Morus alba: differenze tra le versioni
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== Coltivazione e usi ==
[[File:2013 0928 1511 56Morus.jpg|
Pianta di recente introduzione in [[Europa]] il gelso bianco, assieme al [[Morus nigra|gelso nero]], era utilizzato per l'allevamento dei bachi da seta ([[bachicoltura]]), pratica impossibile da attuare in assenza di [[gelsicoltura]], essendo le [[foglie]] di gelso l'alimento principale degli insetti e utilizzabili anche come foraggio per il bestiame, specie in quelle zone povere di [[erbacee]] nei pascoli estivi o che presentano solamente prati magri e radi. Di scarsa rilevanza è il suo impiego come specie da [[frutto]], anche se sono presenti alcune varietà di vecchia data dal frutto più grosso e colorito, mentre alcune varietà dal fogliame particolare a volte vengono impiegate nei giardini come ornamentali.
La quasi totalità degli esemplari ancora viventi sono [[piante]] innestate appartenenti alla varietà ''fruitless'', ossia il gelso sterile, che produce [[foglie]] più grandi e in abbondanza rispetto al selvatico e non ha l'inconveniente di sporcare il terreno sottostante e le foglie con i frutti maturi. Un tempo la varietà fruitless copriva il 100% degli esemplari italiani mentre oggi si è ridotta in seguito a vari fenomeni e processi più o meno naturali tra cui l'inselvatichimento sporadico di vecchie piante, con la conseguente messa a seme che ha portato alla nascita di selvatici in varie zone incolte e boschive, e all'introduzione di nuove varietà da giardino, non più impiegate a scopo utilitaristico ma ornamentale.
▲[[File:2013 0928 1511 56Morus.jpg|220px|thumb|right|Vecchio gelso bianco allevato a [[fustaia]] per l'utilizzo del fogliame in [[bachicoltura]]. Si può notare come, a seguito dell'abbandono della [[gelsicoltura]], si sia assistito ad una lenta rigenerazione della chioma da parte della pianta, facendo partire nuovi polloni da vecchie e corte branche precedentemente capitozzate, ricostituendo una forma più naturale]]
Il gelso bianco cresce su qualsiasi tipologia di [[terreno]], dall'argilloso al sabbioso, presentando un'elevata rusticità e capacità di adattamento, e ha trovato nelle zone italiane l'[[habitat]] ideale di crescita, compiendo senza problemi la messa a [[seme]] e la conseguente riproduzione della [[specie]]. Necessita di [[terreno]] umido, anche se non bagnato costantemente. Tipiche erano le coltivazioni in [[Pianura Padana]] lungo i canali e i fossi per lo scolo dell'[[acqua]], dove intero filari di gelsi delimitavano i bordi dei campi, beneficiando dell'ambiente umido e acquoso che i canali stessi garantivano. In [[Italia]] centrale è particolarmente diffuso nella zona collinare, pur presentandosi sparso un po' ovunque, dalla [[pianura]] sino agli 800 m di quota, dove alcuni esemplari sono sfuggiti alle coltivazioni e si rinvengono nei boschi che circondano i campi. Nelle zone meridionali è particolarmente abbondante nei monti [[Nebrodi]] in [[Sicilia]]. Come tipologia di allevamento il gelso bianco si presta al [[ceduo]] (raramente, con una durata economica di 15 anni circa) e alla [[fustaia]] (la più diffusa, con una durata di circa 60-100 anni). Per l'allevamento a [[ceduo]] si formerà un cespuglio e si praticheranno tagli rasente a terra ogni anno regolarmente (in tarda primavera), non appena i polloni nati dalla ceppaia hanno raggiunto altezze adeguate e [[foglia|fogliame]] abbondante, mentre per la [[fustaia]] sarà necessaria un'impalcatura dei rami alta e aperta (utile a favorire lo sviluppo di una densa e ricca chioma) e la pratica di due defogliazioni, una a primaverile e una autunnale, per non debilitare troppo la pianta.
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