Carlo Balelli: differenze tra le versioni

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===Lo studio maceratese (1928 – 1972)===
Ritorna a Macerata, dove nel 1929 diventa il titolare dello studio paterno, e si afferma in breve tempo in campo regionale e nazionale. Oltre a portare avanti il lavoro di studio, egli svolge un’intensa attività di fotogiornalismo, collaborando con Panorami italiani, con il Touring Club Italiano, con l’Enciclopedia Italiana, con numerosi quotidiani e periodici.
E’�È anche corrispondente ufficiale dell’Istituto Nazionale Luce, dell’Ente Provinciale del Turismo e di altre istituzioni pubbliche per conto delle quali fotografa in modo dettagliato tutti i Comuni della Provincia di Macerata, dal litorale adriatico agli Appennini. In questo modo egli fornisce un contributo fondamentale alla loro conoscenza e lascia una vasta documentazione riguardante gli sport della montagna che conosceva per esperienza diretta come presidente della Federazione Provinciale dell’Escursionismo. Carlo Balelli è stato un acuto e attento testimone della vita politica, sociale, economica e culturale del Maceratese. L’originalità, le capacità intuitive, la sensibilità della sua personalità ne hanno fatto anche un pioniere della fotografia industriale e del lavoro: infatti Balelli ha lasciato una vastissima documentazione sulle fabbriche e le aziende artigiane, sui macchinari e le fasi di lavorazione dei prodotti, sulle attività legate al mondo dell’agricoltura e dell’edilizia, sulla presenza della componente umana all’interno delle fabbriche, con particolare attenzione al lavoro femminile.
L’attività dello Studio Balelli cessa nel 1972.
 
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==Centro studi "Carlo Balelli"==
E’È stato costituito il 23 novembre 2009, da parte degli eredi di Carlo Balelli e da un gruppo di studiosi della fotografia, il '''Centro studi "Carlo Balelli" per la storia della Fotografia'''. L'Associazione persegue la finalità di approfondire, studiare e divulgare l’opera e la poetica principalmente di Carlo Balelli a cui è intitolata l’Istituzione. Il Centro intende inoltre valorizzare il ricco patrimonio storico-fotografico della regione Marche e riscoprire fotografi dimenticati. Collabora con le Università di Macerata e Camerino, con gli enti locali, le associazioni culturali del territorio e le istituzioni religiose.