguito Serge rimase segnato dalla vicenda di [[Kronstadt]]; il Soviet della città protestava contro il comitato centrale e chiedeva la rielezione del Soviet, la libertà di parola e di stampa per tutti, la libertà sindacale e la liberazione di tutti i prigionieri politici rivoluzionari, ma il comitato centrale decise di mentire sulla vicenda comunicando per mezzo stampa che l'Armata Bianca aveva preso la città e invitando i cittadini a prendere le armi contro gli insorti. Serge e altri comunisti francesi decidono di non combattere.
Partecipa al X Congresso del partito in cui vige il divieto delle frazioni, ma rimane profondamente colpito dalla tragedia di Kronstadt e dalla definitiva liquidazione di ciò che resta del movimento anarchico e dei partiti sovietici. Consapevole dei pericoli che il potere sovietico sta correndo, ma anche della necessità di scelte che apertamente confliggono con il "sogno", così lo chiama, di quello Stato-Comune descritto da [[Lenin]] in "[[Stato e rivoluzione]]", teorizza un “comunismo delle associazioni”: {{quoteCitazione| Concepivo il piano d'insieme non come dettato dall'alto dello Stato, ma come risultante dell'armonizzazione delle iniziative della base, attraverso congressi e conferenze speciali | Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario pag 166}}
Volendo evitare la carriera diplomatica nel partito, decide di tentare una via di fuga, insieme a qualche amico e suocero, fondando la comune francese di Novaja Ladoca, in un grande podere abbandonato. Sconfitti dalla carestia, dalla fatica e dall'ostilità degli altri contadini, abbandonano l'impresa e tornano a [[Pietrogrado]].
Fece parte di un'associazione filosofica del pensiero libero (Volfila), ma sospettati di oltrepassare i limiti del [[marxsismo]], furono controllati accanitamente dalla Ceka e dal partito. Tanti amici, filosofi e scrittori, abbandonano l'associazione ed alcuni la [[Russia]], alimentando l'inquietudine di Serge.
Decide che per salvare la rivoluzione russa, è necessario che in Occidente si formi un movimento operaio in grado di rinforzare la rivoluzione e in qualche modo di cambiarla, per questo gli viene offerto un posto come “illegale” a [[Berlino]]. {{quoteCitazione| Se il pericolo era in noi, la salvezza pure doveva essere in noi | Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario pag 176}}
 
=== Inviato in Europa centrale ===
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Partecipa a Mosca al XIV congresso del Partito, in cui [[Stalin]], [[Rykov]] e [[Bucharin]] ottengono la maggioranza su [[Zinov'ev]] e [[Kamenev]]; questo fatto turba molto Serge.
La disfatta della [[Nuova Politica Economica]], il proliferare del contrabbando, la speculazione, la psicosi del complotto portarono Serge e altri ad organizzarsi in riunioni clandestine, quartiere per quartiere, e in seguito ad un'alleanza con il gruppo di [[Trockij]] e con quello di [[Zinov'ev]].
{{quoteCitazione|Viene spesso detto che 'il germe dello stalinismo era presente nel bolscevismo fin dal suo inizio'. Io non ho obiezioni. Solo aggiungo che il bolscevismo conteneva anche molti altri germi, e coloro che vissero gli entusiasmi dei primi anni della prima vittoriosa rivoluzione socialista dovrebbero non dimenticarlo. Giudicare l'uomo vivo dai germi che l'autopsia rivela sul suo corpo morto - e che egli poteva portare con sé dalla nascita - è questo sensato?| ''Da Lenin a Stalin. 1917-1937: Cronaca di una rivoluzione tradita''}}
Serge fa parte dell'opposizione all'interno del partito, che insieme a Trockij, parla nei quartieri e redige un programma, una piattaforma pubblicata clandestinamente e firmata da 17 membri del [[Comitato Centrale]]. Il comitato Centrale disperde le riunioni clandestine con la forza e nel XV Congresso del partito escludono [[Zinov'ev]] e [[Kamenev]], mette al bando l'opposizione e promuove la repressione verso l'opposizione. Secondo Serge, [[Trockij]] avrebbe avuto l'appoggio dell'esercito e della [[GPU]], se avesse voluto prendere il potere, ma scelse di non farlo, per il timore che il potere conquistato si convertisse in una dittatura militare e poliziesca, antisocialista per definizione. Nel corso di questi anni Serge svolge contemporaneamente attività al Centro di [[Leningrado]] e a [[Mosca]] e manda i suoi scritti in Francia, alla redazione del [[Clarté]], sulla “Piattaforma dell'opposizione e sulla rivoluzione cinese”.
L'opposizione venne strangolata con manovre poliziesche che portarono all'arresto di quasi tutti oppositori, anche Serge venne escluso dal partito e poco dopo arrestato e imprigionato.
Durante la carcerazione rimane informato sugli avvenimenti esterni: viene a sapere della deportazione dei contadini, dello scoppio di più di trecento rivolte nell'Eurasia sovietica, delle migliaia di esecuzioni di tecnici e scienziati del partito accusati di sabotaggio. Viene informato, attraverso lettere di [[Trockij]], che la destra del partito, spingeva verso un'apertura al capitalismo con il consenso di una larga fetta di popolazione. [[Stalin]] chiedeva all'opposizione (quasi tutti deportati o imprigionati) di sostenerlo in cambio della reintegrazione nel partito e contemporaneamente prende spunto dalla Piattaforma dell'opposizione per attuare alcune delle modifiche proposte ma alterandole profondamente. Ha notizie di tanti oppositori, che per paura di ripercussioni, fanno abiura, nonostante siano comunque interdetti dalla politica e vengano evitati dall'opposizione.
