Rodolfo III di Borgogna: differenze tra le versioni

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Nel [[993]], alla morte del padre, Rodolfo, all'età di venticinque anni, gli succedette sul trono di Arles o delle due Borgogne<ref name=Halphen>Louis Halphen, ''Il regno di Borgogna'', pag. 813</ref>.<br> Secondo lo storico francese Paul Fournier il regno di Arles era uno stato nato per volontà politica. Le varie popolazioni che si trovavano sul territorio non erano unite da nessun saldo legame, la struttura del regno era così artificiale che ci volle del tempo, affinché il regno stesso fosse accetto, anche nella sua denominazione. Alla monarchia non mancava solo il titolo ma anche il potere reale; il potere era nella mani delle signorie ecclesiastiche di [[Besançon]], [[Lione]] e [[Vienne (Francia)|Vienne]], poi, nelle contee di Vienne, [[Moriana]] e [[Provenza]] ed infine, verso la fine del secolo anche nella contea di [[Borgogna]] ([[Franca Contea]]), e nel marchesato di Provenza. Anche per la capitale non vi fu una residenza fissa: [[Arles]] era trascurata e i re preferirono risiedere a [[Vienne (Francia)|Vienne]], mentre quando si recavano in Borgogna risiedevano a volte a [[Basilea]], ma preferivano i monasteri e le abbazie come [[Abbazia territoriale di San Maurizio d'Agauno|San Maurizio d'Agauno]]<ref name=Fournier>Paul Fournier, "Il regno di Borgogna o d'Arles dal XI al XV secolo", pagg. 385 e 386</ref>.
 
Secondo la tradizione, Rodolfo fu un re molto debole, che permise agli imperatori della casa di Sassonia di intervenire nelle questioni del regno, rinunciando all'autonomia, che gli costò l'epiteto di ''fannullone'' quando era ancora in vita<ref name=Halphen/>. Ma, nei primi anni di regno, per la verità, cercò di stabilire e rinforzare un'autorità, che, negli ultimi anni del regno di suo padre, era divenuta precaria. Ne nacque una ribellione da parte dei nobili che Rodolfo non seppe domare, e dovette ricorrere all'aiuto dell'imperatore, [[Ottone III deldi Sacro Romano ImperoSassonia|Ottone III]]<ref name=Halphen/>.<br>Nel [[999]], la nonna di Ottone, la vecchia imperatrice [[Adelaide del Sacro Romano Impero|Adelaide]], zia di Rodolfo, accorse in suo aiuto e percorse con lui tutto il regno cercando di pacificare la nobiltà<ref name=Halphen/>.
{{Vedi anche|Adelaide del Sacro Romano Impero}}
[[File:Donation du roi de Bourgogne Rodolphe III à l'abbaye Saint-Maurice (15 février 1018).jpg|thumb|200px|left|Donazione di Rodolfo III all'[[Abbazia territoriale di San Maurizio d'Agauno|abbazia di Saint-Maurice]]]]
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[[File:Map of kingdom of Arles.jpg|200px|thumb|left|Regno di Arles]]
[[File:Map Kingdom Arelat EN.png|thumb|200px|In giallo il [[regno di Arles]] alla morte di Rodolfo III]]
Il successore di Ottone, [[Enrico II delil Sacro Romano ImperoSanto|Enrico II]], che era nipote di Rodolfo<ref>[[Enrico II del Sacro Romanoil ImperoSanto|Enrico II]] era figlio della sorellastra di Rodolfo, [[Gisella di Borgogna|Gisella]] ([[955]]-[[1006]]).</ref>, si dimostrò subito aggressivo nei confronti del regno di Arles e, nel [[1006]], si impadronì di [[Basilea]] che tenne per parecchi anni. Questa azione fu il primo passo verso la fine dell'indipendenza del regno di Arles perché Enrico II pretese anche che Rodolfo gli giurasse di riconoscerlo suo erede<ref name=Halphen/>.
 
