Homo cepranensis: differenze tra le versioni
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Attualmente il fossile è conservato presso il Servizio di Antropologia della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio diretto da Mauro Rubini. |
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I mezzi meccanici che hanno consentito il ritrovamento del campione sono stati probabilmente la causa della sua frammentazione e della sua perdita di integrità, con danni principalmente a carico dell’[[osso frontale]] superiore e la perdita della faccia. Il campione è quindi limitato al solo [[neurocranio]] o, secondo la terminologia paleontologica, calvario. I frammenti erano compresi in uno strato di argilla (da cui il soprannome di "Argil" dato al campione da Biddittu) il quale, a sua volta, giaceva nettamente al di sotto di sabbie vulcaniclastiche<ref>Il resoconto della scoperta è proposto al link: http://www.argil.it/biddittu.htm. Vedi anche nota 2.</ref>.
La forma attuale del reperto è il risultato di un procedimento di ricostruzione iniziato nel 1994 e concluso nel 1999. Questo lavoro è stato svolto inizialmente dall’equipe del professor Antonio Ascenzi, allora presidente dell’ Istituto Italiano di Paleontologia Umana<ref>Link istituto: http://www.isipu.org</ref>, perfezionato quindi dallo specialista sudafricano [[Ron J. Clarke]] (Università del Witwatersrand) ed infine revisionato dalla paleoantropologa Marie Antoinette de Lumley (Institute de Paleontologie Humaine di Parigi<ref>Link istituto: http://www.fondationiph.org</ref>) e da Francesco Mallegni ([[Università di Pisa]]). Attualmente il fossile è conservato presso il Servizio di Antropologia della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio diretto da Mauro Rubini.
==Descrizione del reperto==
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