Nel 1928 viene scarcerato, grazie alle pressioni di molti intellettuali a [[Parigi]], che fanno apparire sui giornali “l'affare Victor Serge”. Il regime è costretto a liberarlo dopo un paio di mesi, accontentandosi di un suo impegno a non cimentarsi in attività antisovietiche.
Per via di un'occlusione intestinale rischia la vita, ma grazie alle cure di un medico amico riesce a salvarsi. Durante la convalescenza prende la decisione di dedicarsi alla letteratura, attività abbandonata nel '19 perché non la riteneva prioritaria. {{quoteCitazione| Io concepivo, io concepisco ancora lo scritto come bisogno di una giustificazione più solida, come un mezzo di esprimere per gli uomini ciò che i più vivono senza saper esprimere, come un mezzo di comunione, come una testimonianza sulla vasta vita che fugge attraverso di noi e di cui dobbiamo tentare di fissare degli aspetti essenziali per coloro che verranno dopo di noi. | Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario pag 293 }}
Serge vive dal '28 al '33 cercando di non farsi distruggere dalle avversità e dalla miseria che lui e la sua famiglia, caduta in disgrazia, vivono. Rimane per molto tempo isolato, circondato da spie e provocatori, deluso dall'impossibilità di svolgere una politica di opposizione di sinistra che fosse efficace, viste le forzate condizioni di clandestinità cui era relegata. Nonostante gli venga preclusa ogni possibilità di avere un impiego regolare, sorte comune a gli altri oppositori, Serge resiste alla calunnia e alla lotta per la sopravvivenza quotidiana senza mai fare abiura.
Il suocero viene accusato di lavorare per la controrivoluzione e la moglie di Serge, provata dagli eventi si ammala, perdendo la ragione. Decide di scrivere su 3 punti essenziali il suo punto di vista: la difesa dell'uomo, la difesa della verità e la difesa del pensiero, datato Mosca, 1º febbraio '33 e spedito a Parigi.
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== Il rapporto con la letteratura ==
Nel lungo periodo all'opposizione, non avendo la possibilità di partecipare apertamente alla vita politica, ricostruisce testimonianze utili della rivoluzione e inizia a lavorare come storico.
La creazione letteraria diventa per lui diretta prosecuzione con altri mezzi e in un contesto radicalmente mutato di un impegno politico, privilegiando la ricerca della verità: {{quoteCitazione| la letteratura, se vuole compiere nella nostra epoca tutta la sua missione, non può chiudere gli occhi sui problemi interni della rivoluzione | Victor Serge, Letteratura e Rivoluzione}}
Adotta tecniche di suddivisione dei testi, scritti in parti separate e subito mandate all'estero per essere ricomposte e pubblicate, per paura del sequestro del materiale. Del [[romanzo francese]] critica la banalità del dramma d'amore o di interesse, al massimo legato al contesto familiare, e indica questi romanzi come esempi da non seguire assolutamente. Il romanzo per Serge è uno strumento pedagogico, per la conservazione di una memoria storica al di fuori della quale non esiste possibilità di riscatto. Cerca negli anni ispirazione per la creazione di una tipologia di romanzo nuovo, ma subisce una doppia critica: all'estero da parte dell'intellighenzia borghese viene accusato di essere un rivoluzionario, mentre la sinistra influenzata o “comprata” dalla propaganda [[URSS]], viene proibisce la stampa delle sue opere, considerate controrivoluzionarie.
Per la pubblicazione del suo primo romanzo, si presenta alle [[Edizioni letterarie della Libreria dello Stato]], il cui direttore era il suo vecchio amico [[Ionov]], che gli conferma che nessuno dei suoi libri verrà pubblicato perché non rientrano nella linea del partito. Durante la pubblicazione del suo secondo libro a [[Parigi]], pone il problema ad [[Averbach]], segretario generale dell'Associazione degli scrittori proletari, il quale gli assicura che le sue opere non verranno boicottate. Ma la [[Libreria di Leningrado]] proibisce le sue pubblicazioni. Serge, estenuato, pubblica a Parigi un librettino ”Letteratura e Rivoluzione” in cui si scaglia contro il conformismo della cosiddetta letteratura proletaria. A seguito di questa pubblicazione il [[Comitato Centrale]] fa sciogliere le associazioni di scrittori.
Secondo Serge, “lo scrittore” dovrebbe avere un posto rilevante nelle lotte sociali: rinunciando al lato “artistico” (intento a tradurre il subconscio ed a seguire e valorizzare l'irrazionalità); invece dovrebbero privilegiare lo sviluppo di un'intelligenza politica razionale, creando personaggi che arricchiscano di valori e convinzioni, e che abbiano come scopo principale la comunicazione di questi con le masse.
{{quoteCitazione| Sotto tutti i regimi, gli scrittori si sono adattati ai bisogni spirituali delle classi dominanti e, secondo le circostanze storiche, ciò gli ha fatti grandi o mantenuti nella mediocrità | Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario, pag 296}}
Negli anni Serge criticherà gli scrittori russi suoi contemporanei, che al lamento della mancanza di libertà d'espressione non hanno mai fatto seguire dei fatti, anzi gli rimprovera di aver continuato a votare favorevoli per la pena di morte e di marciare alle manifestazioni indette dal partito bolscevico, salvo poi pulirsi la coscienza negli ambienti intimi, e molti di loro arrivando al suicidio.