Progetto Daedalus: differenze tra le versioni

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La sonda spaziale ''Daedalus'' dovrebbe essere costruita in orbita terrestre e possedere una massa iniziale di 54 000 [[tonnellata|t]], tra cui 50 000 [[tonnellata|t]] di carburante e 500 [[tonnellata|t]] di carico scientifico. L'astronave avrebbe due stadi, il primo dei quali opererebbe per due anni, portando l'astronave ad una velocità pari al 7,1% di quella della [[velocità della luce]] (0,071 ''c''). Successivamente il primo stadio verrebbe espulso e il secondo verrebbe attivato per 1,8 anni, aumentando la velocità a circa il 12% di quella della luce (0,12 ''c''), prima di essere spento. Dopo questa accelerazione iniziale l'astronave procederebbe nella sua rotta per 46 anni. A causa dell'intervallo estremo di temperature operative richieste (da 1 600 [[Celsius|°C]] a quasi lo [[zero assoluto]]), le strutture dei propulsori dovrebbero essere costruite in [[berillio]], che conserva la sua robustezza anche a temperature criogeniche.
 
La velocità richiesta è ben oltre le capacità dei razzi ad energia chimica, e anche oltre ai motori che utilizzano il tipo di [[propulsione nucleare ad impulso]] studiato per il [[progetto Orione]]. Per questo motivo, ''Daedalus'' dovrebbe esseredisporre di una propulsione termonucleare ad impulso e sarebbe spinta da un [[razzo]] che userebbe come combustibile pastiglie composte da una miscela di [[deuterio]]/[[elio-3]]; la [[fusione nucleare]] avrebbe luogo in una camera di reazione tramite un meccanismo di [[fusione a confinamento inerziale|confinamento inerziale]] e sarebbe innescata da un fascio di [[elettrone|elettroni]]. Verrebbero fatte detonare 250 pastiglie al secondo e il [[plasma (fisica)|plasma]] derivato dalla reazione verrebbe diretto verso un ugello magnetico. A causa della rarità dell'[[elio-3]], dovrebbe essere raccolta dall'atmosfera di [[Giove (astronomia)|Giove]] tramite strutture robotiche sostenute da grandi [[mongolfiera|mongolfiere]] che opererebbero per 20 anni.
 
Il secondo stadio avrebbe due [[telescopio|telescopi ottici]] da 5 metri di apertura e due [[radiotelescopio|radio telescopi]] da 20 metri di apertura. Dopo 25 anni di viaggio essi inizierebbero ad esaminare l'area attorno alla stella di Barnard per individuare e studiare i pianeti del sistema. Queste informazioni verrebbero inviate sulla Terra utilizzando la "campana" del propulsore del secondo stadio come parabola di comunicazione. Poiché l'astronave non decelererebbe nell'avvicinamento alla destinazione, essa trasporterebbe 18 sonde autonome. Queste verrebbero lanciate in un periodo variabile tra 7,2 e 1,8 anni prima di raggiungere il sistema stellare. Le sonde sarebbero spinte da [[propulsore ionico|propulsori ionici]] alimentati da generatori elettonucleari e trasporterebbero telecamere, [[spettrometro|spettrometri]] e altri sensori. Esse volerebbero nei pressi delle destinazioni prescelte, viaggiando a 12% della velocità della luce per trasmettere le scoperte alla nave madre.