Nel [[1016]], i nobili del regno, guidati dal conte di Borgogna, [[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]]<ref>[[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]] era la più importante personalità del regno di Arles, possedeva anche la contea di Mâcon, nel regno di Francia ed era il suocero del [[duca d'Aquitania]], [[Guglielmo V di Aquitania|Guglielmo il Grande]], del [[conte di Provenza]], [[Guglielmo II di Provenza|Guglielmo il Pio]] e del conte di [[Nevers]].</ref>, si ribellarono<ref name=Halphe>Louis Halphen, ''Il regno di Borgogna'', pag. 814</ref>. La ribellione era scoppiata a seguito della nomina del vescovo di [[arcidiocesi di Besançon|Besançon]], che contrappose il re Rodolfo al suo vassallo Ottone Guglielmo, che voleva comandare nella sua contea. Rodolfo aveva imposto il suo candidato ma Ottone lo aveva cacciato dalla città, imponendo il suo candidato<ref name=Halphe/>. Rodolfo allora si rivolse all'imperatore [[Enrico II delil Sacro Romano ImperoSanto|Enrico II]], che, a [[Strasburgo]], ricevette l'omaggio di Rodolfo che lo riconobbe come protettore e, nel caso fosse morto senza lasciare un erede legittimo, lo nominò suo erede<ref name=Halphe/>.
 
Ottone Guglielmo fu dichiarato decaduto e tutti i suoi beni confiscati, ma non cedette e con i suoi partigiani si trincerò nelle sue fortezze<ref>Si narra che le porte di tutte le città della contea di Borgogna si chiusero all'arrivo dell'imperatore.</ref> e resistette agli attacchi dell'imperatore, che, poco dopo, dovette abbandonare l'impresa<ref name=Halph>Louis Halphen, ''Il regno di Borgogna'', pag. 816</ref>.
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L'autorità di Rodolfo non era stata restaurata e dovette venire a patti con i ribelli e annullare i vincoli del trattato di Strasburgo<ref name=Halph/>.
 
Ma l'imperatore reagì e nel [[1018]], a [[Magonza]], obbligò Rodolfo ed i nobili più in vista<ref>[[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]] non era tra questi, e dato che era il figlio dell'ex re d'Italia, [[Adalberto II d'Ivrea]], non è del tutto da scartare l'opinione di alcuni storici che dicono che Ottone Guglielmo mirasse al trono del regno di Arles.</ref> a sottomettersi completamente<ref>[[Enrico II delil Sacro Romano ImperoSanto|Enrico II]] condusse una nuova spedizione contro [[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]] di cui non si conoscono gli esiti, ma è presumibile che furono simili a quelli del 1016.</ref> rinnovando solennemente gli impegni presi a Strasburgo<ref name=Poole>Austin Lane Poole, "L'imperatore Enrico II", pag. 164</ref>.
 
Nel [[1024]], alla morte dell'imperatore Enrico II, Rodolfo venne spinto dai nobili del regno a revocare l'impegno preso con il medesimo<ref>Rodolfo riteneva che l'impegno di nominare erede e suo successore Enrico decadeva con la sua morte, ma il nuovo re di Germania [[Corrado II|Corrado il Salico]], futuro imperatore, al contrario sosteneva che l'impegno era con l'imperatore e quindi era da mantenere a prescindere dalla persona dell'imperatore.</ref>, otto anni prima e riconfermato sei anni prima<ref name=Halph/>. In questa circostanza il conte [[Oddone II di Blois]] e di Troyes, figlio di [[Oddone I di Blois]] e di [[Berta di Borgogna]], sorella di Rodolfo, con l'appoggio del [[re di Francia]], [[Roberto il Pio]] e del [[duca d'Aquitania]], [[Guglielmo V di Aquitania|Guglielmo il Grande]] avanzò le sue pretese al trono, dopo la morte di Rodolfo che, al momento, pur essendo ancora senza eredi, rifiutò di riconoscere Oddone come suo successore<ref name=Halph/>.